25 giu 2013

Godiamo, la tazza e il cantico la notte abbella e il riso...



Wine Tasting

Ed eccomi di nuovo a parlarti di un ciclo di incontri di avvicinamento al vino, organizzati sempre da la Piazza del Vino, a cui ho partecipato grazie a una delle sempre vantaggiosissime offerte Groupon.

Dalla prima serie di "lezioni" molte cose sono cambiate: l'ambiente del vino, il suo mondo, i suoi misteri, mi hanno letteralmente "tentacolata", intrigata e attrigata, tanto da farmelo vedere con occhi del tutto nuovi, non più un "accompagnamento vario ed eventuale" ma una forma d'arte.
   
Non potevo farmi sfuggire la possibilità di conoscere altre realtà enologiche e di tornare "là dove tutto era cominciato", sebbene, stavolta, da sola. Se qualcuno, soltanto un paio d'anni fa, mi avesse detto che sarebbe arrivato il giorno in cui, pur di degustare del buon vino, sarei andata in un locale senza un accompagnatore, certo non ci avrei creduto. 

Contrariamente alle iniziative precedenti, le serate previste a maggio e giugno erano dieci e il coupon dava diritto a sceglierne, tra queste, cinque. Questo mi ha permesso di selezionare gli incontri che più mi interessavano, anche in base alle mie "lacune" e a ciò che avevo interesse ad approfondire: il Salento, il Friuli, l'Umbria, il Trentino, la Campania, tutte realtà che desideravo conoscere meglio.


Martedì 14 maggio


Eccoci nei FEUDI DI SAN MARZANO, nata da un sodalizio tra una cooperativa pugliese e un'azienda abruzzese, con l'intento di rilanciare i vitigni autoctoni del Salento.
Siamo partiti con il Fiano DOP "Magia", proveniente dalla vinificazione in secco di un vitigno di Moscato: ne deriva un prodotto meno strutturato dell'omonimo campano, profumato dalle forti escursioni termiche tra giorno e notte, che lo mantengono fresco, estivo, una caratteristica assai difficile da ottenere in Puglia, dove, per realizzare vini acidi e, quindi, longevi, è necessario ricorrere alla vendemmia precoce.
In una sorta di logica di "crescendo", abbiamo proseguito la serata con un Primitivo di Manduria DOP, raro caso di uvaggio da vino proponibile anche come frutta da tavola. Il Primitivo dei Feudi cresce su terreni rocciosi, in cui le radici non riescono ad andare in profondità: le piante rimangono di dimensioni molto ridotte, si riproducono a ritmo limitato e danno luogo a un vino abboccato, fruttato e reso ancora più solido dall'affinamento in barriques di secondo passaggio, una scelta dettata dalla necessità di mantenere un residuo tannico.
Al Primitivo di Manduria 60 anni, proveniente, appunto, da vigneti molto anziani, sono invece dedicate le barriques di primo passaggio, per dargli una morbidezza più definitiva.

Mercoledì 15 maggio


All'indomani, l'atmosfera, era totalmente cambiata: alla pastosità dei vini battuti dal sole meridionale, si sostituiva la schiettezza friulana di una "linea giovane", l' ALTURIS, appendice di una cantina di lunga tradizione, che ha voluto dedicare una parte della sua produzione a vini più freschi e conviviali di quelli tipici del terroir.
Per cominciare, abbiamo degustato una Ribolla Gialla DOC, sapiente blend di ribolla e friulano, coltivati su ciottolo, caratterizzati, quindi, da una forte sapidità.
A seguire, un Friulano, un filo più corposo e strutturato, ma reso sempre gradevole dal tocco di mandorla amara sul finale.


Martedì 28 maggio

Protagonista della terza serata è stato il CASTELLO DELLE REGINE, un'immensa realtà agricola, nata quasi per gioco, dal sogno di due giovani milanesi che desideravano una villa in campagna e che, successivamente, hanno messo le loro smisurate proprietà a reddito.
Ci ha accolto un agile Bianco delle Regine, miscellanea di chardonnay, sauvignon, riesling e pinot grigio, vinificati separatamente in acciaio e successivamente assemblati, in cui, rispettivamente struttura, aroma e acidità si equilibrano vicendevolmente.A seguire, un Sangiovese del Fondatore, vecchi cloni di Sangiovese Grosso in purezza, barricati per 15 mesi e affinati, poi in bottiglia per 5 anni.
Un aspetto molto simpatico di questa serata è stato rappresentato da una sorta di gioco, che consisteva nel farci degustare a scatola chiusa pregiati vini toscani e gli equivalenti umbri, storicamente meno blasonati, e nello sfidarci a riconoscerli.


Wine Tasting

Martedì 18 giugno

Dopo quasi un mese di disintossicazione, sono tornata per un'altro incontro, stavolta dedicato al Trentino: conosco bene i vini altoatesini, ma ben poco so dei loro cugini poco più a Sud.
L'incontro con le gemme della ENDRIZZI mi ha permesso di valutare alcune differenze fondamentali tra i prodotti di territori apparentemente tanto simili.
La Endrizzi nacque sotto Francesco Giuseppe, quando il Trentino rappresentava il limite meridionale dell'impero austroungarico ed era detto, per il suo clima molto più favorevole, il "Giardino dell'Imperatore". Questi territori offrivano perciò vini più corposi di quelli del resto dei territori asburgici. Il passaggio al Regno d'Italia pose, invece, il patrimonio enologico di questa regione in una situazione di sudditanza rispetto ai concorrenti del nostro territorio: nessuno era più interessato alla freschezza che il vicino Lago di Garda regalava agli uvaggi trentini e al profumo floreale dovuto alle forti escursioni termiche.
Il Nosiola è l'unico bianco autoctono di questa regione, è un vino semplice, a bassa gradazione, dall'aroma floreale e vegetale, con una media acidità e un finale amarognolo, che nei profumi ricorda la nocciola.
Il Gewurtztraminer, dai grappoli ramati a bassissima resa, in Trentino, a differenza di quanto non accade in Alsazia, viene vendemmiato precocemente, per frenare l'alcolicità e mantenerlo acido e piacevole anche a tutto pasto

Mercoledì 19 giugno
Per l'ultima serata ho scelto una terra di cui sapevo altrettanto poco, la Campania.
La Vesevo Farnese prende il suo nome dal Vesuvio, alla cui vicinanza le sue uve tanto devono in termini di caratteristiche olfattive e gustative.
Il pallido Falanghina Beneventano, prodotto dall'omonimo vitigno, è un vino facile e profumato, perfetto come aperitivo.
Il Greco di Tufo si presenta più intenso e persistente e spiccatamente minerale, anche se il profumo fruttato fa sì che lo si percepisca morbido.

Wine Tasting

Per adesso le "lezioni" terminano ed è giusto così, perché fa troppo caldo per apprezzare certi rossi di corpo o l'aromaticità di alcuni bianchi, ma dopo l'estate conto di proseguire il mio percorso, sia in questa forma ludica e conviviale, sia in modalità più professionale...
Vediamo...

3 commenti:

Claudette ha detto...

tutto è follia, follia nel mondo, ciò che non è piacer....
Hai scelto "lezioni" molto piacevoli!
Claudette

paola ha detto...

Sono sempre affascinata dalla enoteche, dalle etichette che fanno da decoro a bottiglie colme di profumato succo d'uva :-)
Molti anni fa ho seguito un corso di degustazione di vini ed è stata un'esperienza molto interessante...un appuntamento decisamente atteso nel corso della settimana. Ricordo che al ritorno a casa ero sempre piacevolmente inconsapevole di guidare :0)

Elena ha detto...

Grazie per aver condiviso quest'esperienza con noi...non ho mai frequentato questo corsi ma conosco molti imprenditori di vino ed olio e vedo sempre passione nel raccontare delle proprie creature...materia prima ed esperienza che si fondono...sono contenta che tu abbia scelto la Campania...per la sua posizione geografica e' ricca di vini...il bianco d'Ischia, il Costa d'Amalfi ed i vini Vesuviani te li consiglio se ti capitera' qualche altra occasione...baci...