“Sono nata ad Atene, all’ombra delle Cariatidi e della più
raffinata civiltà mai esistita, in una stanza piena di sole.”
Comincia così il romanzo che non ho mai avuto la costanza e
la coerenza di scrivere. Continua con una visione di mare “azzurrissimo” macchiato
di isole brulle, colpi di calore sotto le porte di Micene, profumo di brace e di
limoni.
Della Grecia, quella vera, quella che ho visitato nella
realtà e non nelle pagine che si librano nella mia testa come foglie d’oro di
un quadro di Klimt, ho un ricordo intenso, carnale, che forse non
entusiasmerebbe chi la cultura ellenica l’ha studiata davvero e ne conosce lo
spessore intellettuale.
Gli scenari che mi sono rimasti stampati nella memoria, intendo,
ovviamente, quelli che possono risultare attinenti a un blog pubblico, non
hanno niente a che fare con le volute delle colonne ioniche, ma parlano di
polpi che ruotano sullo spiedo, a pochi centimetri da un fuoco vivace che ne
arrostisce l’esterno, lasciando l’interno morbido e succoso, di pomodori
mangiati a morsi, con il sugo che cola sul mento, di vini resinosi e densi, che
inebriano senza dissetare.
Insomma, il mio struggimento per la Grecia ha radici ben
affondate nel terreno più che filosofiche. Soccombo sotto il peso degli orpelli
kitsch delle chiesette ortodosse, ma un vassoio di souvlaki mi commuove
altrettanto.
Quando Groupon ha proposto una cena completa nella miglior ταβέρνα
greca di Firenze, Il Dioniso,
non ho esitato un minuto, quello è il *mio* posto. Di tanti locali in cui vado
per curiosità, il Dioniso
è l’unico in cui torno stabilmente e a cui sono sinceramente affezionata,
malgrado il caos e l’ambiente un po’ ristretto. Il gestore ha vissuto a lungo
in Grecia ed ha un sacco di storie da raccontare e molte competenze culinarie
che in altri posti simili sfuggono e vengono riassunte in un menu risicato di
insalate con feta e gihros carbonizzati.
Al Dioniso,
al contrario, la carta è vasta e il cibo ben cucinato. Il coupon comprendeva un
pasto completo, dall’antipasto al dessert, in versione vegetariana e non, tra
cui spiccava l’immancabile moussaka, un piatto che adoro e che non ha bisogno
di presentazioni.
La ricetta tradizionale della moussaka è piuttosto
complicata, ogni tanto si può fare, ma, amando molto i timballi di melanzane e
proponendoli spesso durante l’estate, ho sperimentato alcune versioni un po’ alleggerite,
anche se, alla fine, sempre di pasticci stiamo parlando, quindi anche questa non
è certo ipocalorica.
Indubbiamente il suo vino è un Nero d’Avola, un po’ per
attinenza geografica tra la Sicilia e un piatto che, a conti fatti, richiama la
parmigiana di melanzane, un po’ per la tannicità schietta di questo uvaggio,
che sgrassa l’untuosità dell’insieme. Il Perciata Adamo Bio è un ottimo esempio di Nero
d’Avola in purezza nei suoi esiti più felici, di cui rappresenta appieno le
caratteristiche: un rubino intenso, ma brillante e non cupo, un profumo di
lamponi che prevale su note di fondo più severo, di spezie e di erbe, una buona
acidità, che lo rende degno di grande fiducia nelle sue potenzialità di
invecchiamento e fa quasi rimpiangere di averlo stappato così presto.
Ingredienti:
- 300 gr di mozzarella (Gran Luna – Caseificio Pugliese)
- 2 melanzane violette lunghe
- un filo d’olio extravergine d’oliva per le cocottes
- 4 cucchiai di pane grattugiato
- sale
- un vasetto di ragù di bisonte (Tutti a Tavola)
Procedimento:
Dadola la mozzarella e mettila a scolare, per eliminare il
siero in eccesso.
Lava le melanzane, elimina il picciolo e scottale a vapore
in pentola a pressione per 10 minuti.
Quando si saranno completamente raffreddate, affettale
sottilmente.
Sporca il fondo di quattro cocottes piccole o due grandi con
una spruzzata di olio di oliva, disponi sul fondo uno strato di melanzane,
cospargile di pangrattato e salale leggermente. Distribuisci sopra una parte
del ragù e della mozzarella e ripeti l’operazione fino a esaurimento degli
ingredienti. Termina con uno strato di mozzarella e inforna a 180° per un’ora.
Lascia assestare per 10
minuti prima di servire.
8 commenti:
come adoro le melanzane da buona calabrese, sfiziosa la tua ricetta, Serena cara!
bella ricetta e il ragù di bisonte...ne vogliamo parlare?! mai provato...
Devo confessare che leggendo ragu di bisonte e mozzarella non avrei mai pensato a una simil moussaka. Il ragu di bisonte mi mancava...mi fa un po "strano" :-)
Però la cocotte alla fine è davvero invitante
Da quando ti seguo ho sempre pensato che di lì a poco sarebbe uscito un tuo libro ...non di quelli di sola cucina ma qualcosa che raccogliesse romanzo e cucina .... e chissà perché con le sensazioni ci ho preso spesso .... una parmigiana alternativa ed invitante in cocotte ;-)
Bella la grecia! non ci siamo mai state, ma abbiamo visto immagini che parlano da sè..i racconti poi..tutti entusiasti :)
Che ricetta originale questa! melanzane e mozzarella sono un ottimo must, con il ragù di bisonte (???!!) divengono un piatto unico molto completo e gustoso!
un bacione
Confesso che la parola bisonte fa sempre un certo effetto ma io che l'ho mangiato in qualche occasione posso confermare che è molto buono.
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