Visualizzazione post con etichetta Non bisogna uccidere i lampi di felicità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Non bisogna uccidere i lampi di felicità. Mostra tutti i post

28 gen 2014

God Save the Wine - Winter 2014



Eccomi qui, reduce dalla verifica di primo livello FISAR (i risultati a breve… e speriamo mi vogliano bene!!!), a raccontarti, con qualche giorno di ritardo, dell’edizione invernale del God Save the Wine, una delle più versatili manifestazioni dedicate al vino che Firenze ospita. A caratterizzare questo appuntamento e a distinguerlo dalle solite rassegne è la sua collocazione in contesti suggestivi, nell’ambito di eventi a tutto tondo, che le permettono di sconfinare oltre i limiti riduttivi delle semplici degustazioni.
Andrea Gori “sommelier, oste, poeta”, come ama definirsi, è insuperabile nel creare situazioni memorabili che pongono il variegato mondo enologico di fronte a sfide sempre nuove: stavolta la mission della serata era avvicinare il vino al fast food statunitense in una location che si collega alla cultura musicale, gastronomica e del divertimento anglosassone, l’Hard Rock Cafè.
Una scelta azzardata, forse, in un milieu come quello mediceo, in cui questo locale ha aperto relativamente di recente, soppiantando lo storico Bar Gambrinus, tradizionale ritrovo della Firenze “bene”. Ma gli azzardi pagano e la riuscita della serata ne è la prova: hamburger, canapés e fish&chips grondanti di ketchup e maionese si succedono sui vassoi a ritmo metropolitano, mentre i produttori presenti offrono in degustazione le loro etichette con sorniona cadenza europea. Sullo sfondo, il maxischermo che passa video dei Kiss e dei Guns e mi fa riscoprire il mio amore per il rock della vecchia guardia.


La parte del leone la fanno le cantine toscane, che presentano spigolosi Sangiovese: niente di più lontano dal gusto del Nuovo Mondo, abituato alla maestosità sciropposa dello Shyraz. Più contestualizzata, indubbiamente, la presenza degli amabili Lambruschi e dell’Oltrepò Pavese, ma la vera regina della festa è Ritterhof.
La rinomata cantina di Termeno presenta il delicato Lenz, divenuto ormai un classico dell’aperitivo altoatesino, grazie al suo bouquet fruttato e fiorito e alla sua silhouette agile e giovane, sottolineata da un’etichetta frivola e spiritosa, che si imprime nella mente: una sensazionale operazione di marketing non smentita dall’assaggio.
In alternativa, il Gewurtztraminer base, fedele interpretazione del Gewurtztraminer “comme il faut”: una soave esplosione di rosa damascena, con un fondo speziato che lo rende interessante, senza l’invadenza di molti analoghi altoatesini. Un vino di classe, ma beverino, che guida spontaneamente verso i crostacei e il coquillage più raffinato.
Tra i rossi, domina il Jansen, nobile Pinot Nero barricato: inconfondibile il profumo di frutti rossi, epurato del tipico sentore “selvatico” di questo vitigno dal passaggio in barrique, che lo ingentilisce con una nota carezzevole di vaniglia, che gli regala una struttura corposa, insospettabile all’esame visivo.
Infine l’imperioso Merlot Riserva, scuro, denso e profondo come la notte, con un’indimenticabile attacco di frutti di bosco neri, irrobustiti dai tannini gallici del legno in cui riposa per oltre un anno, che gli conferiscono una maestosità opulenta, ma non intrattabile.



Come sempre, l’incontro con gli straordinari personaggi che si muovono attorno alla favola del vino mi lascia leggermente ebbra, soprattutto di soddisfazione e del sogno, un giorno, di farne parte anch’io. 

23 lug 2013

God Save The Wine (Vini e Sogni di una Notte di Mezz'Estate)


God Save the Wine

Una cartolina dalla mia città, scattata da una prospettiva fiabesca, il roof garden del Grand Hotel Baglioni, una di quelle location esclusive a cui non avrei mai creduto di avere accesso.
Se ne ho avuto l'opportunità devo solo ringraziare Christina e Monika della RonerRitterhof, che mi hanno voluta con loro per un evento d'eccezione, God Save The Wine: dodici cantine d'eccellenza che hanno portato in degustazione le loro etichette "top", aggiungendo emozione alla perfezione estetica di una vista a 360° sul centro storico, tra scale, terrazze, ringhere, abbaini e siepi di oleandri a movimentare il classico sky line fiorentino. 

God Save the Wine

Degustiamo per primo il Lenz, un blend di Chardonnay, Müller Thurgau e Moscato vinificato in secco, giovanile e danzante, un vino che rappresenta un po' tutti noi nella nostra componente più spensierata, in quei rari momenti di grazia in cui ti senti leggera come vorresti e desideri solo sorseggiare un bianco festoso nella piazza di Mülbach al tramonto, mentre il paese e la serata ti scorrono pacificamente davanti. Una di quelle occasioni in cui hai la sensazione che il mondo possa funzionare anche se ti prendi una pausa.

Il Gewürtztraminer Crescendo è invece un'esplosione debordante di vibrazioni "nude"... mi fa pensare in primis a petali di rose che si librano in aria, ma è molto di più di fiori ondeggianti: ci sono tanti aromi, tante spezie, tutti sapientemente equilibrati per non renderlo troppo "difficile" e solitario, ma, al contrario, complemento perfetto per i crostacei, soprattutto se ben aromatizzati, di cui esalta e bilancia la mineralità.

God Save the Wine

Proseguiamo con un Lagrein Rosato, credo il primo rosé fermo che abbia mai assaggiato: fresco, profumatissimo, colpisce all'assaggio per un retrogusto di amaretti che ne smorza l'esuberanza iniziale e lo rende adatto, oltre che per gli aperitivi di cui sopra, per una grigliata di pesce di quello un po' importante, magari di lago, magari, perché no, da mangiare in riva al Lago di Caldaro, a un passo dalla Ritterhof, proprio quello che spero di fare nei prossimi giorni.

Ormai l'umore, corroborato da mille degustazioni e dalle storie affascinanti dietro a ciascuna di esse, è alle stelle, le stesse che, dopo il temporale che ci aveva fatto temere l'annullamento della serata, finalmente tremolano nel cielo.
L'ultimo calice lo consacriamo sulla terrazza, abbastanza alta e ventilata da consentirci di apprezzare, malgrado l'afa, la frutta nobile e polposa di un Pinot Noir Crescendo, reso importante e maturo dalla barrique, così pieno ed austero da farci rimpiangere che non sia già arrivato l'autunno, per corredarlo di selvaggina in umido che lo magnifichi.

God Save the Wine

Usciamo sbandando leggermente, più che per il vino, per le emozioni forti che ci ha regalato, per il sentimento raro di sorellanza che ci unisce, e mentre usciamo mi ritrovo a scartare un regalo inatteso

Ringrazio ancora di cuore la Ritterhof, per avermi coinvolta, Andrea Gori, per l'organizzazione impeccabile, lo staff del Baglioni per l'efficienza e la cortesia, Firenze per l'inquadratura suggestiva, le mie amiche per l'affetto e tutti per aver reso speciale un battito d'ali della mia vita.

19 mar 2013

Tiroler Merende


Merenda Tirolese

.. che a noi italiani come titolo potrebbe anche sembrare una presa in giro, ma in Alto Adige lo spuntino del tardo pomeriggio si chiama proprio così.
Per la verità si tratta di un pasto che, nei rifugi o nelle stuben viene servito un po' a tutte le ore e potrebbe considerarsi l'equivalente del tagliere toscano, ovviamente con prodotti declinati in modalità tirolese.
Ho dei ricordi tenerissimi delle merende tirolesi consumate durante le mie escursioni in questa magnifica regione, in cui sono molto lieta di tornare anche la prossima estate, stavolta nella a me sconosciuta Val d'Ultimo: dopo tanti anni in Bassa Pusteria, infatti, abbiamo deciso di spostare un po' le nostre prospettive e siamo impazienti di scoprire cosa ci riserva questa zona. Con la certezza, comunque, che sul fronte enogastronomico, non verremo delusi.
Sere fa ho organizzato una cena tipicamente altoatesina con alcuni amici, con i quali, qualche anno fa, abbiamo trascorso una vacanza a Rio Pusteria e quella che vedi in foto è la tavola, come l'ho apparecchiata in quell'occasione: è stato molto bello ritrovarci insieme e ripercorrere i momenti magici vissuti insieme ad alta quota.

Vediamo, comunque, cosa possiamo aspettarci ordinando un tagliere misto in un rifugio alpino:

  • Lo speck, naturalmente lo conosciamo tutti, soprattutto come ingrediente di certe preparazioni tipiche, ma la merenda tirolese ne prevede la consumazione in purezza
  • Il Kaminwurzen, una speciale salsiccia secca, affumicata
  • Il formaggio affumicato al ginepro, una delizia fresca e morbida dai sentori boschivi caratteristici delle piccole bacche che spiccano da questi arbusti
  • Il chutney di pere e zafferano, molto aromatico, da abbinare con il formaggio
  • Il pane di segale croccante, profumato con abbondanti semi di kummel, in diversi formati
  • La Schiava, lo schietto vino rosso autoctono da pronta beva, che tradizionalmente accompagna le occasioni conviviali
  • Il succo di mela, profumatissimo e rinfrescante
Se hai voglia di seguirmi in questo viaggio virtuale attraverso la tradizione gastronomica di questa regione che mi affascina tanto, esamineremo in post dedicati ogni singolo prodotto e proverò a raccontarti qualcosa della sua storia.

Tutti queste ghiottonerie le puoi trovare, ovviamente, in Alto Adige, in particolare nei punti vendita di Merano e Bolzano Pur Südtirol, ma puoi anche acquistarle anche on line.

24 dic 2012

Caro Babbo Natale...


Christmas

... quest'anno non è che sono stata proprio un esempio di bontà, ma sai meglio di me che me ne sono capitate di tutte, quindi se mi è partito qualche vaffa di troppo, qualche piatto del servito buono ha attraversato la cucina e si è schiantato contro la finestra e ho commesso qualche frivolezza, penso di avere delle attenuanti.

Io vorrei migliorarmi, ma mi piacerebbe che la vita mi desse una mano, perché essere perfetti "nonostante la situazione" non è facile. Esserlo "grazie alla situazione" mi aiuterebbe.

Allora, per il 2013 vorrei:

1) svegliarmi di buonumore anche nei giorni feriali
Confettura di Kaki al The Verde

2) qualche parola di incoraggiamento

Christmas
Panettone alla Birra Antoniana e Birra Ettaler

3) un tot di serate spensierate da passare con gli amici e le persone care

Hugo alleggerito alla Menta Piperita

4) un po' di relax, da consumare nell'intimità della mia casa
Elisir al Caffè, Fragola e Cacao

Caro Babbo Natale, so di averti chiesto cose un po' complicate, quindi ti lascio anche qualche indicazione su come procurarmele.
Se poi non ti è possibile, non preoccuparti: una tiara di diamanti andrà benissimo.

Confettura di Kaki al The Verde


Per la confettura di kaki al the verde: 
Procedimento:
Monda i cachi e tagliali a dadini. Cubetta anche le mele e metti tutto in una casseruola con il miele e la cannella. 
Prepara una tazza di the e lascia in infusione coperto per 20'. 
Versa anche il the nella pentola e fai riposare coperto per una notte.
L'indomani, porta a ebollizione e cuoci mescolando spesso fino ad ottenere la giusta consistenza.
Invasa la confettura ancora bollente in barattoli ben puliti e chiudi immediatamente, capovolgendoli per 5', per formare il sottovuoto.

Confettura di Kaki al The Verde

Per l'aperitivo "Hugo"

  • 1/3 di the alla menta
  • 1/3 di liquore ai fiori di sambuco (Holler Sambo Roner)
  • 1/3 di prosecco frizzante
Procedimento:
Prepara il the, lascialo raffreddare completamente e versalo nei bicchieri da aperitivi fino a 1/3. Completa con 1/3 di liquore al sambuco e 1/3 di prosecco.
Questo leggero aperitivo è molto diffuso nel nord Italia, soprattutto in Alto Adige, dove viene servito, anziché con il the alla menta, con foglie di menta fresca pestate, modificando le dosi degli alcolici a 1/2 liquore e 1/2 prosecco. Durante l'inverno, in assenza di menta fresca, puoi sostituirla con il the, diminuendo così anche la gradazione del cocktail.

Per l'Elisir al caffè:
Procedimento:
Porta l'acqua ad ebollizione, aggiungi lo zucchero e, quando si sarà sciolto, fai sobbollire ancora per 3 minuti.
Fai raffreddare completamente e stemperavi il caffè e il cacao. 
Unisci l'alcool, chiudi e fai riposare per un mese, prima di filtrarlo e imbottigliarlo.
Attendi altri tre mesi prima di gustarlo.



Christmas Collage


Auguro col cuore
un sereno Natale a tutti voi!!!


28 nov 2012

Il *nostro* Thanksgiving




Thanksgiving
Turkey


"Il mio sogno sarebbe organizzare un Thanksgiving in piena regola, con il tacchino ripieno e tutto il resto"
"Il mio sogno sarebbe sposare il Principe Harry, prima che ci metta le mani quella cu...a della Pippa, pensa un po'... mi sa che è più facile realizzare il tuo che il mio"
"Si fa?"
"Dai"

Mica ce lo immaginavamo che sarebbe stato così impegnativo, non ti credere, il tacchino è il meno, la parte difficile è trovarlo (soprattutto se ti ostini ad andare alla Sma sotto casa). E' il resto: coordinare le varie operazioni per evitare di lavare troppe stoviglie o di sporcare quelle che ancora servono e doverle lavare a mano, perdendo tempo prezioso, e programmare le cotture, per sfruttare il preriscaldamento del forno, senza  sprecare corrente, ma creando l'ambiente adatto per accogliere il volatile, mettere il timer ogni 45 minuti per bagnarlo, che cerchi, tra una spedizione al forno e l'altra, di dormire e puntualmente il timer suona mentre ti stai assopendo, che sembra una tortura castrista; e poi sfoggiare un sorriso smagliante quando arrivano tutti, quelli che hanno passato la giornata dal parrucchiere o a fare shopping, fingendo che non sei affatto stanca, che non vorresti affatto collassare davanti a un musical sognando di essere una starlette degli anni '30, ma che, anzi, non vedevi l'ora di affettarti le dita, spezzarti le unghie, ustionarti il viso aprendo lo sportello del forno e rovinarti la piega (autoprodotta, ovviamente), scolando i fagiolini...

E poi vedi tutti riuniti attorno al tavolo illuminato di candele, che brindano e via via che brindano la conversazione si anima e le guance prendono colore, mangiano tutto, anche doppia porzione, anche i bambini, e ti fanno i complimenti e ti dici che allora nella vita ci sono cose per cui ringraziare.

Con la ricetta del tacchino, partecipo al contest Il Forno delle Feste di Simo



Ingredienti:
Procedimento:
Il giorno prima, dadola il pane e mettilo a seccare in un luogo asciutto.
All'indomani mescolalo con le castagne tagliate in quarti in una grande ciotola.
Trita gli scalogni.
Fondi il burro con due dadi da brodo e, quando si sarà formata una salsetta bruna sul fondo della casseruola, aggiungi gli scalogni. Cuoci finché non sono teneri, insaporisci con la salvia e fai andare per altri cinque minuti.
Vera questo composto nella terrina con il pane e le castagne, aggiungi un lt di acqua calda e comincia a mescolare fino ad ottenere una sorta di "pastone".
Insaporisci con abbondante aroma per arrosti e santoreggia e lascia riposare per un paio d'ore.
Preriscalda il forno alla massima temperatura
Solleva delicatamente la pelle del petto del tacchino e inserisci sotto il bacon. Riempi il tacchino con la farcia e cuci l'apertura posteriore (o fermala con degli stuzzicadenti, è più semplice)
Massaggia l'esterno con altro insaporitore, lega le zampe e le ali (di questo aspetto si è occupato mio cognato e non ho la minima idea di come abbia fatto, ero dietro ad altre cose, credo abbia seguito passo passo un tutorial su YouTube) e adagia in una grande teglia a bordi alti. Condisci con olio abbondante.
Quando il forno avrà raggiunto la temperatura infila il tacchino e abbassa a 160° funzione ventilata (o 180° statico, il forno di mio cognato funziona soltanto in ventilato). Cuoci per 45'.
Nel frattempo prepara altri 250 ml di brodo con l'ultimo dado rimasto e mescolali con il vino.
Trascorsi i primi 45' di cottura, bagna il tacchino con il fondo creatosi e il composto di vino e brodo. 
Lascia in forno ancora per circa 4 ore, bagnando ogni 45' con il fondo.
Per verificare l'esatta sarebbe meglio avere un termometro da carne, che, inserito nella parte più spessa della coscia, dovrebbe segnare una temperatura interna di 80°, altrimenti calcola un'ora circa per ogni Kg di peso.

Sforna il tacchino e lascialo riposare coperto per una ventina di minuti, mentre prepari la salsa gravy: trasferisci il fondo di cottura in una casseruola e fallo raffreddare per qualche minuto; elimina il grasso che in questo tempo sarà affiorato e versa a pioggia 60 gr di farina, mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi. 
Cuoci finché non sarà addensato (se vuoi ottenere una salsa più cremosa frullala con il mixer a immersione.) e servi a lato di ogni porzione di tacchino, sopra un quadrotto di Pane di Mais.

Corn
Bread

Ingredienti:
Procedimento:
Mescola il latte e lo yogurt in una fondina capiente lascia riposare per 30-40 minuti.
Nel frattempo fondi il burro, trita il mais e metti da parte.
Mescola le due farine con gli altri ingredienti in polvere.
Sbatti le uova con il mix di latte e yogurt (che, nel frattempo, riposando, avrà dato vita a una sorta di latticello), aggiungi il burro fuso e il mais tritato.
Rovescia questo composto sugli ingredienti in polvere e mescola approssimativamente, lasciando dei grumi, come faresti per dei muffin.
Versa in una pirofila rettangolare di 20x30 cm e cuoci in forno preriscaldato a 200° per circa 1/2 ora o fin quando uno stuzzicadenti inserito nella parte centrale dell'impasto non uscirà pulito.

Suddividilo in rettangoli (a me ne sono usciti 12) e servi a lato del tacchino, irrorato di gravy.

In alternativa al gravy, per chi preferisse sgrassare un po' il palato, puoi preparare rapidamente una salsa di frutti di bosco in agrodolce.


Riduzione di Mirtilli
all'Aceto Balsamico e Grappa di Moscato

Ingredienti:
Scalda tutti gli ingredienti in un pentolino, mescolando per far addensare un po' e servi con il tacchino, in alternativa alla salsa gravy.

Sempre per rinfrescare la situazione, il tradizionale accompagnamento al tacchino sono i Fagiolini alle Mandorle

Fagiolini alle
Mandorle

Ingredienti:
Procedimento:
Lessa i fagiolini in acqua bollente salata per 5 minuti. Nel frattempo tosta le lamelle di mandorle fino a farle leggermente brunire (ma senza lasciarle bruciare).
Scola i fagiolini e passali sotto l'acqua fredda, finché non smetteranno di "fumare". In questo modo ne conserverai il colore verde brillante.
Trasferiscili in un'insalatiera, mescolali con le mandorle e condisci con abbondante limone, olio e sale.
Servi a temperatura ambiente, di contorno al tacchino

Finora, tutti i piatti descritti, si servono contemporaneamente e si consumano nello stesso piatto, facendo un gran buglione.
L'unica portata che fa parrocchia a sé è il dessert, la classica Pumpkin Pie.


Pumpkin
Pie


Da preparare in anticipo:

  • 1 kg di zucca pesata con buccia, semi e filamenti
Il giorno prima, arrostisci la zucca, a 180° per circa 45 minuti, finché la polpa non sarà tenera, e lasciala nel forno ad asciugare tutta la notte.


Ingredienti per la base:
(sostituibile con
  • 250 gr di farina
  • 125 gr di zucchero
  • 125 gr di burro 
Oppure la tua ricetta di fiducia per frolla o brisée)


Procedimento:
Frulla nel mixer gli ingredienti in polvere con il burro freddo a cubetti, per ottenere delle briciole tipo crumble.
Rovesciale in una teglia per crostateda 26 cm di diametro e pressale con la punta delle dita per rivestire il fondo e le pareti. 
Riponi in frigo.



Ingredienti per la farcia:
Procedimento:
Pulisci la zucca arrostita e frullane la polpa. Ripassala sul fuoco, con le spezie e la stevia, per 5 minuti, per far asciugare il composto.
Trasferiscilo di nuovo nel mixer e lavoralo con il latte e le uova finché non sarà liscio e uniforme. 
Versalo nella cavità della crostata e inforna a 180° per circa 25-30' o finché la farcia non si sarà assestata lateralmente, ma sarà ancora un po' tremolante al centro.


Poi, siccome temevo che questa cosa con la zucca non venisse bene e che soprattutto i bambini non l'apprezzassero particolarmente, ho rispolverato dai miei ricordi irlandesi un'altra specialità della pasticceria anglosassone che, mi dicono fonti attendibili, sia abbastanza comune anche per il thanksgiving, una Lemon Tart, che io ho voluto rendere ancora più "tart" realizzando la crema con lo yogurt al posto del latte.



Lemon Tart


Ingredienti per la base:
(sostituibile con
  • 250 gr di farina
  • 125 gr di zucchero
  • 125 gr di burro 
Oppure la tua ricetta di fiducia per frolla o brisée)


Procedimento:
Frulla nel mixer gli ingredienti in polvere con il burro freddo a cubetti, per ottenere delle briciole tipo crumble.
Rovesciale in una teglia per crostate da 26 cm di diametro e pressale con la punta delle dita per rivestire il fondo e le pareti. 
Riponi in frigo.


Ingredienti per la farcia:
Procedimento:
Prepara la crema al limone come da istruzioni sulla confezione, sostituendo, però, il latte con lo yogurt.
Versa la crema nella base della crostata, livellala con il dorso del cucchiaio e disponi sulla superficie le fette di limone contenute nella composta. Ricopri tutto con la parte fluida della composta stessa e inforna a 180° per 25-30'.

Lemon Tart

NB: se desideri una lemon tart più dolce, prova a sostituire la copertura di limone candito con questa marmellata di fichi o con quella che ti ho proposto qui, realizzata con una proporzione di frutta/zucchero di 2:1, con una stecca di cannella per chilo di frutta, da mettere fin dall'inizio della cottura (o della macerazione dei fichi nello zucchero, se usi questo metodo) e da togliere prima di invasare.

14 nov 2012

Torta al Caffè con Mousse di Caramello al Burro Salato


Torta al Caffè con Mousse di Caramello al Burro Salato


Se un giorno mi sposerò è così che voglio la mia torta: al caffè, con mousse di caramello al burro salato. 
La vorrei ricoperta di cioccolato bianco e sormontata da una riproduzione della scena del the del Cappellaio Matto di Alice in cioccolato plastico.
Ma siccome non mi sposerò ho pensato che non c'è ragione per non prepararla ugualmente, magari per un'occasione speciale, come il compleanno della mia mamma.
Non voglio cadere nella banalità smielata che "come la mamma non ce n'è", a un certo punto si cresce e le figure di riferimento affettive cambiano ed è giusto che sia così. 
La mia mamma non è perfetta, fa le patate migliori del mondo, riesce a smacchiarmi le tovaglie, non perché io non ci riesca, ma perché non mi va di strofinare e quello che non viene via con l'Oxy lo porto a lei, è fissata con gli orari, con i telefilm polizieschi e gli smalti perlati, si ostina ad andare da un parrucchiere che dovrebbe essere rinchiuso nel braccio della morte con l'accusa di oltraggio al buon gusto perché le fa compassione e non mette le uova nelle quiches per renderle più leggere, così non rapprendono e il mio babbo le chiama le torte salate ripiene di stagno.
La mia mamma si arrabbia per niente, ma poi se ne dimentica oppure si pente e rimedia al cubo, anche se "scusa" non te lo chiederà mai, e fare questa torta per il suo compleanno è stata una nevrosi, ma quando una persona ti ha dato la vita (due volte e questa è una cosa che posso capire solo io e pochi intimi) e al proprio compleanno si presenta con un regalo per tutti perché ha letto nel "Signore degli Anelli" che gli hobbit al proprio compleanno portano un regalo agli invitati non puoi cavartela con una crostata.

Torta al Caffè con Mousse di Caramello al Burro Salato

Abbiamo brindato ai suoi ...'ntuno con un Prosecco di Valdobbiadene Millesimato DOCG Astoria Wines, un glera vendemmiato manualmente e lasciato fermentare con una particolare metodologia che permette di mantenerne il gusto delicato di frutta bianca, una perla che ben si presta a festeggiare un'occasione speciale.
Pensaci, magari, per le feste che si avvicinano...



Ingredienti per la torta:

Procedimento:
Lavora a crema lo zucchero e il burro, incorpora le uova, quindi unisci il resto degli ingredienti. Versa l'impasto in una tortiera da 20 cm di diametro e inforna a 180° per circa 30' o fino a che non supererà la "prova stuzzicadenti".
Sforna la torta e lasciala raffreddare completamente.

Torta al Caffè con Mousse di Caramello al Burro Salato
Prepara la mousse

Ingredienti per la mousse:
Procedimento:
Metti la colla di pesce a mollo in acqua fredda.
Taglia il burro a dadini e porta a ebollizione 100 ml di latte. 
Nel frattempo prepara un caramello, facendo sciogliere a fuoco dolce lo zucchero in una casseruola antiaderente. Aggiungi il burro, mescolando vigorosamente, il sale e il latte caldo. Se, durante queste operazioni, il caramello dovesse rapprendersi, non preoccuparti: puoi farlo sciogliere nuovamente ripassandolo su fuoco basso fino ad amalgamarlo con il burro e il latte.
Strizza la colla di pesce, incorporala al caramello e lasciala intiepidire.
Nel frattempo monta la panna come indicato sulla confezione, lavorando il contenuto della bustina con 200 ml di latte, fino ad addensamento, quindi mescolala al caramello.

Monta la torta:
Elimina la parte superiore, qualora fosse "bombata" o irregolare.
Taglia la torta in due strati, farcisci e copri completamente con la mousse.

Decora a piacere, io ho usato una cialda Hello Kitty (Lo Conte).


Torta al Caffè con Mousse di Caramello al Burro Salato en Verrine

Ma se credevi che le mie fatiche di Ercole fossero finite qui ti sbagliavi. 
Perché lunedì era anche il compleanno della mia nipotina e avevo appena smesso di sacramentare contro il gatto che tuffava il muso nella mousse, quando Topy79, che era uscito con lei a comprarle il regalo, mi ha telefonato per dirmi che la portava a mangiare da noi.
Ospiti a cena (i miei genitori) e pure a pranzo? Roba da matti
Mi sono guardata attorno un filo smarrita, in cucina regnava il caos... ho ringraziato il cielo di aver già preparato il pranzo e di esserci andata abbondante, poi il colpo di genio: ho ricavato dalla superficie della torta che avevo tagliato via per livellarla tre dischi della misura delle mie mini verrines e li ho spinti sul fondo, ho ricoperto con la mousse avanzata e ho decorato con le briciole di torta rimaste e una tavoletta (50 gr) di fondente Gran Cru al 72% T'a distribuito da Xtranoir ed ecco fatto il minidolce di compleanno anche per la mia piccola!

Con questa ricetta, vorrei partecipare al concorso Sweetbirthday indetto da Kiara


7 nov 2012

Di borghi, libecciate e degli ultimi raggi di sole nel piatto



Libecciata

"E quindi per il ponte?"
"Prevedono maltempo un po' ovunque"
"Se rimango a Firenze soffoco"
"Rischiamo? Magari qualche ora di sole la fa ugualmente."

Siamo partiti giovedì mattina, carichi di gabbiette e trasportini, borse termiche, borsoni pieni di vestiti leggeri, tute felpate, cappotti e costumi da bagno, diversi libri e il lettore DVD portatile, nel dubbio che la pioggia fosse così battente da scoraggiarci dal mettere piede fuori di casa.

A Calafuria ci ha accolto una spettacolare libecciata, che ci ha seguito fino a Rosignano Solvay e ci ha regalato la visione affascinante di un mare che ti si rivolta contro, ma in maniera così seducente che non hai nemmeno il coraggio di ritirarti di fronte all'onda che ti investe.

Libecciata

Libecciata

Puoi al massimo cavalcarla...

Libecciata

Libecciata

Ammiro molto le blogger organizzate, che anche in vacanza vanno a fare la spesa al mercato, procurandosi i prodotti locali più freschi e imbandendo banchetti pantagruelici.
Io non mi sento a mio agio al di fuori della mia cucina, inoltre preferisco star fuori fino all'ultimo momento e non anticipare il ritorno a casa per preparare da mangiare: mi sono armata di buste, precotti, un misuratore per l'acqua con cui reidratarli e qualche erba profumata che cresce nel giardino di casa, miracolosamente sopravvissuto alla siccità degli ultimi mesi e alle burrasche degli ultimi giorni.

Ho raccolto del rosmarino, del timo limone e del peperoncino, per un risotto al limone.

Risotto al
Limone

Risotto al
Limone

Risotto al
Limone

Mentre i miei cuccioli giocavano felici nell'erba, cacciando le lucertoline.

Mirto e
Tebaldo

Mirto e Tebaldo

Ci siamo spinti a sud, verso l'Alta Maremma, dove abbiamo visitato mercati, agriturismi con vendita diretta e caseifici, tra cui il Caseificio Spadi, dove Fabrizio ha avuto la grande cortesia di guidarci nello stabilimento produttivo e mostrarci alcune fasi della lavorazione dei loro formaggi.

Rocca
Tederighi

Borghi medioevali arroccati in cima a poggi un po' brulli, così diversi dalla dolcezza manierata della natura senese...

Rocca
Tederighi

... che ci hanno offerto scorci altrettanto affascinanti.

Rocca Tederighi

Rocca
Tederighi

Rocca
Tederighi

Ho raccolto altri peperoncino e un mazzetto di rucola fresca, per la mia fregola con pomodori secchi e basilico
Fregola Sarda con
Pomodoro Secco, Basilico e Rucoia

Fregola Sarda con
Pomodoro Secco, Basilico e Rucoia
Ho ammirato panorami di quelli che ti arrivano dritti alla bocca dello stomaco.
Dal basso

Montemassi

... e dall'alto
Rocca Tederighi

Rocca
Tederighi

Ho lasciato cadere i semini di una stecca di vaniglia su 4 calici colmi di cremoso sorbetto al limone, per accogliere degli ospiti inattesi...
Sorbetto alla Vaniglia e
Limone

E poi sono tornata, mi piacerebbe poter dire "più carica", ma... sarebbe una bugia.
Sono solo più insofferente.


Per il risotto alla Ravello:
Procedimento:
Affetta finemente il peperoncino, spiuma il rosmarino e soffriggili brevemente nell'olio. Appena comincerà a levarsi il profumo delle erbe, aggiungi il contenuto della confezione, saltalo per un paio di minuti, quindi versa l'acqua calda indicata sull'etichetta. Copri e lascia sobbollire fino a cottura.
Manteca con il parmigiano e cospargi ogni porzione con una manciata di timo limone.

Per la fregola con pomodoro secco e basilico:
Procedimento:
Affetta finemente il peperoncino e soffriggilo brevemente nell'olio, con le acciughe, finché queste ultime non si saranno sciolte. Aggiungi il contenuto della confezione, saltalo per un paio di minuti, quindi versa l'acqua calda indicata sull'etichetta. Copri e lascia sobbollire fino a cottura.
Cospargi ogni porzione con una manciata di rucola

Per il sorbetto alla vaniglia e limone:
Procedimento:
Suddividi il sorbetto in 4 calici. Incidi a metà il baccello di vaniglia e raschia i semini all'interno con l'aiuto di un coltellino. Falli cadere direttamente sulle porzioni di sorbetto, quindi mescola bene e lascia riposare per almeno 3 ore in frigo.
Prima di servire, passa i calici in freezer per una ventina di minuti.

12 set 2012

Pain de Mie


Pain de Mie
Piatti, bicchieri e tovaglioli Pretty Kit

Ci sono tanti motivi per cui scrivo questo post: il primo è che questa ricetta, per quanto apparentemente scontata, dà luogo al più perfetto pane da sandwich che abbia mai assaggiato. Hai presente quei tramezzini morbidosi e super conditi della Tesco? O della LIDL, è uguale... Insomma, io li adoro e li sceglierei senza esitare tra qualsiasi altro tipo di fast food.
Questa ricetta, di Leila Lindholm, in verità, da me un po' riadattata, li replica perfettamente nel sapore, ma senza ingredienti letali nell'impasto. 

Pain de Mie

Il secondo motivo per cui penso che abbia senso parlarti del mio pain de mie è che l'ho preparato con l'intenzione di allestire il mio primo pic nic in piena regola: normalmente quando andiamo in escursione partiamo sempre molto disorganizzati. Alle 10.30 facciamo la prima sosta per il caffè e la seconda colazione.  Verso le 11.00 ci fermiamo per comprare una bottiglia d'acqua. Alle 13.00 cominciamo a cercare un posto dove pranzare. Se siamo in aperta campagna è un casino e finiamo per mangiare all'ora della merenda. La fame mi rende nervosa e mi rovina la giornata. Di base sono una persona mansueta, ma saltare i pasti mi fa diventare una iena. 
Domenica scorsa invece mi sono superattrezzata: la sera prima ho preparato il pain de mie, il succo di more fatto in casa, il caffè allo zenzero e la torta. Ho messo tovagliolini, piattini, bicchieri e posate abbinate nella borsa termica. La mattina dopo ho prepatato i sandwich, ho aggiunto nella borsa i ghiaccioli, il cibo e, nel dubbio, dell'uva selvatica raccolta qualche giorno prima. In un'altra sporta ho messo un plaid, una tovaglietta e un libro.

IMG_8443

Il terzo motivo per cui scrivo questo post è che malgrado tutta la mia previdenza, la giornata non è stata affatto rilassante, perché dopo due ore di macchina siamo arrivati in un'area pic nic, ci siamo sistemati, abbiamo mangiato.
Poi Mirto è scappato dai nostri vicini di tavolo e ha rubato il loro pic nic.
Trattenendo a stento le risate abbiamo finto di essere molto arrabbiati con lui e ci siamo scusati.
Poi è scappato di nuovo e si è rotolato nello sterco di cervo.
Abbiamo radunato i nostri cocci e siamo tornati a casa per metterlo in ammollo.

Prossima volta si ritorna alle vecchie abitudini, si parte leggeri. Niente borsa frigo e magari anche niente cane.


Pain de Mie

Ingredienti:
Procedimento in mdp:
Introduci nel cestello tutti gli ingredienti, seguendo le istruzioni dell'apparecchio e avvia il programma "rapido".
Terminata la fase "impasto", prima dell'inizio della lievitazione, rimuovi i ganci, foggia la pagnotta e incidi la superficie con un coltello, per creare un avvallamento.
Spennellala d'acqua e cospargila di sale grosso e semi di lino.
Fai ripartire il programma. Se la tua mdp non dà la possibilità di sospendere il ciclo, utilizzala solo per l'impasto, poi trasferisci il composto in uno stampo da cake, lascialo rilievitare e, appena prima di infornare, incidilo e decora con il sale e i semini.