18 nov 2011

La mia Ribollita. E della mia mamma, della mia nonna e via via su fino a salire...


Ribollita
Varco la porta scorrevole della biblioteca, stordita dal freddo e ancora un po' tesa della giornata lavorativa.
I bibliotecari mi salutano con un cenno, alzo appena la testa per ricambiare e mi dirigo verso la sezione "Novità". Le mie dita sfiorano le copertine dei libri marcati "2011" e indugiano su "Le Lettere Segrete di Jo". Ho sempre pensato che prima o poi qualcuno avrebbe preso in carico l'eredità della Alcott, che non tutto poteva finire... già, come finiva più "I ragazzi di Jo"? Qualcuno di voi se lo ricorda?
Non importa, lo prendo, sarà curioso sapere che ne è stato delle Piccole Donne.
Faccio per estrarre la tessera e l'addetto mi sorride "Serena, giusto? Non importa la tessera".
Esco dall'edificio pensando alla lista dei posti dove posso considerarmi "popolare", dove tutti mi salutano come una vecchia amica:
  1. La biblioteca di quartiere (che ringrazio per aver riaperto e fornirmi la compagnia per le mie notti insonni)
  2. Il reparto di ortopedia oncologica di Careggi (che ringrazio perché hanno fatto un bel lavorino, che mi permette di cucinare usando entrambe le braccia)
  3. La Lidl davanti all'ufficio (che ringrazio perché mi permette di cucinare senza vendere entrambe le suddette braccia per procurarmi i soldi per la spesa)
Non male per una ragazza che l'ultima volta che aveva pensato alle Sorelle March, circa vent'anni fa, era l'anima della notte, la regina di tutte le feste (prego l'orchestra di attaccare le note di Dancing Queen).
Mi stringo nelle spalle, la vita fa giri strani, ma poi il cerchio si chiude sempre. 
Magari davanti a un piatto di ribollita, che è la stessa che mangiavi allora, fatta con la stessa ricetta, pregando che lo stomaco non si gonfiasse troppo sotto il tubino che avresti indossato per l'ennesima serata in discoteca e i capelli non si impregnassero dell'odore di cavolo. 


Colonia Felina (7)

Ingredienti:
Procedimento:
Per preparare una buona ribollita, bisognerebbe organizzarsi con due giorni di anticipo, mettendo a mollo i fagioli in abbondante acqua. Il giorno seguente, scolateli e lessateli con la cotenna e due prese di sale e lasciateli raffreddare nella loro acqua.
Raccoglieteli, con l'acqua di cottura, e metteteli da parte.
Mondate il cavolo nero (so che fuori dalla Toscana non si trova facilmente, ma provate a controllare nel reparto ortofrutta dell'Esselunga: spesso è disponibile in buste, già pulito e tagliato) e tagliatelo a striscioline.
Fate fondere il burro di cacao (la ricetta originale, ovviamente, prevede l'olio evo, ma, dato che le verdure necessitano di essere soffritte a lungo, usando il burro di cacao eviterete di bruciarle), aggiungete i semi di finocchio, il misto per soffritto e fate rosolare per una decina di minuti, finché gli ortaggi non risulteranno teneri.
Unite il cavolo nero e fatelo appassire (questo unicamente per fargli perdere di volume, in maniera da non far strabordare la pentola: se disponete di una casseruola abbastanza grande potete saltare questo passaggio), quindi versate i pelati, i fagioli e la loro acqua di cottura in quantità sufficiente a coprire le verdure.
Spezzettate il pane e disponetelo in superficie, in modo da rivestirla completamente, pressatelo un po' e rimettete la pentola sul fuoco. Riportate a ebollizione e fate cuocere per circa 20'.
Fate raffreddare e lasciate riposare per un giorno intero.
All'indomani, fate ribollire la zuppa e servite, con un filo d'olio.

Questo post parla di legumi... e per rimanere in tema, vorrei invitarvi tutti a prendere parte al Contest Lenticchia Pedina, inserendo la vostra ricetta a base di lenticchie sul sito (il procedimento è semplicissimo, è sufficiente cliccare sul link che vi ho dato e seguire le istruzioni). Per un sacco di buoni motivi: il primo è che i primi venti iscritti riceveranno una confezione di lenticchie Pedina (buonissime e molto eco-bio, perché cuociono in 12 minuti in pap) e un grembiule supercarino; il secondo è che ci sono in palio dei premi da far girare la testa (non il solito cesto alimentare, per intenderci); e il terzo, che è anche il più importante, è che le Lenticchie Pedina sono buone e fanno bene, ma più degli altri legumi. Perché quest'anno Pedon si impegna a favore dei bimbi delle favelas, donando 15 centesimi per ogni confezione venduta di Lenticchie Pedina, per supportare un progetto che li aiuta a "non crescere troppo in fretta", che è un'idea che trovo bellissima, perché, anche se non ho mai visto i bimbi delle favelas, ho visto i bimbi del centro Africa che lavorano tra un attacco di malaria e l'altro e vi assicuro che non è un bello spettacolo e sono molto fiera della mia cuginetta che sta partendo per andare ad aiutarli con MSF, anche se mi mancherà da morire, ma non fa niente, andremo a trovarla. Ma anche se non siamo medici, possiamo aiutare lo stesso con quello che sappiamo fare: comprando le lenticchie Pedina e realizzando una ricetta.
Io ho partecipato, vi va di farmi compagnia? Magari vinciamo il primo premio e partiamo insieme ;-)

24 commenti:

Dolci a gogo ha detto...

Quante emozioni mi hai trasmesso con questo post Sere ed ho scoperto qulacosa in piu di te...sei speciale come ho sempre pensato!!
la ribollita è un piatto che voglio preparare da sempre ma quel cavolo di cavolo nero nn riesco mai a trovarlo a napoli:-)!!!
bacioni,imma

Raffi ha detto...

che belle parole...ti adoro! e che splendore questo piatto... ti svelo una cosa: non l'ho mai mangiata... posso assaggiare??

Mary ha detto...

E' emoziante la tradizione che porti avanti , assaggiare quei sapori di un tempo che oggi non è piu facile trovare nelle case.

Kittys Kitchen ha detto...

Come le racconti tu certe vicende non le racconta nessuno Sere.
La ribollita non l'ho mai preparata in casa, ma l'ho mangiata spesso in Toscana è una zuppa che parla di tradizione ed è bello leggerla da qualcuno che ha ancora voglia di prepararla come una volta. Grazie per la ricetta

In cucina ha detto...

Mi pìace tutto, il tuo commento, il fatto di trovare nella tua biblioteca un posto speciale, le tue letture e questa ribollita per cui provo tanta curiosità, perché non l'ho mai assaggiata. E' molto simile a un piatto tradizionale della mia regione in Spagna

Simo ha detto...

che bello questo post....
La ribollita è un piatto che non ho mai fatto, ma devo rimediare. Il problema è il cavolo nero che qua non trovo facilmente...
Un abbraccio

Ely ha detto...

Un post diverso dal solito, più carico di emozioni... più ricco... come ricca e favolosa la tua ribollita che si tramanda da generazioni..... Un grosso abbraccio cara!
Ely

Meggy ha detto...

Sereeee bellissimo post,ricco di emozioni come piacciono a me.Aggiungici la ribollita e arriva sulla vetta dei miei preferiti in assoluto, squisita, brave tu, la mamma, la nonna e via dicendo :) :) Un bacione e buon we

lucy ha detto...

mi meto in ginocchio e chiedo perdono.....non ho mai mangiato la ribollita!mi inviti a cena?

Unknown ha detto...

bel post. Io giro per i blog più per leggere storie nuove che per le ricette, e il tuo è sempre un porto sicuro dove approdare! Io ringrazio l'esselunga ogni volta che mi fa trovare il cavolo nero bell'e pronto, è meraviglioso. E la ribollita mi fa puzzare acasa e vestiti, ma ha un sapore che non ha parole, solo tante coccole calde e voglia di rifarla un sacco di volte!

Saretta ha detto...

Io mi identificavo con Joe da piccola, pensa te...amavo il suo amore per la cultura ed i libri, la sua forza, al sua indipendenza, il suo anticonformismo...e non ti dico la soddisfazione di quando incontra il professore!!!!Beh, mi sono letta tutto tranne la lettera di Joe, buono a sapersi!E' bello essere distinti dalla massa, ti fa sentire a casa :)Grazie per la ricetta e la dovulgazione dell'iniziativa, ne ho una in saccoccia proprio con le Pedon bio, ma non so se riescoa d arrivare tra le prime 20!Vediamo...
La ribollita per me è un piatto del cuore, sebbene non sia toscana..io però sono convinta di portare geni antichi del centro-sud in fondo in fondo...;)
Un abbraccio

Serena ha detto...

@ Saretta: io naturalmente ero la piccola, capricciosa, viziatissima Amy... ma invecchiando sto diventando più che altro simile alla zia March (o al pappagallo)

Manuela e Silvia ha detto...

Ciao Onde! che meraviglia! questa zuppa è fantastica! un piatto tradizionale e davvero ricchissimo!
ci uniamo peril rpanzo, che dici??
un bacione

Anonimo ha detto...

adoro le ricette tradizionali e questa e' una di quelle che mi intriga di piu'! Un bacio, buon we:))

Paola ha detto...

Anche per me Lidl è uno dei posti che mi fanno sentire "popolare" :-)
sai che non ho MAI, dico MAI, mangiato la ribollita??? dovrò assolutamente rimediare...

buon weekend dancing queen!! :-D

Carolina ha detto...

Io ti adoro. Rallegri sempre la pausa pranzo. :)
Dancing Queen na na na naaaaaaaaa!

annaferna ha detto...

ciao Serena
ecco un piatto che io non potrò mai cucinare, perchè come ho detto più di una volta qui da me il cavolo nero non esiste e mi piacerebbe sapere se esiste un ortaggio con cui potrei sostituirlo!
E fin qui la ricetta.
Ma quello che più mi ha afferrato il cuore leggendo il tuo post è l'antefatto alla ricetta e scopro un sottile discorso velato di ricordi dolorosi e spero per sempre lontani.
Cara amica l'incontro di tante di noi con dolori estremi ci riempie la mente e lascia solchi nel cuore , solchi che lo ammorbidiscono e aprono a nuovi sentimenti più "umani" e sensibili, insomma nonostante il dramma e il terrore, ci migliora!
ho sfiorato anch'io, e ripeto per fortuna sfiorato ,quel dramma, comunque vissuto in famiglia più volte......
ti ringrazio della tua gentilezza e sensibilità che mi hanno avvicinata a te eleggendoti ad una delle mie preferite "amiche virtuali" di questo, non mi stancherò mai di scriverlo, meraviglioso mondo che ho imparato a conoscere, quello del blog!
Scusa se ho aperto in queste righe il mio cuore ai sentimenti.
un bacio
......ma insomma mi sai dire con cosa sostituisco questo cavolo di cavolo nero???? ^___________^??

Langolo cottura di Babi ha detto...

Ciao, scusa entro in punta di piedi, mi sembra quasi di disturbare, è uno spazio talmente delicato! Vorrei farti i complimenti, ma non so da dove cominciare, forse dalla capacità che hai di emozionare, o dalla tua bravura nello scrivere o ancora dalla splendida ribollita e altrettante belle foto. Complimenti, per tutto. Mi unisco subito al tuo blog perché davvero mi ha colpito.
p.s. ho un orsetto come il tuo Gusteau, ho letto il post a lui dedicato, è stato un topino fortunato ad avere un'amica come te. A presto, Babi

Cristina ha detto...

Ciao Serena ho letto il tuo post molto bello ed emozionante, per quanto riguarda la tua variante della ribollita la trovo alquanto originale, i semi di finocchio sono davvero una novità.

Acquolina ha detto...

quanta vita ed emozioni in poche righe...
la biblioteca è un posto magico, la nostra è talmente moderna che un computer legge la tessera e i libri e il prestito è fai-da-te! comunque qualcuno da salutare c'è sempre.
La ribollita è fantastica ma è meglio mangiarla in toscana, non mi sento all'altezza di farla a casa :-)

ElisaPavan ha detto...

cara, mi fai commuovere! mi raccomando, leggi il libro e poi facci sapere com'è! io adoravo Piccole Donne. La ribollita, orrore orrore, non l'ho mai assaggiata! dagli ingredienti però credo proprio che mi piacerebbe. interessante il cubetto di burro di cacao!!
bacioni

Alessandra ha detto...

Bellissima!!! Ho il cavolo nero nell'orto e oggi ne ho colto un casino, pero' dopo cotto sembra proprio poco... meglio usarlo per zuppe e ribollite :-)

Ciao
Alessandra

Gio ha detto...

ricetta della tradizione antica allora!
annoto con gran piacere :)
buon we!
ps ma hai già abbandonato le feste notturne?? Nooo!
io mi addormento puntualmente prima di uscire eh eh eh

Anonimo ha detto...

Leggere questo post è stato piacevolissimo, sai scrivere così bene... *_*
Non ho mai provato la ribollita sai? Magari prima o poi dovrò farla! :D
Buona domenica Serena!