Il ragù di mia madre è insuperabile. Non lo dico per dire, quando sento affermare qualcosa del genere da qualcun altro a proposito della sua mi parte un tic all’angolo della bocca, che mi regala un’espressione sardonica.
So che ciascuno
di noi è legato ai propri ricordi infantili, ma nella mia dichiarazione non c’è
alcun carico emotivo, ho superato abbondantemente la fase edipica e riconosco l’assoluta
non-deità dei miei genitori, so che hanno un sacco di difetti, che hanno fatto
un sacco di errori, che sono esseri umani e che nel detto “la mamma è sempre la
mamma” c’è un 10% di verità (biologica) e un 90% di luoghi comuni.
La mia, per esempio, insiste a non mettere le uova nelle quiches, “perché così sono più leggere”, con il risultato che le sue torte salate hanno la consistenza delle paludi, e non fa tirare a sufficienza gli spezzatini, ha un’insana tendenza a descrivermi minuziosamente le disgrazie di tutto il vicinato e a considerare lo zenzero e il cardamomo la panacea di tutti i mali, cancro e licenziamenti senza giusta causa compresi, inoltre sia lei che mio padre, quando si tratta di scegliere il vino, diventano ebeti.
Però il ragù di mia madre è imbattibile. In quello di mia nonna le verdure erano dadolate troppo grossolanamente, la mia nonna paterna non lo faceva affatto, quello di mia suocera è brodoso, quello della mia prozia di Catanzaro era peperoncino cotto nella conserva, quello del ristorante è untuoso, quello della mia amica manca di spezie e comunque rimane il fatto che nel ragù ci va il concentrato di pomodoro, non la passata. Punto.
Ritengo di
poter ragionevolmente sostenere di aver ereditato il tocco, come quello per le
confetture, anche se manco decisamente di pratica, ma, in compenso, mi gioco la
carta della fantasia: con la ricetta base ho creato innumerevoli varianti,
semplicemente sostituendo i 500 gr di macinato misto dell’originale con seitan,
salsiccia, speck, lenticchie, tonno, cinghiale, verdure, funghi e sono
abbastanza sicura di averle proposte tutte sul blog facendo semplicemente dei
copia e incolla e sostituendo solo l’ingrediente base.
Questa è la
volta della mortadella ed è finito sui garganelli all’uovo, per un gratin di
pasta che fa tanto Natale, anche per chi
è intollerante al lattosio e ogni anno si sfinisce davanti alla lasagna nappata
di besciamella e filante di parmigiano.
Io, per
fortuna, non soffro di questo problema in forma patologica, ma mi è stato
consigliato di limitare temporaneamente i latticini vaccini freschi (i formaggi
stagionati e quelli caprini sono quasi del tutto privi di lattosio, quindi
posso mangiarli) e, come la scorsa settimana per il menu vegetariano, sto
facendo qualche esperimento.
4 commenti:
Tu mi fai morire giuro!!!
però quel ragù di mortadella mi sa che sa il fatto suo eh! deve essere di un saporito che già me lo gusto,ottimo!
Z&C
Tesoro come sempre i tuoi post sono formidabili ed hai l'abilità di farmi sorridere ogni volta con la tua strepitosa ironia e la mamma raccontata da te credo sia la mamma un po di tutte noi e concordo con te, nel ragù niente passata ma solo concentrato questo è sicuro!!Queta versione di oggi con la mortadella non sai che gola mi faccia deve essere di un buono!!Predno subito nota!!baci grandissimi,Imma
delizia allo stato puro un altro confort food, direi tipicamente italiano!..speriam che la suocera non ti legga altrimenti magari si offende!
Adoro leggerti Serena, lo sai :)
Trovo gustosissima la versione del ragù con la mortadella, e sui garganelli ci sta una meraviglia... un primo piatto perfetto!!!
Buona serata...
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