Ho silenziato il blog perché mi rendo conto che non sono più
in grado di scrivere… a volte mi capitano sotto gli occhi i vecchi post e mi
chiedo da dove venissero la fluidità di espressione, le capacità evocative,
alcuni guizzi di sagacia.
La mia fantasia in cucina si prosciuga con il mio eloquio e
con il mio spessore emotivo, sempre più spesso mi sorprendo a replicare ricette
assodate, quando non a mangiare a caso, a cercare le parole, quando non a
tacere, a schivare il coinvolgimento, quando non ad astrarmi.
Come aggiungere valore a una brutta copia di quel borscht indimenticabile
che una cara amica bielorussa cucinò per me nei giorni spensierati in cui
partecipavo attivamente alle attività del couchsurfing, in versione calda, da
sorbire in un’umida serata ottobrina, o fredda, all’indomani, per una pausa
pranzo nutriente?
Tatiana era andata al mercato, aveva acquistato tutti gli
ingredienti freschissimi, si rifiutò di transigere sulla sostituzione della
panna acida, che non riuscivamo a trovare, con lo yogurt, preparò il brodo a
parte e bollì le verdure separatamente, dopo averle cubettate con calma
serafica, cantando arie d’opera, di cui era appassionata. Parlavamo di gatti e
di politica, di arte e di cucina, io correggevo il suo italiano e lei il mio
inglese. La nostra risposta preferita era “yes, but no”, una forma di
diplomazia per non dire “ti stai sbagliando” e, mentre io mi sforzavo di
ricambiare la sua dedizione nel cucinare bielorusso con esperimenti creativi,
quando ci salutammo, mi confessò che un piatto italiano che avrebbe tanto
voluto assaggiare erano gli spaghetti al pomodoro.
Fu l’unico lato comico di quell’addio bagnato di pioggia e lacrime.
Adesso il ricordo di Tatiana è incasellato tra le cose belle
che ho vissuto, nella sezione “iniezioni di fiducia nel genere umano” e il suo
borscht non è replicabile, quindi te ne propongo una versione meno brigosa, in
pendant con la pigrizia intellettuale che ha caratterizzato questi ultimi mesi
Ingredienti:
- 150 gr di verdure miste per soffritto
- olio di semi di girasole
- 4 rape rosse (Natuvera Bio)
- un cucchiaino di brodo granulare
- 1 vasetto di crauti al naturale (Zuccato)
- 1 vasetto pomodori ciliegini in salsa (Azienda Agraria Duca Carlo Guarini)
- una manciata di finocchietto selvatico
- aceto balsamico (Toschi)
- 100 ml di panna acida
Procedimento:
Dadola il misto per soffritto e fallo stufare nell’olio
finché non sarà ammorbidito. Nel frattempo, pela le barbabietole, tagliane 3 a cubotti
e l’ultima à la julienne.
Aggiungi nella pentola il brodo granulare, le rape, i crauti
con i loro liquido di conservazione, i pomodori e il finocchietto.
Copri d’acqua e lascia sobbollire per 30 minuti.
Lascia raffreddare completamente prima di servire, con un’ulteriore
spruzzata di aceto balsamico e una cucchiaiata di panna acida a sormontare ogni
porzione.
6 commenti:
Ma che bei colori, fantastici.
Il sapore deve essere squisito!
Ti abbraccio
Tesoro bentornata:-)!!mi sono mancate le tue ricette gustose e raccontate sempre alla perfezione con le tue emozioni e i tuoi pensieri e questo piatto ha dei colori favolosi ed invitanti. Baci,imma
Io continuo ad amare i tuoi racconti, hai fatto davvero un sacco di esperienze affascinanti. Ti confesso che ho assaggiato una volta il borscht in Ucraina e non mi era piaciuto forse perchè non amo i crauti cotti. O forse perchè non erano stati fatti con tanto amore come quelli della tua amica Tatiana
Questa è una zuppa che non ho mai assaggiato e che mi incuriosisce assai...
E sappi che mi piace leggerti, sempre..
Un bacio grande grande
ben tornata e come si risveglia la primavera ti risvegli tu!
Non importa in che fase della vita tu sia, le tue ricette non sembrano mai scontate anche se credi che siano rivisitazioni spesso per me sono novità assolute. ..le parole vanno a vengono...sono le giuste fasi di chi non si nasconde ma è così com'è. Un bacio!
Posta un commento