Non preparavo i canederli da anni
e devo dire che, quando ho ripreso in mano quel libro piccolino, comprato tanto
tempo fa, ero un filo emozionata e turbata. I canederli erano una tradizione di
una vita che non c’è più, lascito di viaggi passati, in posti che ho amato
molto e in cui, recentemente, ho sentito il bisogno di tornare, per “bonificarli”
dai ricordi e vestirli di presente.
La cucina tirolese è per me ricca
di suggestioni, ogni piatto, ogni ingrediente è legato alla mia memoria
ancestrale o quanto meno primaria, e mi suggerisce immagini stranamente confortanti
che, come per Marcel con le sue madeleines, mi liberano per un attimo della
paura della morte.
Nella sua semplicità, ci trovo
qualcosa di magico, il modo in cui certi impasti si rapprendono, altri si
ammorbidiscono, altri diventano cremosi… e quella precisione maniacale nei
dosaggi, indispensabile perché la magia avvenga, certo codificata in grammi e
cucchiai solo in tempi moderni, e che in passato si doveva tutta alla
meticolosità nordica, che si ritrovava anche nelle misurazioni “ a occhio”.
Sarei riuscita a ricreare l’incantesimo?
Beh, ti lascio giudicare.
Ingredienti:
- 200 gr di pane bianco raffermo
- ½ cipolla
- un goccio d’olio
- 80 gr di fiocco (è la parte meno grassa e più pregiata dello speck, ma ovviamente puoi usare lo speck)
- 1 cucchiaio di erba cipollina liofilizzata (Cannamela)
- 2 cucchiai rasi di farina
- 2 uova
- 100 ml di acqua
- sale
- 60 gr di burro
- 100 gr di parmigiano (o Trentingrana, se vuoi rimanere in regione)
Procedimento:
Spezzetta il pane con le mani e
sistemalo in una ciotola capiente.
Trita la cipolla e falla stufare
in poco olio, quindi mescolala al pane, insieme al fiocco, dadolato. Incorpora
la farina, l’erba cipollina e le uova. Versa l’acqua nella terrina e mescola
bene, per impregnare il pane. Lascia riposare almeno 20 minuti, finché non si
sarà formato un composto abbastanza omogeneo. Ricorda che più minuti saranno i
pezzetti di cipolla, pane e speck in partenza, più l’impasto risulterà fine,
senza che sia necessario lavorarlo troppo. Una lavorazione prolungata, infatti,
potrebbe renderlo eccessivamente sodo.
Dopo il riposo, preleva con l’aiuto
di un cucchiaio medio delle piccole porzioni di impasto e forma delle
polpettine dalla superficie il più possibile liscia. Con queste dosi dovresti
ottenerne 12. Sistemale su un tagliere foderato di carta forno e fai riposare
ancora in frigo, almeno per un’ora.
Metti a scaldare l’acqua, al
bollore salala e calaci i canederli con l’aiuto di una ramina. Calcola 20’
dalla ripresa dell’ebollizione. Nel frattempo, fondi il burro e grattugia il
formaggio.
Preleva i canederli dalla pentola,
sempre utilizzando la ramina e poggiali un attimo nuovamente sulla carta forno,
per farli scolare bene.
Impiatta irrorandoli di burro
fuso e cospargendoli di parmigiano.
I canederli, a rigore,
richiederebbero un abbinamento enologico rispettoso della territorialità, un
Marzemino o una Schiava, ma non li avevo e così ho deciso di stravolgere
completamente i diktat da manuale, sperimentando un insolito matrimonio tra
nord e sud e affidando la morbidezza del piatto, appena screziata dalla
sapidità dello speck e dalla dolcezza della cipolla lungamente imbiondita alla
rotondità e ai profumi di uno Chardonnay
siciliano delle Cantine Settesoli,
vinificato solo in acciaio e molto fedele, pertanto, ai caratteri varietali che
questo duttile vitigno assume nell’isola: sentori citrici ed erbacei, che
richiamano l’erba cipollina, abbondante nell’impasto, freschezza vivace,
moderata mineralità, a bilanciare la pastosità del pane intriso di burro e
formaggio filante. Ho osato e non nego di aver apprezzato, anche se i più
rigorosi, sicuramente, mi bacchetteranno.
Ma alla mia età il rigore non lo
temo più.
8 commenti:
Che buoni che sono i canederli!!!
I tuoi sono carinissimi!
Ti abbraccio
Mi hai fatto venire una gran voglia di tornare in montagna dopo tanti anni. La montagna è magica in tutto, nei paesaggi, nei profumi, e nei sapori
Davvero speciali i tuoi canederli, bravissima come sempre!
Mai preparati i canederli...
Grazie per la ricetta..ora mi metto all'opera!!
Anche per me i canederli sono un modo per tornare in posti molto amati. Per molto tempo li ho pensati difficilissimi e lunghi da preparare, poi - come si dice - ho "preso la mano" e nella mia cucina ogni tanto, specialmente in inverno, i canederli fanno la loro comparsa.
Se poi ne preparo in quantità, finiscono nel freezer, pronti a tuffarsi nel brodo per piatti serali al ritorno dal lavoro...
Adoro la cucina tirolese e i tuoi canederli sono perfetti e chissà che bontà! Un abbraccio
La cucina tirolese è veramente suggestiva...di canederli ne ho provati di diversi gusti quando il mio compagno me li portava sottovuoto dal Trentino...questo post è un invito goloso a provare a casa la magia!!!
Buongiorno,
una breve nota per dire ti amo il tuo blog, quindi non privarmi!
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