Se la si considera da un punto di vista strettamente gastronomico non posso negare che l'Irpinia, dove ho trascorso la mia ultima settimana di ferie, nel paese di origine del mio compagno, non mi ha lasciato un ricordo particolarmente vivido, né nel bene né nel male. Quella tipica del subappennino dauno è una cucina rustica, che si basa sui pochi ingredienti essenziali reperibili nelle aree strettamente circostanti i singoli comuni, a causa della scarsità e della precarietà delle vie di comunicazione e degli scambi, una condizione superata solo recentemente.
Ancora ai tempi della giovinezza di mia suocera ogni famiglia coltivava terreni e allevava bestiame unicamente basandosi sulle proprie necessità di autoconsumo e questo comporta tutt'oggi una sorta di "campanilismo" non solo nei prodotti impiegati nelle preparazioni tradizionali, ma anche nei confronti delle contaminazioni, sia pure provenienti dalle aree limitrofe.
Indubbiamente, anche in questa zona, esistono cittadine più "cosmopolite", ma la dimensione con cui mi sono confrontata in quella sonnolenta settimana trascorsa sui gradini della casa dove alloggiavamo, chiacchierando con i vicini, è fatta di mercati settimanali che fanno le veci dei grandi magazzini, tra banchi di mollette da bucato e "maccaturi", feste patronali che riducono il comune sul lastrico e negozi di alimentari il cui gestore ti confessa candidamente la mancata disponibilità di un certo prodotto perché "stamani non aveva proprio voglia di andare a ritirarlo in magazzino".
Mi sono sempre definita "una ragazza dal cuore bucolico", ma devo ammettere che la mia idea di campagna è più virgiliana che consapevole: l'impatto con la realtà della vita contadina è stato piuttosto scottante e mi ha ricondotta a una visione meno eglogica del lavoro nei campi.
Insomma, diciamo pure che io, pensando a una vacanza nelle masserie dei miei parenti acquisiti, ingenuamente mi vedevo raccogliere uova candide, da mettere in un grazioso cesto di vimini foderato con un tovagliolino a quadri, indossando un romantico grembiule fiorito, in stile Hameau de la Reine, ma le cose stanno un po' diversamente da come appaiono nelle riviste di arredamento country.
Insomma, diciamo pure che io, pensando a una vacanza nelle masserie dei miei parenti acquisiti, ingenuamente mi vedevo raccogliere uova candide, da mettere in un grazioso cesto di vimini foderato con un tovagliolino a quadri, indossando un romantico grembiule fiorito, in stile Hameau de la Reine, ma le cose stanno un po' diversamente da come appaiono nelle riviste di arredamento country.
Una delle glorie culinarie della zona è comunque la celebre pizza anzanese, una focaccia alta con i pomodorini interi, che le panetterie sfornano a tutte le ore: una delizia da mangiare calda, grondante d'olio, umida e arrossata dal sugo rilasciato in cottura dai pomodori, per ritrovarsi, poi, con le labbra punteggiate di origano e qualche kg in più depositato sui fianchi.
Complici i pomodori ortesi regalatici dallo zio di Topy, appena a casa mi sono cimentata in una sua riproduzione, che, certo, non è paragonabile all'originale, ma che ci è piaciuta comunque molto.
Ve la propongo con un certo ritardo, sicura che quest'estate prolungata ci abbia lasciato a disposizione qualche pomodoro quasi paragonabile a quelli pugliesi e che la possiate preparare tranquillamente anche adesso.
Ve la propongo con un certo ritardo, sicura che quest'estate prolungata ci abbia lasciato a disposizione qualche pomodoro quasi paragonabile a quelli pugliesi e che la possiate preparare tranquillamente anche adesso.
Ingredienti:
- 650 ml di acqua
- 800 di Farina 0 Molino Borgo San Dalmazzo distribuita da Gustibest
- 200 gr di Semola di Grano Duro Molino Chiavazza
- 1/2 cucchiaino di zucchero
- 2 cucchiaini rasi di sale
- 2 bustine di lievito di birra secco
- 6 pomodori sammarzano
- 3 cucchiai di Olio Extravergine di Oliva Dante
- 3 prese di sale blu di Persia Molino Casarotto (scelta dettata dal fatto che la ricetta prevede di usare del sale grosso con cui cospargere la superficie e il barattolo del sale blu era quello più a portata di mano nel marasma della dispensa straripante di prodotti comprati in vacanza)
- 1 manciata di origano
Procedimento:
Introducete i primi 6 ingredienti nel cestello della macchina del pane, nell'ordine indicato nelle istruzioni e avviate il programma "impasto". Al termine della lievitazione, sgonfiate il composto e imprimetegli un giro di pieghe di Adriano del primo tipo per attivare il glutine. Fate riposare per 15 minuti, quindi stendete in una teglia da pizza grande, ben unta. Tagliate a metà i pomodori, salateli leggermente dalla parte del taglio e affondateli nell'impasto. Fate lievitare per circa 45 minuti. Nel frattempo preparate un'emulsione con l'olio evo e pari quantità d'acqua. Sbattete bene con una forchetta.
Trascorso il tempo della seconda lievitazione, bucherellate l'impasto con i polpastrelli (io ho usato quello strumento che vedete in foto, uno stampino che ho comprato a Samarcanda e che serve per imprimere sulla superficie delle focacce dei graziosi fiorellini) e irroratelo con l'emulsione di acqua e olio. Cospargetelo di sale e origano e infornate a 200° per circa 25 minuti.
33 commenti:
Che invidia quel cesto di pomodori! E non solo adesso che la stagione è finita.
La realtà è sempre diversa da quella spensierata presentata sulle pagine delle riviste ma credo che ci sia una via di mezzo tra quella fotoromanzata e idilliaca delle riviste e quella con cui hai avuto contatto stretto durante le ferie. Di sicuro non ha bisogno di vie di mezzo questa splendida focaccia. Fa gola anche a colazione :) Un bacione, buona settimana
Sembrerebbe autoctona, ma dopo aver letto i miei complimenti vanno anche alla descrizione del luogo ...oltre che alla pizza :-)))
L'Irpinia la conosco molto poco...
Mentre leggevo ti immaginavo davvero in versione contadinella :) peccato che nella realtà, sia un lavoraccio quello lì, però noi ci teniamo i nostri pensieri bucolici che vanno sempre bene.
Buona settimana
Realtà come quella che hai appena descritto sembrano fuori dal tempo e inducano a riflettere sull'immobilismo economico del sud (e genralizzo volutamnte) ....
In compenso non conoscevo la pizza, ma concordo che sia degna di nota :D
non conosco decisamente questa zona e quindi neanche la cucina.queste foto di primo acchito mi fanno pensare ai miei nonni e alla cucina che avevano in cascina.
Questa focaccia però è deliziosa e ci starebbe un bel pezzo anche adesso.
La vita in campagna è davvero dura tesoro noi siamo li che immaginiamo di correre nei campi come nei film oppure nele storie che leggiamo ma poi la realtà è tutt'altra cosa:D!!!!!
Questa pizza mi intriga molto bella,rustica e saporita!!!bacioni,Imma
Ciao! che posto particolare! sembra rimasto fermo nel passato! affasciannte davvero!
buonissima la tua pizza: soffice e gustosa!
Un bacione
Grazie a tutti!
Lungi da me generalizzare, ma, se è vero che l'Italia non è tutta come appare nell'entroterra agricolo, non è nemmeno tutta Milano, Roma o Firenze. E forse è proprio questo che la rende bella.
una focaccia grondante olio fa ingrassare ma è così buona! la tua riproduzione ha un bellissimo aspetto e lo stampino con il fiorellino rimarrà nella lista dei desideri, forse per sempre! ;-D
ciao!
mamma mia quanto è bella... non oso immaginarne la bontà... complimenti tesoro mio!
devo provare anche questa versione, dev'essere buonissima! anch'io son messa come te in dispensa, non so più neanche cosa ho e cosa mi manca, ormai prendo quello che mi capita d'avanti....
strepitosa questa focaccia!
C'è una buffissima storia di James Herriot, che racconta le sue avventure di veterinario di campagna (conosci?) dove spiega:
"la realtà delle fattorie inglesi era ben diversa da quanto spiegato sui libri di veterinaria, dove un sorridente veterinario in camice bianco visitava un'altrettanto sorridente mucca..."
Ti deve essere capitata un esperienza simile...
La pizza è spettacolarmente sofficiosa! ne mangerei volentieri una...teglietta!
So bene di cosa parli...la gente si immagina la campagna bucolica e felice ma non è proprio così. Mia nonna abitava in campagna in una casa senza acqua corrente, gas e bagno in casa, e io ci andavo spesso d'estate...non è poi così semplice vivere in un posto piccolo di dieci case in cui tutti si conoscono e sanno tutto di tutti!!!
Una bella pettazza, calda e grondante d'olio...me la mangerei davvero anche in questo momento!
Sai che non conoscevo questo tipo di pizza?
E neppure l'irpinia conosco...il sud italia mi manca quasi completamente.
bacio
la stufa economica rende tutto più magico, sono anche io una ragazza dal cuore bucolico..che non si arrende alla civiltà...la tua pizza meravigliosa mi mozza il fiato!
Anche io pensavo, quando comperai questa casa, che avrei colto rose carnicine in un cesto bianco e che le avrei graziosamente disposte in veranda...se mi avessi visto, invece, venerdì, a zappare con sotto le scarpe una soletta di cinque centimetri di fango per liberare dall'acqua le radici marcescenti del pomo, con tanto di zanzare intorno...altro che "Gardenia"! Altro che "Catalogo Bakker"! La ricetta è ottima, bisogna che mi ci provi a fare queste famose pieghe di Adriano che a quanto pare ti danno sempre risultati fantastici! Un bacione
la realtà della vita in campagna è ben diversa da quella che si può immaginare o sognare, ma io la adoro e sogno una vita mmersa nel verde, con tutte le fatiche che ne comporta :) questa focaccia dev'essere buonissima, ne mangerei subito un pezzo!! buon inizio settimana cara :*
Che meraviglia questa focaccia!!! Ignorante che non sono altro non ne avevo mai sentito parlare :(
Bravissima! bacioni
Sere, ce l'ho anch'io il timbrino per il pane! Il mio marchia con una stellina! È un graditissimo souvenir di viaggio che mi hanno portato i miei suoceri dall'Uzbekistan. L'hai preso pure tu lì?
:)
Che bel testo e che bella scoperta per me :-) Buona settimana!
Grazie a tutti
@ Carolina: sì, esatto, l'ho comprato a Bukhara!!!
Oooooh lo stampino che fa i fiorellini sulla focaccia!!! Lo voglio, se non fosse che l'hai comprato un po' lontanuccio :D
Questa focaccia mette fame!
Non sono mai andata in Irpinia, ma posso dirti che nel piccolo paesino natio della mia mamma (sarda) le cose vanno più o meno così, con la sola differenza che le uova le prendo dalla vicina, i mandarini dai vicini più in là, ma se sbagli orario scordati il pane. Una realtà diversa ma che segue i ritmi naturali della vita. Bellissima la focaccia, questa cosa delle pieghe non la conoscevo, ci proverò, grazie per la dritta del link!
Non conosco l'Irpinia, non ci sono mai stata, ma la focaccia la assaggio volentieri!
ora.....due punti...ma sei stata in Irpinia o nel subappennino dauno?
cioè in Campania o in Puglia in provincia di Foggia?
Le due realtà si somigliano molto anche nell'idioma....
.ehhh cara mia sai come si dice da noi?
"'u bambascioun l'ha da scavè"
e significa che se vuoi qualcosa di buono devi faticare e così è la vita di campagna.
Anche io nelle mie fantasie mi vedo intenta a coltivarmi senza fatica (seeee)un piccolo orticello e accudire due sparute galline da far razzolare libere sul terreno per avere uova genuine! Ma puntualmente quando vado dai miei fratelli che abitano in una villa poco fuori città mi viene il magone a pensare a quanto sia faticoso e soprattutto sporco il lavoro in campagna e bada bene che parliamo di villa figuriamoci in una masseria, dove a volte vado per far rifornimento di quanto di più buono e genuino possa offrire la mia regione. E mi piace un sacco! anche quell'odore caratteristico pensa! Ma come dice il mio capitano " ti piace giusto perchè ci stai mezz'ora e compri e vai"...e ha pienamente ragione.
Ma ci vedi ad accudire galline e conigli e poi magari un giorno doverli "sacrificare"? naaaaaa non è cosa mia e credo neanche tua.
Oppure dover combattere con i parassiti che hanno attaccato spudoratamente le tanto meravigliose e agognate piantine per i nostri ortaggi ?
ahhh mia cara credo che i nostri sogni bucolici si vadano inesorabilmente ad infrangere in una realtà completamente diversa come credo tu abbia potuto riscontrare in quella tua sonnacchiosa settimana bucolica ^_^
fine del "romanzo"
un grande bacio
bella l'irpinia e si mangia anche tanto bene! vivendo in zona ho molti amici che mi invitano ad assaggiare le specialità del posto e ne hanno tante :P
buona la tua pizza!
ma hai assaggiato i vini locali? sono ottimi!!!
Deve essere bella l'Irpinia, non ci son ancora mai andata, quell'attrezzino per il pane (il mio a forma di stella) l'ho comperato questa estate in un bazar in Uzbekistan!! Ottima la focaccia! CIAO SILVIA
Che bello il post, cara Serena!
Senti, ho pensato a te per una cosina, vai a dare un'occhiata al mio ultimo post.
Un bacio
siiii sono stata a Scampitella!!
baci
Davvero una splendida ricetta Serena... Complimenti, mi sa proprio che me la segno! Un bacione e buona giornata! :-D
La vita in campagna non è semplice, come in tutte le cose pero' ci sono dei lati positivi e dei lati negativi. non conoscevo questo ricetta, ne sono rimasta affascinata la segno subito.
Ciao Daniela.
davvero golosa questa pizza! da provare!
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