Scrivo poco perché “… arranco tra tutti quei fili di lana
grigi che mi si attaccano alle gambe. Sono così pesanti da trascinare…" (“Melancholia”)
. Credo poche metafore si addicano meglio alla sensazione di soffocamento e, al
contempo, desolazione, dell’ultimo periodo.
Può l’oppressione essere desolante?
No, non sono triste, non sono nemmeno torchiata da
particolari scadenze o incombenze e le preoccupazioni che mi tengono sveglia
sono un dato acquisito della mia quotidianità, non possono influire sul mio
umore, se non per un’ansia di sottofondo alla quale sono ormai assuefatta.
E’la mediocrità a schiacciarmi, la mediocrità emozionale e
intellettuale. La povertà di spirito, di argomenti, le conversazioni
circostanziali, la mancanza di senso critico.
Faccio coming out, a costo di apparire presuntuosa e perdere
il mio già scarso seguito: non sopporto l’ignoranza, intesa come mancanza di istruzione,
l’assenza di interessi culturali, non ho niente in comune con chi non ama
leggere, non comprende il cinema d’autore, non frequenta i teatri e non è in
grado di coniugare i verbi.
E sono desolata perché non conosco spiriti affini con cui
confrontarmi e oppressa perché sono, invece, costretta a farlo con persone
rozze che mi appiattiscono.
Dedico questa ricetta a me stessa, in ricordo di un
ferragosto solitario trascorso sulle rive del Lac Inférieur del Bois de
Boulogne, in compagnia di un libro, una baguette integrale farcita con burro
salato e salmone affumicato e di un giovane expat rumeno, con tante storie da raccontare,
forse alcune non vere, ma molto più sensate di quelle che sono tenuta ad ascoltare normalmente.
Ingredienti:
- 300 ml di acqua
- 600 gr di farina per pain sportif (Sporty Novaterra Zeelandia)
- 1 bustina di lievito di birra secco
- un cucchiaino di sale
- un cucchiaio di mix di semi di papavero, sesamo bianco, sesamo nero, lino (Melandri Gaudenzio)
Procedimento:
Inserisci i primi 4 ingredienti nel cestello della macchina
del pane e avvia il programma “impasto e lievitazione”. Al termine, dai all’impasto
ottenuto un giro di pieghe a tre e lascialo riposare per una quindicina di
minuti.
Dividilo in 8 porzioni e stendile sottilmente con il
mattarello per ottenere dei quadrati. Arrotolali strettamente in senso
diagonale, assottigliando un po’ le estremità: in questo modo, a cottura
ultimata, l’interno risulterà arioso e sfogliato.
Lascia lievitare ancora fino al raddoppio, quindi spennella
la superficie con poca acqua e cospargila con i semi.
Inforna a 200° per circa 30’. Per verificare che le
baguettes siano ben cotte, è sufficiente “bussare” sulla crosta: se ne
risulterà un suono “sordo”, puoi sfornarle.
5 commenti:
Oramai le persone in grado di coniugare i verbi si arrivano a contare sulla punta delle dita. Per non parlare dei libri, sembra che nessuno legga più, sembra sia molto più interessante attaccarsi allo smartphone e giocare a non so che diavoleria.
Io mi sono sentita "diversa" sin da quando ero piccola, ma mentre una volta la cosa mi rendeva triste ora sono abbastanza presuntuosa da piacermi così come sono.
confesso che in materia cineme a teatro sono molto ignorante, ma non potrei stare senza leggere e mi si rizzano i capelli a leggere la miriade di strafalcioni in giro. fossero soltanto i verbi :( a volte mi illudo che sia colpa del T9 ma appunto... mi illudo!
questo è il genere di pane a cui non so resistere e non avrebbe bisogno di altro accompagnamento :)
un bacione, buona settimana
Io aggiungo l'insofferenza verso la maleducazione e l'arroganza con le quali, sempre più spesso e in contesti diversi, mi trovo a fare i conti ...
Anche io ultimamente sono diventata insofferente, vedo troppe cose storte, troppo opportunismo, ignoranza e...beh, mi fermo qui, che è meglio. Il tuo pane mi piace un sacco....mamma mia da quanto non panifico io! Appena il tempo si rinfresca un po' ci provo....
Baci cara
Felicitaciones en su sitio maravilloso! Felicidades y buena suerte!
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