Il primo giorno in cui ci trovavamo in Périgord era domenica:
pioveva, faceva freddo e, a parte un curioso marché che abbiamo visitato sotto
il diluvio in meno di 10 minuti, sembrava di trovarsi in una regione fantasma.
Noi non lo sapevamo, ma i francesi durante le vacances scolaires stanno in famiglia.
Tutto è chiuso, anche i musei, i ristoranti, i negozi. La domenica sono
sbarrati persino i centri commerciali. Quella che per un turista può essere una
gran scomodità (e non nego ci siano stati momenti di sconforto di fronte ai
bandoni abbassati e ai cancelli inlucchettati) può trasformarsi in una lezione
di civiltà, se la guardiamo con gli occhi di venti o trent’anni fa…
Così, ci siamo accontentati di girellare per le bastides, tipiche cittadine perigordine,
a pianta “a scacchiera” e, clima permettendo, nella natura. La mia anima shopaholic
ha reimparato a gioire dei pochi negozi aperti ed è stato un bene, altrimenti,
probabilmente, quel piccolo atelier di “poterie”
di Monpazier lo avrei snobbato. Invece, non essendoci alternative, ho deciso di
entrarci anche se, dall’esterno, non sembrava il mio genere (troppi colori
sgargianti) e, a sorpresa mi sono ritrovata in un mondo incantato “Entre Cour
et Jardin”, come recitava l’insegna: stampi, anzi moules, di ogni forma e
colore, quasi tutti dedicati alle preparazioni tradizionali francesi, ma, con
un po’ di fantasia, adattabili anche alle nostre. Nell’indecisione, ho finito
per accumulare sul bancone una quantità imprecisata di oggetti, riservandomi di
scegliere tra questi e, alla fine li ho comprati tutti.
Tra questi un moule à
terrine di cui il mio compagno ha continuato a chiedermi ragione per tutta
la vacanza, visto che è molto ingombrante, pesante, sormontato da un coperchio
con manico pluridecorato e, soprattutto, visto che di terrines non ne avevo mai fatte… per il solo piacere di dargli
torto, una terrine è la prima cosa che
ho realizzato al rientro: so che ho detto pochi giorni fa che per tutto gennaio
mi sarei dedicata a piatti rapidi, ma dopo la prima settimana di lavoro,
arrivata al venerdì sera, ho sentito un gran bisogno di prepararmi al weekend
rifasandomi su ritmi più lenti e mi sono concessa un po’ di tempo per scegliere
una ricetta da un vecchio libro sulle terrines
che avevo comprato e non avevo mai aperto e preparare la marinata.
Il resto del procedimento è molto semplice e si ottiene una
grande quantità di pavé, che puoi
utilizzare come preferisci (più sotto i miei suggerimenti).
Per il vino, l’abbinamento tra carne e mirtilli mi ha
riportata a un momento molto piacevole, uno dei pochi del 2013, la giornata
trascorsa al Vinitaly, quando Mariella della Vinosia mi suggerì di provare il
loro Neromora con uno stufato di selvaggina in salsa di mirtilli. Purtroppo,
quando sono andata a fare la spesa, avevano terminato il cinghiale, che era
anche previsto dalla ricetta che ho utilizzato, così ho ripiegato sulla lonza
di maiale. Il Neromora si addice comunque molto a qualsiasi preparazione un po’
elaborata di carne, soprattutto se a cottura lenta: si tratta di un aglianico
in purezza, che viene sottoposto a un breve passaggio in barrique, che lo rende
sontuoso, ammorbidendo i sentori acuti dei frutti di bosco a bacca nera,
predominanti a una prima degustazione, con una nota leggera di vaniglia. Nell’insieme
il profumo è morbidamente avvolgente, il tannino è pronunciato, ma rotondo, il
corpo pieno. Non esiterei a definirlo un grande vino da meditazione, se questa
categoria in Italia non fosse così sottovalutata, ma sappi comunque che,
sebbene nasca come “vino da carne” (questa almeno è la rustica definizione che
ne ha dato Marco), io non l’ho disdegnato nemmeno lontano dai pasti, verso il
tardo pomeriggio, per darmi un po’ di tono.
Ingredienti per la
terrine:
- 600 gr di lombo di maiale
- 200 ml di vino bianco (io ho usato un Cataratto dell’Azienda Agricola Quattrocieli)
- un vasetto di crema di cipolle (Pralina)
- una manciata di mirtilli
- un rametto di rosmarino
- una foglia di alloro
- la scorza di un’arancia tagliata a filetti
- 200 gr di pancetta di Parma arrotolata (Furlotti)
- sale
- pepe
Procedimento:
La sera precedente, riduci il lombo a cubotti piccoli e
mettilo a marinare in un contenitore grande, possibilmente di vetro o ceramica,
comunque non di plastica, con il vino, la crema di cipolle, i mirtilli e le
erbe aromatiche. Copri e lascia riposare tutta la notte in frigorifero.
All’indomani, elimina la foglia di alloro, il rosmarino e
trasferisci 2/3 della carne nel mixer: tritala grossolanamente e riuniscila al
resto degli ingredienti.
Trita anche la pancetta, senza, però, ridurla a paté, lascia
anche qualche pezzo un po’ più grande, e aggiungila nel contenitore.
Aggiusta di sale, pepe e mescola bene.
Trasferisci tutto in uno stampo da terrina o, se non ce l’hai,
in due stampi da plum cake, livella la superficie senza pressare troppo, e
inforna coperto a 180° a bagnomaria per due ore.
Quando la sfornerai, ti accorgerai che l’impasto si è
ridotto di volume e ha rilasciato del liquido: le terrine si lasciano
raffreddare completamente in questo liquido (che in parte è costituito da
grasso, in parte dai succhi della carne) e si consumano fredde a fette,
spalmate sul pane o, e questa è la mia soluzione preferita, vengono inserite in
grandi salades composées.
Questa è la mia versione della Salade du Périgord, che in
Francia non ho assaggiato perché lì viene preparata con il foie gras, che non
mangio (so che può sembrare ipocrita evitare il foie gras per la barbara forma
di allevamento delle anatre e consumare comunque altri tipi di carne, ma che
vuoi farci? Meglio di niente…), quasi tutti gli altri ingredienti sono quelli
tradizionali e comprendono le eccellenze della gastronomia locale: il tartufo,
la nocciola, le fragole. Il formaggio della ricetta originale, ovviamente non è
pecorino, bensì cabécou di capra a latte crudo, ma, dato che avevo intenzione
di preparare un condimento ai lamponi, ho preferito utilizzare il nostro
classico toscano DOP, perché lo avevo servito recentemente con i frutti rossi e
mi era piaciuto moltissimo.
Ingredienti per l’insalata:
- 200 gr di insalata mista (valeriana, lattuga, rucola, radicchio…)
- una manciata di germogli di ravanello rosso (per me autocoltivati con il germogliatore in terracotta Bavicchi)
- 3 – 4 fette di terrine
- due manciate di nocciole (Eurocompany)
- 200 gr di pecorino toscano DOP (Caseificio Spadi)
- una manciata di fragoline di bosco (io le avevo raccolte quest’estate e surgelate, capisco che ora non siamo in stagione…)
Procedimento:
Lava l’insalata e tamponala. Suddividi la valeriana in
ciuffetti, spezzetta il radicchio. la lattuga e la rucola (possibilmente con le
mani, perché il contatto con l’acciaio del coltello potrebbe farli annerire) e sistemali
sul fondo di un vassoio. Disponi sopra i germogli.
Ricava dalle fette di terrine dei pezzi non troppo grossi e
spargili sull’insalata.
Tosta le nocciole, senza farle scurire troppo, riduci il
pecorino a scaglie con l’aiuto di una mandolina e aggiungili al resto.
Completa con le fragoline solo al momento di portare in tavola, per
evitare che, col tempo, rilascino del succo che, a vederlo, così color sangue,
non farebbe una bellissima impressione.
Puoi servire l’insalata con questa vinaigrette ai lamponi,
che faccio spesso e a noi piace molto: per realizzarla utilizzo il condimento
balsamico bianco Guerzoni, un
prodotto pregiato che apprezzo soprattutto per il colore chiaro, che non
offusca il rosso brillante dei lamponi.
Ingredienti per la
vinaigrette:
- 2 cucchiai di lamponi
- 4 cucchiai di condimento balsamico bianco (Guerzoni)
- sale al tartufo
- 6 cucchiai di olio extravergine di oliva delicato (io ho usato un monocultivar di Olivastra del Frantoio Intini, dal profumo di mela e dal gradevole retrogusto di mandorla, poco invasivo e molto adatto alle insalate)
Procedimento:
Metti i lamponi in una ciotolina e schiacciali con una
forchetta. Unisci il condimento balsamico e il sale e mescola bene per amalgamare
e sciogliere il sale. Versa l’olio a filo, sbattendo con una forchetta per
emulsionarlo, finché non avrai ottenuto una crema “gonfia”.
10 commenti:
che bello il Perigord!ma anche noi l abbiamo vista con la pioggia!ottima ricetta proprio nelle mie corde
Tesoro la terrina è favolosa sia 'ìinterno che l'esterno..mi piace da matti e come te quando entro in un negozio simile acquisterei di tutto e di più!!!Un bacione
In Svizzera funziona nello stesso modo. Domenica tutto chiuso, così come nei giorni festivi. Una scomodità incredibile… Se poi si è abituati al tutto aperto sempre è quasi impossibile farsene una ragione.
Quella vinaigrette mi fa impazzire… :)
il prossimo viaggio in Francia vorrei farlo nel Perigord
Ahahahah eh si! in Francia, le dimanche tout est fermé!!
Spesso anche bar e ristoranti!
E questa è una cosa che fa imbestialire mio marito, come il fatto di non trovare più pane se entri in un supermercato alle sei di sera. Il che a me sembra invece molto sensato, poiché, dove va a finire tutto il pane che è ancora in bella mostra cinque minuti prima della chiusura?
Niente apertura dei centri commerciali oltre le 19, Niente Happy Hour, i bar chiudono presto! i francesi si organizzano diversamente, e "l'Apero" in genere si fa a casa di amici ma tutto questo da alle città un aspetto desolato a cui non siamo abituati :DDDDDDD
Spero comunque che il resto della vacanza sia andato un po' meglio del tuo primo giorno!
Spettacolare la tua terrine ;)
questi uomini sono tutti uguali, se compro qualcosa quando sono in giro devo nasconderla, mio marito si arrabbia sempre, ha la fobia del peso delle valigie (che pesantezza d'uomo!)...
Hai fatto un ottimo acquisto, che bella preparazione ci hai regalato!
baci tesoro
Io - che ad ogni giro nel famoso negozio svedese dal logo giallo e blu - torno a casa con una tortiera e un aggeggio da cucina, avrei passato un pomeriggio intero in quel negozio....
Di terrine ne ho assaggiate spesso in Francia e alcune "industriali" hanno più o meno tutte lo stesso sapore, ma quelle casalinghe sono veramente gustose e la tua (che tra l'altro mi svela il modo di preparazione di questo piatto) mi ingolosisce molto.
Claudette
questa terrina mi stuzzica proprio l'appetito, l'abbinamento con i lamponi, che adoro (ho una pianta che mi ha dato i suoi frutti fino a 2 mesi fa) mi entusiasma e non poco! Un abbraccio SILVIA
Aspettavo con ansia cosa ti avesse ispirato il viaggio in Francia e vedo sei tornata con delle idee geniali che mescolate ai nostri ingredoenti ed accompagnate dai nostri vini immagino diano la loro massima espressione...Serena hai scattato delle bellissime foto...l'acquolina ci sta tutta...
sempre più brava!!! Delle fotografie bellissime e un accostamento di sapori che mi intriga molto...
bacioni!
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