Quando taccio per un po’ c’è da preoccuparsi… difficilmente a mancarmi è il
tempo, bensì la fiducia in me stessa che sì, ce la posso fare a scrivere un
post. Alcuni eventi, di cui è consigliabile tacere, mi stanno prosciugando: i
germogli occasionali non sbocciano e cadono a terra, formando un tappeto croccante
di petali in potenza, appassiti troppo presto. I rami si piegano mestamente
verso il basso, non c’è cielo a cui tendere, né pioggia gentile, il tronco è ticchiolato
ai limiti del marciume, le radici non hanno più la dignità di assorbire i
nutrienti del terreno.
Ho deciso di addentrarmi in una tematica così delicata e personale perché
questo è uno dei pochi canali di cui dispongo per sfondare il muro della
vergogna e dell’umiliazione che determinate situazioni generano in chi ne è
vittima, annientandola fino a indurla a individuare in se stessa la causa della
bassezza altrui.
Mi dispiace non poter essere,
al momento, più chiara, ma arriverà anche il giorno in cui di certe cose si
potrà scrivere sui giornali, monologare nei teatri, raccontare sulle tele, con
pennellate arrabbiate. Ma non ora, non qui.
La mia ricetta di oggi, ad essere sinceri, altro non è che un’insalata, ma
nella mia vita ci sono già fin troppe cose sotto tono, e metterle un vestito
posh è servito a suscitare reazioni meravigliate, come spesso accade nella
vita.
Diverso il caso del Nanì
Brut delle Cantine Ceci, spumante
brut da Chardonnay in purezza, racchiuso in un packaging sicuramente d’effetto,
ma che non inganna sul contenuto: il riposo della cuvée in barriques di rovere
gli regala, infatti, una tempra insospettabile, che lo rende indicato anche a
tutto pasto.
Io l’ho preferito come aperitivo, sedotta dal fine perlage e dai profumi
delicati, di fiori e frutta bianca, rinfrescati da una folata effimera di erbe
officinali e da un finale, sorprendentemente, caramellato.
In bocca, come dicevo, rivela una struttura solida, sostenuta da una
preponderanza delle parti dure, freschezza e sapidità, bilanciate, a loro
volta, dalla rotondità avvolgente.
Ingredienti:
- 4 kiwi (Naturavera Bio)
- 200 gr di salmone affumicato
- un vasetto di pannocchiette di mais (Zuccato)
- 4 cucchiai di peperoncini rossi piccanti sott’aceto
- una manciata di mandorle (Naturavera Bio)
- olio extravergine di oliva
- un ciuffo di finocchietto
Procedimento:
Sbuccia i kiwi, tagliali a cubotti e disponili sul fondo di 4 verrines.
Crea un secondo strato con il salmone tagliato a listarelle e adagiavi sopra
qualche pannocchietta. Decora con una cascata di peperoncini e mandorle
(ovviamente sgusciate), condisci con un filo d’olio e completa con il finocchietto
selvatico
6 commenti:
Questa è la classica insalata che mi regalerei in un momento no tutto mio...nemmeno avrei voglia di condividerlo per capire se a chi ho di fronte possa piacere oppure no il contrasto frutta secca, fresca, salmone, spighetta....un' insalata di sicuro mio gusto...e me la godrei...punto e basta. Non so cosa ti abbia ferita ma poiché mi sento ammaccata anche io in questo periodo ti dico che nonostante accada è ingiusto sentirsi male per la bassezza altrui cercando sempre proprie colpe. Il centrino del sottobicchiere è troppo carino!!!
Mi dispiace che sia un periodo no, spero che ritorni spesso la primavera e le piante aromatiche riprendano a rifiorire :-)
Sarà anche una insalata, ma presentata così è proprio figa.
Sere che succede!? Mi spiace che tu stia vivendo un brutto periodo...sai che puoi scrivermi quando vuoi...
Belle queste verrines, ho anche io queste coppe ed adoro riempirle di ogni ben di Dio, quello che ci metti dentro acquista un nonsochè di chic... ;)
Bacione e a presto
Ciao Serena ! spesso attraversiamo delle prove, la vita ci prova e dobbiamo costruire il nostro riscatto.... te lo auguro. Il bisogno di bellezza comunque viene fuori dalla tua ricetta, ti abbraccio !
mi spiace spero che il momento passi presto e che ci sia la forza di parlare apertamente e trovare giustizia. bellissima l'idea di queste coppette!
E in effetti mi sono preoccupata sai?
Ero perplessa non vedendo aggiornamenti ma chissà, magari eri tra i campi passeggiando sotto il sole di fine marzo...
Sono molto dispiaciuta nel leggere le tue parole, così indicative nella loro elegante riservatezza. Ammiro il tuo coraggio (? perdonami, non so se sia un termine adatto alla situazione) nell'utilizzare il canale del blog per esprimere uno stato d'essere mooolto delicato, personalmente lo trovo molto *difficile* da gestire a volte.
Ti auguro quello che desideri,
wenny
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