Queste nuove giornate, brevi,
buie, frizzanti nelle ore centrali, fredde dopo il calare del sole, contrariamente
a quanto accade a molti, non hanno su di me un effetto avvilente: al contrario,
hanno il potere di farmi sentire, una volta tanto, sintonizzata sul mondo
esterno.
Dell’autunno amo i colori, i
profumi, le abitudini: mi piace, finalmente, grazie al ripristino dell’ora solare,
svegliarmi con un po’ di luce. E mi piace anche uscire dall’ufficio quando è
già buio: dopo tante ore di lavoro sono comunque stanca e il sole ancora alto
mi serve a ben poco. Mi piace fermarmi al supermercato, rientrando, e comprare
un cestino di funghi, del formaggio da fondere, un cespo di cavolo nero, una zucca.
Mi piace arrivare a casa e trovarla in ordine, come cerco di lasciarla uscendo,
al mattino, e, dopo una carezza al gatto, attaccare la stufa in bagno.
Il tempo di una sigaretta e di
accendere una candela nella zona living, e il vano doccia è già caldo.
Il tempo di una rinfrescata e in
salotto si è già diffuso l’aroma di pumpkin latte o di burro di karité, a
seconda dell’umore, della candela.
Tutto regolare, sincronizzato,
cadenzato, finalmente qualcosa che quadra nel casino che è la vita.
Mi piace portare i calzini da
notte, le pantofole imbottite e i mezzi guanti, mi piace il borbottio del bricco
con il vin brulé da cui si alza un filo di fumo dall’odore pungente e che
sorseggio per scaldarmi mentre griglio la pancetta, con un filo di nostalgia
per i tempi in cui il BBQ era un evento sociale e il vino serviva per stare
allegri e non per rilassarsi. Erano pranzi lunghi, intrecciati tra gli abeti
dell’Appennino Modenese, sullo sfondo della nebbia che avvolgeva la vallata,
pranzi spesso bagnati da un acquazzone improvviso e più spesso ancora da
generose annaffiature di Lambrusco amabile.
Con gli anni, mi sono istruita,
raffinata e qualsiasi frizzantino arrivi sulla mia tavola, a meno di non essere
un bianco da sorseggiare ghiacciato comme
aperitif, ha l’obbligo morale di essere secco: stavolta un Assolo Reggiano Medici Ermete, che riempie il calice di un
velluto color porpora bordato di schiuma morbida, anch’essa venata di cremisi,
da cui si leva il profumo schietto e intenso di fragole e ciliegie ancora
croccanti.
Ingredienti:
- 500 gr di pancetta di maiale fresca a fette
- qualche cucchiaiata di confettura d’uva (Azienda Agraria Duca Carlo Guarini)
- sale
- pepe
- semi di finocchio (Melandri Gaudenzio)
- un peperoncino
- un vasetto di cime di rapa sott’olio (Azienda Agraria Duca Carlo Guarini)
Procedimento:
Spennella le fette di pancetta con la confettura, quindi
salale e pepale generosamente e cospargile con i semi di finocchio. Massaggia
bene per far penetrare le spezie e riponi in frigorifero, coperto, per una
notte.
Stendi le fette su una griglia, poggiata su una teglia, e
inforna a 180° per circa 25 minuti (30, se ti piacciono più croccanti).
Nel frattempo, salta le cime di rapa in padella con il peperoncino
e servile di contorno alla pancetta.
NB: il grasso raccolto
nella pirofila che sistemerai sotto la griglia può essere riutilizzato per
condire le patate arrosto o come base per un soffritto un po’ più “ricco”.
1 commento:
Penso sempre che chi non puo' stare in casa durante la giornata torna al proprio nido con il desiderio di godersi gli ambienti, le luci soffuse, ogni angolo tanto caro perche' creato con amore.....una coccola come questo piatto per cena e tutto ritorna!!!
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