Ed è così che queste feste sono scivolate via senza che riuscissi ad aggiornare
il blog con i piatti della tradizione, ma anche senza che ne cucinassi senza
pubblicarli. Ogni anno mi riprometto di tenermi al passo e postare ricette
stagionali, ma, non c’è niente da fare, i proponimenti non fanno per me. Nel
leggere gli altri blog, vedendo comparire il tronchetto di Natale il 23
dicembre, le lenticchie l’ultimo dell’anno e le frittelle di carnevale per
tutto gennaio, mi viene da chiedermi se le altre blogger non vivano con un mese
di anticipo rispetto al calendario oppure se non pubblichino piatti
cucinati l’anno prima, archiviando ricetta e foto, per averli pronti da dare
(letteralmente) in pasto al web al momento opportuno, nel quale ultimo caso mi
congratulo con loro per le capacità organizzative.
Le mie, invece, rasentano lo zero assoluto, ma sono bravissima a dare nuova
vita a qualsiasi cosa la gente sana di mente getta nell’immondizia e che io,
invece, riciclo con pazienza, creatività e, soprattutto, rassegnazione alla
mancanza di una rendita vitalizia, un titolo nobiliare o un buon matrimonio.
Quindi, anziché lasciare la pirofila dell’arrosto a decantare nel lavandino,
in una nuvola di detersivo per i piatti, io il fondo lo stacco con del vino ben
caldo e lo trasformo in un delizioso condimento per la pasta. Perfette le
fettuccine o le tagliatelle, anche se la tradizione toscana col sugo d’arrosto
vorrebbe gli gnocchi.
Non mi resta che certificare nuovamente, grazie a questa scoperta, che il
vino risolve molte cose: ovviamente per deglassare la teglia non ti occorre un
prodotto di pregio, concentrati, piuttosto, sull’accompagnamento. Io ho scelto
un Nero
D’Avola Settesoli, che, da
poco, ha introdotto una linea biologica, per esaltare le caratteristiche dei suoi
vini con pratiche di vigna e di cantina in armonia con la natura. Quindi, nel
calice, una nuova conferma delle tipicità di questo gioiello dell’enologia
isolana, cupo nel colore, fruttato al naso, “agile” in bocca, con la certezza
di una filiera produttiva rispettosa dell’ambiente.
Ingredienti:
- fondo d’arrosto o brasato
- una tazza di vino rosso
- 50 gr di burro
- 500 gr di fettuccine (Baronia)
- 100 gr di parmigiano grattugiato
Procedimento:
Deglassa il fondo dell’arrosto
versandovi il vino precedentemente riscaldato, quindi trasferisci il tutto in
una casseruola, aggiungi il burro per affinare e lascia ridurre fino ad
ottenere un composto omogeneo e mediamente denso.
Nel frattempo cuoci la
pasta e scolala al dente, quindi ripassala nel fondo dell’arrosto e completa
con il parmigiano.
3 commenti:
Neppure io riesco mai a pubblicare qualcosa in tema con feste/carnevale/halloween e ricorrenze varie. Mah saremo disorganizzate noi.
Il sughetto dell'arrosto è una delle cose più buone dell'arrosto, insieme ai briciolini che rimangono nella teglia. Sarebbe davvero un sacrilegio buttarlo via. Io ci "toccio" il pane, non avevo pensato all'idea di usarlo per condire la pasta
Adoro il sugo d'arrosto! Lo faceva sempre mia mamma e ci uscivano di quei piatti di tagliatelle da leccarsi i baffi, proprio come il tuo! Un bacio
Super!!!
Ça fait plaisir d’avoir des nouvelles recettes!!
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