E’arrivato un gran caldo, quel
clima insopportabile, che a Firenze si declina in modalità torrida d’asfalto
durante la giornata, e umida, appiccicosa e sibilante di zanzare appena il sole
si abbassa. I gelsomini impregnano la corte del loro profumo carnale da
cortigiana decadente e le piante aromatiche si ripiegano su se stesse, malgrado
le innaffiature abbondanti.
La casa, per contro, rimane
fresca: i muri spessi, i soffitti alti, il cotto grezzo a terra ne fanno una
sorta di bunker, che mi ripara dal rumore di un mondo e di un clima troppo
esuberanti, un santuario che è un po’ l’estensione di me stessa, a cui ho
faticato a dare accesso a poche, pochissime persone, per paura di imbrattarlo e
di imbrattarmi.
Possono entrare un numero
selezionato di amici, i miei genitori, il mio fidanzato. Non è permesso alzare
la voce, fare zapping, litigare, ma si possono aprire i cassetti per cercare
posate o tovaglioli, scegliere liberamente tra i vini conservati nel
sottoscala, a patto che li stappi io come si deve, cucinare al mio posto, ma
non con me, perché in cucina in due non ci stiamo, fumare vicino alla finestra.
L’età mi ha reso meditativa e un
filo nevrotica, molto pigra ed incline al dubbio, che non è più rimuginio
ansioso di certezze, ma relativismo tendente al nichilismo.
Decido di impattare il microclima della zona giorno spalancando porte, finestre e lucernari e accendendo il forno per cuocere un polpettone vergognosamente ricco, filante, da consumare caldo, in compagnia di un vino rosso che sa di sud come gli ingredienti che punteggiano l’impasto base, che è quello classico, vestito di una sfoglia burrosa che lo rende ancora più indecente.
Il vino è un Nero d’Avola Cantine Settesoli, arrivato nell’Italia
meridionale dalla Grecia e acclimatatosi perfettamente, guadagnando da terroir
e temperature un bouquet di profumi fruttati, che dal croccante si evolvono al
compostato, dal lampone acerbo alla prugna surmatura, con venature di spezie
amare. In bocca è reso risoluto da una lieve prevalenza dei tannini e dell’acidità
sulla morbidezza, ma l’insieme, in abbinamento a piatti a tendenza grassa,
risulta di grande equilibrio.
Ingredienti:
- 170 gr di olive verdi di Cerignola (Ficacci)
- una cucchiaiata abbondante di cucunci sotto sale (La Nicchia)
- una manciata abbondante di prezzemolo
- un ciuffetto di rametti di timo
- una manciata di erba cipollina
- 4-5 rametti di maggiorana
- 100 gr di parmigiano
- un uovo
- 3 cucchiai di crema di pomodori secchi (Azienda Agraria Duca Carlo Guarini)
- 300 gr di macinato di maiale
- farina qb
- olio di semi di girasole
- un rotolo di pasta sfoglia
Ingredienti:
Metti i capperi in ammollo per
circa mezz’ora, sciacquandoli e cambiando l’acqua 2-3 volte e tagliali in pezzi
piccoli, denocciola le olive e affettale minutamente, sfilaccia le erbe
aromatiche con le mani e grattugia il parmigiano. Mescola il tutto in una
terrina, stemperalo con la pasta di pomodori secchi e l’uovo sbattuto. Solo
quando il tutto sarà amalgamato, aggiungi la carne e mescolala delicatamente,
senza pressarla troppo, per mantenere l’impasto morbido. Aggiusta di sale ed
eventualmente, se il composto risultasse troppo fragile, rassodalo con qualche
cucchiaiata di farina.
Forma un cilindro e avvolgilo
strettamente nella pellicola alimentare, chiudendo le estremità “a caramella”,
e riponi in frigo per almeno un’ora.
Scalda l’olio in una casseruola
capiente e rosola il polpettone su tutti i lati. Lascialo raffreddare
completamente prima di avvolgerlo nella sfoglia.
Inforna a 180° per circa 45
minuti.
5 commenti:
Ho sempre avuto uno sciocco timore nel fare preparazioni in crosta. Crosta molliccia sotto, ripieno crudo all'interno o viceversa ben cotto, ma crosta bruciata. Così non mi sono mai cimentata.
Il tuo polpettone è sfizioso e dalle foto mi pare anche proprio bellino!
Magari stavolta ci provo :)
Qualsiasi cosa in crosta è una favola e questo polpettone non fa decisamente eccezione!
L'odore del gelsomino è qualcosa a cui non riesco a sottrarmi, quando ci passo vicino inspiro a pieni polmoni, anche perché è il ricordo del nostro ingresso nella prima casa dove ho vissuto con mio marito: un buco pazzesco, ma quel gelsomino enorme all'ingresso qualcosa di eccezionale!
Si, il caldo è arrivato prepotentemente...ormai fa così, si presenta di botto, senza avvisare, uff...
Nonostante tutto, io il forno non lo spengo praticamente mai, e tu mi hai fatto venire voglia di polpettone...il tuo è favoloso!
Baci cara
Si caldo afoso anche qui ma non ho la fortuna di avere una casa fresca come la tua e poi lasciatelo dire Serena, io mi incanto a leggere i tuoi post e questo polpettone wowwww fenomenale!!!Bacioni,Imma
Se aspetti la sera tardi il forno è ancora sopportabile....e poi se ne val la pena...Bellissimi i colori di queste foto!!!!!!
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