A volte è difficile trovare
qualcosa di mezzo decente da scrivere…. Dopo tanti anni le cartucce si esauriscono,
detesto usare questo spazio per parlare di faccende troppo personali, se non
sono briose o liriche o se non ho la lucidità sagace di renderle tali. Ma
detesto anche quegli esordi da casalinga di Voghera, su quanto è stato entusiasmante
trovare la quadra per ottenere l’alveolatura della pizza di Santarpia.
A me non me ne frega niente. Mi
piace cucinare, ma non è il centro della mia vita, mi piace mangiare, ma i miei
pasti sono spesso solitari, distratti, intermittenti, interrotti dalla lettura
di un paio di pagine, da un calice di vino, una telefonata, una sigaretta. Odio
mangiare cose che devono essere consumate calde, perché mi costringono a
concentrare l’atto di nutrirmi in un tempo definito e sono troppo caotica per
dedicarmi a qualcosa che deve avere un inizio e una fine, indugio, indulgo, mi
distraggo, scivolo, lascio scivolare, in una sorta di fluidità svaporata e
inconcludente, in cui sguazzo e mi espando senza riconoscermi.
E alla fine sono riuscita a non
scrivere niente neanche oggi.
Ingredienti:
- 250 ml di acqua
- 1 cucchiaio di olio di semi di girasole
- 500 gr di farina integrale mista e arricchita con semi oleosi (Prokorn – Novaterra Zeelandia)
- 1 cucchiaino di miele di castagno
- 1 cucchiaio raso di sale
- 1 bustina di lievito secco
- 200 gr di formaggio di capra semistagionato (Capriccio di Capra Caseificio Tomasoni)
- 1 cucchiaio di kummel
- 1 cucchiaio di polvere di agrumi alle spezie
- 1 vasetto di mostarda piccante alle clementine (Vis)
- 2 manciate di bacche di goji
Procedimento:
Inserisci i primi 6 ingredienti nel cestello della macchina
del pane, secondo l’ordine indicato dal produttore, e avvia il programma “impasto”.
Grattugia il formaggio e, al beep per l’aggiunta degli ingredienti, uniscine una metà al
composto, insieme al kummel e lla miscela di spezie.
Al termine della lievitazione, sgonfia l’impasto, imprimigli
due giri di pieghe di tipo 1 e lascia riposare per circa 15 minuti. Stendilo a
circa 5 mm di spessore, vela la superficie con la mostarda e cospargi con il
formaggio e le bacche di goji. Avvolgi strettamente a formare una sorta di
strudel e incidilo a metà, per lungo. Intreccia le due sezioni così ottenute e
sistemale in uno stampo da cake, foderato di carta speciale.
Completa la lievitazione per altri 45’ in un luogo caldo e
inforna a 200° per circa 30’. Dato che la farcia tenderà a mantenere umidi gli
strati interni della pagnotta, saggia la cottura con uno stuzzicadenti, come
faresti per una torta, inserendolo al centro e verificando che ne esca, non
asciutto, perché non sarebbe possibile, ma pulito da eventuali residui di
impasto crudo.
4 commenti:
Tesoro a volte anche a me vengono meno le parole ed i pensieri si accavallano e non sempre mi dilungo più di tanto nei post anche perchè il più delle volte nemmeno li leggono :-) quindi faccio parlare la ricetta al mio posto e la tua parla e come mia cara!!Un bacione,Imma
Non credo tu abbia detto nulla..leggendoti hai detto tanto di te, del tuo modo di concepire il cibo, la cucina, lo scandire del tuo tempo...non trovo nulla di piu' personale e come solo tu sei in grado di raccontare....in principio pensavo avessi messo dentro i pomomdori secchi, poi ho capito che erano le bacche...con la mostarda il pane deve avere un sapore particolare...penso che l'abbinamento con formaggi sia azzeccatissimo!!
Dammi un tagliere di formaggi come questo e del buon pane io sarò più felice che di mangiare lasagne, cappelletti, tortellini etc..
I pani "strani" mi intrigano molto, sopratutto se le fette sono scure. Amo i pani scuri ed essendo appena tornata dall'austria ne ho fatto una scorpacciata pazzesca. Che bello vedere scaffali e scaffali piedi di pagnotte scure di mille tipi diversi. Di questo pane mi ispira molto l'ultilizzo della mostarda e del formaggio di capra.
PS: oggi niente vino di abbinamento? :-D
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