29 dic 2010

Fondant al Cioccolato e Lamponi con Sale alla Rosa

Fondant al Cioccolato e Lamponi con Sale alla Rosa

Di questo fondant mi innamorai quasi un anno fa, vedendolo da lei e, come sempre succede con le ricette, sono passati mesi prima che mi mettessi all'opera... prima non avevo i lamponi, poi faceva troppo caldo per il cioccolato, poi c'erano altri dolci in lista d'attesa, poi avevo comprato due tavolette di fondente e una è misteriosamente scomparsa, poi avevo paura di fallire e che facesse la morte dei miei tortini al cioccolato dal cuore di pietra invece che morbido e alla fine mi sono detta che preparare questo dolce era proprio come decidere di fare un figlio: se mi fossi messa a pensare a tutti gli impedimenti e i contrattempi e ad aspettare il momento giusto, non l'avrei mai fatto.

E il momento giusto, invece, si è presentato da solo, e anche gli ingredienti: una delle due tavolette di cioccolato era scampata al buco nero del frigorifero, un'altra, proprio ai lamponi, mi è stata regalata, e poi quel sale alla rosa secondo me ci stava d'incanto... ed era il nostro quinto anniversario di fidanzamento, un fidanzamento che comincia a diventare un po' lungo, amore mio, non è che sei nascosto sulle montagne a preparare la rivoluzione, e io sono una specie diciamo tipo la Ragazza di Bube, ecco...

Ingredienti:

  • 100 gr di cioccolato fondente
  • 125 gr di cioccolato ai lamponi
  • 200 gr di burro
  • 200 gr di zucchero
  • 5 uova
  • 2 cucchiaini rasi di sale alla rosa (o fleur de sel)
  • 1 cucchiaio di farina
  • 100 gr di lamponi freschi o surgelati

Procedimento:

Fondete a fuoco dolcissimo i due cioccolati con il burro tagliato a tocchetti, quindi, fuori dal fuoco, aggiungete lo zucchero e il sale. Amalgamateli bene e lasciate intiepidire qualche minuto. Rompete le uova uno alla volta dentro il composto, mescolando bene ciascuna prima di aggiungere la seguente. Legate il tutto con la farina e versate metà dell'impasto in una tortiera da 25 cm di diametro. Cospargetelo di lamponi (se utilizzate quelli surgelati, toglieteli dal freezer subito prima) e coprite con il resto del mix di cioccolato e uova.

Fate cuocere a 180° per circa 20 minuti, finché la superficie non sarà rassodata, ma leggermente tremolante al centro.

E con questa ricetta, ottima secondo me, per il cenone che tutti noi stiamo organizzando, chiudo il capitolo del mio blog intitolato "2010", un capitolo che mi ha dato molto e tutto grazie alla vostra affettuosa presenza.

Tanti tanti auguri, dal più profondo del cuore!

27 dic 2010

Stavolta niente ricette, né passeggiate, ma... una proposta!

Buongiorno a tutti, eccoci al "dopo Natale", in quell'atmosfera un po' delusa, un po' da "sera del di' di festa" a chiedersi se davvero vale la pena di imbastire un concione di preparativi lungo due mesi per una faccenda che si consuma in 24 ore.
Va bene, non importa, tanto è così tutti gli anni, parliamo di cose allegre, parliamo di shopping.
Inutile che ritorni sull'annosa questione di quanto noi foodblogger amiamo i libri di cucina. Non importa quanti già ne abbiamo dedicati a quello specifico argomento, non importa quante ricette effettivamente realizzeremo traendole da quel testo preciso. Importa il libro di cucina in sé, come oggetto di culto.
Potete, quindi, ben immaginare quanto sia stata entusiasta di avere la possibilità di recensire un'opera di tutto rispetto: "Menu di Puglia", edito dalla Di Marsico Libri, in cui lo chef Francesco Paldera ci regala a piene mani una carrellata di menu che non posso definire diversamente da "stilosi", tutti realizzati con prodotti tipicamente pugliesi, di quelli che, solo a leggere la "lista della spesa" (una praticissima pensata, che fa precedere ogni menu da un vero e proprio elenco dei prodotti da acquistare in fase di organizzazione), fanno pensare al mare, alla salsedine e alla frescura degli orti.
Un libro perfetto, a mio parere, per chi ama realmente cucinare e "perdersi" nelle ricercatezze di un certo tipo di gastronomia, sollecitato, perché no, anche dalle bellissime fotografie.
Tutto questo, però, senza circondarsi di quell'aura di ineffabilità che, a volte, circonda le pubblicazioni patinate, al contrario mi ha colpito la grande fruibilità del prodotto, non solo nelle ricette, ma anche nella rilegatura, pragmaticamente a spirale... vi capita mai che il vostro tomo di 300 e passa pagine si chiuda proprio nel momento cruciale e che dobbiate ritrovare il segno con le mani grondanti di sugo?
Ecco.

24 dic 2010

Let it snow, let it snow, let it snow!!!

Let it snow, let it snow, let it snow!

Sarà che vivo in un posto dove non nevica quasi mai, sarà che adoro uno sport che si può praticare solo dove nevica quasi sempre, sarà che ho letto troppi racconti di Dickens e che amo troppo la cioccolata calda.
Ma quando nevica mi sembra di essere un'altra persona, che vive un'altra vita.
Il mondo intorno a me è diverso e anche la gente.
La neve cade su tutte le brutture e le meschinità che sporcano la realtà quotidiana e le ammanta di una coltre pietosa. E finalmente siamo tutti diversi da com'eravamo prima. ma uguali tra noi: la donna in carriera sempre trafelata deve adeguare il passo e l'altezza dei tacchi all'impraticabilità della strada, lo studente e il disoccupato che non prendono i mezzi per risparmiare si sentono meno soli nella loro passeggiata di salute, nessuno sfodera il vestito buono per andare al supermercato, indossano tutti i cappotti e gli scarponcelli di fortuna, e tutti camminano sotto gli ombrelli, ammirati dall'insolito spettacolo, incuranti, ormai, delle ore di ritardo accumulate.
Persino io, pigrizia personificata, non resisto a scivolare giù dal divano, lasciando un segnalibro a pag. n°142 del romanzo che sto leggendo, e rispondere al richiamo delle amiche "Eddàai, esci a fare un giro, quando mai più ci ricapita?"
E scendo per strada, ondeggiando al ritmo dei fiocchi di neve che zigzagano piano nel cielo della sera.

Let it snow, let it snow, let it snow!

May your days be merry and bright
And may all your Christmases be white
(Irving Berlin)

Let it snow, let it snow, let it snow!

22 dic 2010

Confettura di Cachi e Mele al Rosmarino

Confettura di Cachi e Mele al Rosmarino

Sono in ritardo? Beh, sì, forse sì, di almeno un mese... è dalla fine di novembre che le festose ghirlande arancioni dei cachi sono scomparse dagli alberi... non so voi, ma a me vederli procura uno strano effetto, un misto di gioia e stupore per il loro lampeggiare sugli alberi spogli, i cui rami ricurvi si stagliano neri contro il cielo grigio di fine autunno.
Sono in ritardo, sì, e non so se ancora i cachi si trovano. Forse qualcuno di voi ne ha ha una cassetta, ormai in via di decomposizione, che vi suggerisco caldamente di impiegare in questa confettura. Forse è un po' tardi per pensare ai regali di Natale, lo dico anche a me stessa, che ho finito di pensarci ieri e nemmeno mi sono pregiata di infornare una teglia di biscotti... ai pochi privilegiati (ma si tratta davvero di un privilegio?) destinatari dei miei presenti home made ho offerto confetture e conserve già confezionate da tempo, senza pensare nemmeno troppo al Natale, ma solo alla comodità di avere pronto qualcosa da portare agli amici che ci invitano a cena con poco preavviso e per i quali non ho tempo di preparare un dolce o a qualcuno che non so come ringraziare e a cui scelgo di dimostrare la mia riconoscenza nell'unico modo che conosco, cucinare per lui.
Tutto questo per dirvi che lo so che nessuno preparerà la confettura di cachi e mele al rosmarino per regalarla nei prossimi giorni, ma tenetela in serbo per l'anno prossimo, davvero, perché è proprio buona ed è anche veloce, la mia ha compostato in poco più di 20 minuti ed è stata una vera fortuna essersi accorti che era pronta, perché in genere occorrono ore e ho quasi rischiato di invasare cristalli di zucchero.

Ingredienti:
  • 1 kg di polpa di cachi
  • 1 mela
  • 400 gr di zucchero
  • 1 rametto di rosmarino

Procedimento:

Per pesare la polpa dei cachi regolatevi così: pesate quelli che intendete destinare alla marmellata con la buccia e tutto, quindi tagliateli a metà e scavate la polpa con un cucchiaino, lasciandola cadere nel pentolone. Mettete gli scarti nel sacchetto dei rifiuti biologici e pesateli. Questo per evitare di impantanare la bilancia.

Una volta fatta la sottrazione, calcolate per ogni Kg di polpa 1 mela, che taglierete a piccolissimi dadi, lasciando la buccia, 400 gr di zucchero e gli aghi di un rametto di rosmarino.

Fate cuocere il tutto mescolando sempre, quindi, quando la confettura avrà raggiunto la consistenza desiderata (vale sempre la prova del piattino), invasatela bollente. Chiudete e capovolgete immediatamente i barattoli, per formare il sottovuoto.

Questa composta si adatta perfettamente ai formaggi e alla preparazione degli chaussons di cui pubblicai la ricetta un paio di anni fa.

20 dic 2010

Baguettes di Segale alla Cipolla

Baguettes di Segale alla Cipolla

... e dopo tanti dolci, un'idea salata per il cestino del pane della tavola delle feste... certo, immagino che, nella giostra della preparazione di un pranzo natalizio in piena regola, di tempo per fare anche il pane in casa non ce ne sia, ma, forte della mia condizione di "figlia" (piuttosto cresciuta, per la verità) a tutt'oggi sono esentata dall'occuparmi delle portate principali e posso ancora concedermi lo sfizio di arrivare a casa dei miei a tavola apparecchiata e fare un figurone semplicemente aggiungendo all'insieme (fortunatamente meno sontuoso rispetto ai banchetti tradizionali grazie alla fede vegetariana di metà del parentado) un piccolo dettaglio di gusto...
Talvolta un panettone gastronomico, talaltra un pain d'épices (coming soon) o anche dei panini ancora sfornati e carichi di profumo per accompagnare le ascetiche insalate di germogli e sementa della mia cugina metrosexual.

Però, devo essere sincera, questi panini li ho preparati per una cena molto casalinga, al rientro dai mercatini di Natale, per accompagnare le varie scempiaggini acquistate al banco francese (ogni anno giuro che sarà l'ultima volta che mi faccio fregare dai salamini savoiardi variamente aromatizzati , che costano un rene e poi risultano tutti uguali tra loro, ma, cosa ancora peggiore, uguali al salame in formato famiglia del discount e ogni anno mi lascio conquistare dalla parlantina della vendeuse, tutta contenta di parlare con qualcuno che conosce la differenza tra un buche e un réblochon): eravamo semimorti di freddo, Mirto era accasciato, temevamo sinceramente la morte in cuccia e urgeva un rinforzo.

La cosa bella di queste mini baguettes, per le quali mi sono ispirata a una ricetta di Csaba, è che si preparano abbastanza rapidamente e si mantengono morbide per giorni. Lasciandole un po' indietro nella cottura (cosa altamente probabile, data l'alta presenza di verdure, che le mantengono umide) è possibile congelarle e completarle con un passaggio in forno di 5 minuti: saranno perfette, come appena fatte.

Rispetto all'originale, ho ridotto un po' la cipolla e sostituito una parte della farina 0 con farina di segale integrale, inoltre ho modificato leggermente il procedimento, per introdurvi le pieghe di Adriano del secondo tipo.

Ingredienti:

  • 350 gr di farina 0
  • 150 gr di farina di segale integrale
  • 300 ml di acqua
  • 3 cucchiai di olio
  • 1 cucchiaino di sale
  • 1 punta di cucchiaino di zucchero
  • 1 bustina di lievito in polvere
  • 1 + 1/2 cipolla

Procedimento:

Mettete tutti gli ingredienti, tranne le cipolle, nella mdp, nell'ordine suggerito dalle istruzioni dell'apparecchio e lanciate il programma "solo impasto". Altrimenti lavorateli a mano, come siete soliti.

Terminata la lievitazione, date un giro di pieghe di Adriano del secondo tipo e fate riposare 15 minuti in luogo caldo. Affettate finemente le cipolle.

Dividete l'impasto in 6 pezzi e stendeteli per ricavare altrettante strisce, che cospargerete di fettine di cipolla. Arrotolate ciascuna, ripiegando all'interno le estremità di ogni lato, e disponetele sulle placche del forno. Fate lievitare ancora per 45' circa.

Infornate a 230° per 25 minuti, avendo cura di introdurre sulla teglia un piccolo recipiente pieno d'acqua, per non far biscottare la superficie.

17 dic 2010

An All American Apple Pie

American Apple Pie

A long long time ago
I can still remember how that music used to make me smile
And I knew if I had my chance
That I could make those people dance
And maybe they'd be happy for a while.

But February made me shiver
With every paper I'd deliver
Bad news on the doorstep
I couldn't take one more step

I can't remember if I cried
When I read about his widowed bride
But something touched me deep inside
The day the music died

So bye-bye, Miss American Pie
Drove my chevy to the levee
But the levee was dry
And them good old boys were drinkin' whiskey and rye
Singin' this'll be the day that I die
This'll be the day that I die

Did you write the Book of Love
And do you have faith in God above
If the Bible tells you so
Do you believe in rock 'n roll
Can music save your mortal soul
And can you teach me how to dance real slow

Well, I know that you're in love with him
'Cause I saw you dancin' in the gym
You both kicked off your shoes
Man, I dig those rhythm and blues

I was a lonely teenage broncin' buck
With a pink carnation and a pickup truck
But I knew I was out of luck
The day the music died

I started singin'
So bye-bye, Miss American Pie
Drove my chevy to the levee
But the levee was dry
And them good old boys were drinkin' whiskey and rye
Singin' this'll be the day that I die
This'll be the day that I die

Now for ten years we've been on our own
And moss grows fat on a rollin' stone
But that's not how it used to be
When the jester sang for the King and Queen
In a coat he borrowed from James Dean
And a voice that came from you and me

Oh, and while the King was looking down
The jester stole his thorny crown
The courtroom was adjourned
No verdict was returned
And while Lennon read a book of Marx
The quartet practiced in the park
And we sang dirges in the dark
The day the music died

We were singing
So bye-bye, Miss American Pie
Drove my chevy to the levee
But the levee was dry
And them good old boys were drinkin' whiskey and rye
Singin' this'll be the day that I die
This'll be the day that I die

Helter Skelter in a summer swelter
The Byrds flew off with a fallout shelter
Eight miles high and falling fast
It landed foul out on the grass
The players tried for a forward pass
With the jester on the sidelines in a cast

Now the half-time air was sweet perfume
While the Sergeants played a marching tune
We all got up to dance
Oh, but we never got the chance
'Cause the players tried to take the field
The marching band refused to yield
Do you recall what was revealed
The day the music died

We started singing
So bye-bye, Miss American Pie
Drove my chevy to the levee
But the levee was dry
And them good old boys were drinkin' whiskey and rye
Singin' this'll be the day that I die
This'll be the day that I die

Oh, and there we were all in one place
A generation Lost in Space
With no time left to start again
So come on, Jack be nimble, Jack be quick
Jack Flash sat on a candlestick
'Cause fire is the Devil's only friend

Oh, and as I watched him on the stage
My hands were clenched in fists of rage
No angel born in hell
Could break that Satan's spell
And as the flames climbed high into the night
To light the sacrifical rite
I saw Satan laughing with delight
The day the music died

He was singing
So bye-bye, Miss American Pie
Drove my chevy to the levee
But the levee was dry
And them good old boys were drinkin' whiskey and rye
Singin' this'll be the day that I die
This'll be the day that I die

I met a girl who sang the blues
And I asked her for some happy news
But she just smiled and turned away
I went down to the sacred store
Where I'd heard the music years before
But the man there said the music woudn't play

And in the streets the children screamed
The lovers cried, and the poets dreamed
But not a word was spoken
The church bells all were broken
And the three men I admire most
The Father, Son and the Holy Ghost
They caught the last train for the coast
The day the music died

And they were singing
So bye-bye, Miss American Pie
Drove my chevy to the levee
But the levee was dry
And them good old boys were drinkin' whiskey and rye
Singin' this'll be the day that I die
This'll be the day that I die

They were singing bye-bye, Miss American Pie
Drove my chevy to the levee
But the levee was dry
Them good old boys were drinking whiskey and rye
Singin' this'll be the day that I die


Ingredienti per la flaky crust:
  • 200 gr di farina
  • 200 gr di burro
  • 1 cucchiaio di aceto
  • 2 cucchiaini di bicarbonato
  • 1 pizzico di sale
  • latte e zucchero per la finitura

Ingredienti per il ripieno:

  • 5-6 mele
  • 120 gr di zucchero
  • il succo di un limone (3 cucchiai di limoncello, per me, che sono sempre senza limoni)
  • 1 cucchiaino di cannella
  • 1 cucchiaino di chiodi di garofano
  • 1 cucchiaino di zenzero

Procedimento:

Per prima cosa sbucciate e detorsolate le mele, quindi affettatele a spicchi sottili. Mescolatele alla cannella, allo zeznero, ai chiodi di garofano pestati in un mortaio fino a ridurli in polvere. Bagnate il tutto con il succo di limone, cospargete di zucchero e lasciate marinare.

Nel frattempo preparate la base, lavorando tutti gli ingredienti fino a ridurli in briciole: compattatele delicatamente con le mani e dividete l'impasto in due parti, di cui una un po' più grande. Con questa foderate il fondo e i bordi di una tortiera di 20 cm di diametro, stendete l'altra a formare un disco di misura uguale alla tortiera. Riponete il tutto in frigorifero. Quella del confezionamento della flaky crust è un'operazione piuttosto delicata, che richiede il mantenimento degli ingredienti a una temperatura molto bassa ed è impossibile da realizzare alla perfezione in un appartamento che beneficia di un sistema di riscaldamento centralizzato che garantisce 12 mesi l'anno di clima subtropicale, ma se avete la fortuna di vivere in una casa in cui il succedersi delle stagioni segue il suo corso naturale e riuscirete a manipolare il composto senza scaldarlo troppo, otterrete dei risultati sicuramente migliori dei miei.

Ponete la preparazione con le mele sul gas e lasciatela sobbollire per circa 5-10 minuti. Fate raffreddare. Versatela, quindi, nell'incavo della pie, livellatela bene e copritela con l'altro disco.

Riponete nuovamente in frigo e scaldate il forno a 220°. Infornate la teglia per circa 45 minuti, finché la superficie non sarà ben brunita e riportate a temperatura ambiente prima di affettare.

Spennellate quest'ultimo di latte e cospargetelo di zucchero

15 dic 2010

Cuori di Bianco e Fondente con ripieno di Arancia e Caffè

Cuori di Bianco e Fondente con ripieno di Arancia e Caffè

Questi sono i miei primi cioccolatini e, sì, lo so, non sono perfetti e non ambisco certo a riuscire, entro Natale, a diventare una sorta di Vianne Rocher e potermi permettere di regalarli a parenti e amici facendoli passare per una prelibatezza.
Ma ho pensato che, forse, tra voi, c'è qualche esperta di temperaggio e quant'altro, che potrà prendere in prestito la mia idea e ricavarne qualcosa di più guardabile.
Perché il sapore, ve lo assicuro, è celestiale.

Cuori di Bianco e Fondente con ripieno di Arancia e Caffè

Ingredienti:
  • 50 gr di cioccolato bianco
  • 1 cucchiaio di polvere d'arancia
  • 12 chicchi di caffè (o qb, secondo il numero di cioccolatini che riuscite ad ottnere con il vostro stampo)
  • 100 gr di cioccolato fondente
  • 1 stampo di silicone per cioccolatini

Procedimento:

Fondete il cioccolato bianco. Posso assicurarvi che è una cosa complicatissima, quindi, se, come me, siete alle prime armi e non avete nemmeno troppa intenzione di approfondire la materia, il suggerimento poco ortodosso che mi sento di darvi è quello di infilare un quadratino di cioccolato bianco in ogni formina e infilare lo stampo nel microonde per pochi secondi.

Finché il cioccolato è ancora morbido, affondate leggermente in ogni cavità un chicco di caffè e cospargete la superficie di polvere d'arancia. mettete in freezer e lasciate consolidare. So che anche questo potrà apparire ai sacerdoti dell'arte cioccolataia una bestemmia, ma giuro che senza congelare il primo strato è impossibile colarvi sopra il secondo senza che si mescolino.

Fate sciogliere il fondente a bagnomaria, estraete lo stampo di silicone dal freezer e versate il cioccolato in ogni formina. Fate ancora consolidare in freezer, quindi sformateli.

13 dic 2010

Gateau di Cocco e Cioccolato Bianco alla Vaniglia con Coulis di Lamponi

Gateau di Cocco e Cioccolato Bianco alla Vaniglia con Coulis di Lamponi


Visto che vi ho promesso di entrare nello spirito festivo, preparatevi, quindi, a una serie di post ad alto tasso di colesterolo... del resto, non è il momento di pensare alle diete. Per la verità, non lo è mai, ma, non temete, per gennaio ho in serbo un paio di ricette detox.
Mi piacerebbe molto raccontarvi che ho preparato questo dolce in occasione di un allegra merenda con gli amici, sapete, quelle tipiche di questo periodo, per scambiarsi auguri e regali... ma la verità è che, effettivamente, l'intenzione era questa, il fatto è che quando hanno suonato il campanello sono stata colpita da un embolo di egoismo, ho nascosto il dolce e ho tirato fuori una coppa di cioccolatini.
Giuro che erano di ottima qualità.

Ingredienti:
  • 150 gr di cioccolato bianco
  • 100 gr di burro
  • 140 gr di zucchero + 3 cucchiai
  • 120 gr di farina di cocco
  • 3 uova
  • 1 baccello di vaniglia
  • 200 gr di lamponi

Procedimento:

Fate fondere a fuoco dolcissimo il cioccolato con il burro. Fuori dal fuoco aggiungete 140 gr di zucchero, il coco rapé e i tuorli. Incidete il baccello di vaniglia per il lungo e raschiatene l'interno, facendo cadere i semini nell'impasto. Lavorate bene per amalgamare il tutto. Montate gli albumi a neve fermissima con un pizzico di sale e incorporateli delicatamente al composto precedente. Versatelo in una tortiera a cerchio apribile foderata di carta forno e infornate a 180° per circa 20-25 minuti, fibno a quando, infilando uno stuzzicadenti nel centro della torta, questo ne uscirà pulito.

Lasciate raffreddare prima di sformare e guarnite con una coulis realizzata facendo sobbollire per pochi minuti i lamponi con i 3 cucchiai di zucchero rimanente

9 dic 2010

Polvere di Mandarino

Polvere di Mandarino

Ok, d'accordo, prometto che da oggi mi sforzerò di essere più "natalizia" :-)

Stavo pensando di proporvi una carrellata di idee golose per i prossimi ritrovi pro-auguri e per qualche pensierino gastronomico.

A riguardo, mi stavo chiedendo se per caso questa faccenda di regalare marmellate, cioccolatini, biscotti etc preparati da noi non sia una sorta di forma di solipsismo, in virtù della quale, siccome ci piace cucinare e, soprattutto, siamo alla perenne ricerca della perla rara, dell'ingrediente segreto (e spesso di troppo), attribuiamo la medesima monomania agli altri. Comincio a pensare che forse la mia cugina di 28 anni, single, in carriera, modaiola e cosmopolita, non sia felicissima di ricevere ogni santissimo Natale un kit di marmellate invasate in simpatici barattoli guarniti di percalle e un sacchetto di biscotti speziati infiocchettato con un nastro di raffia.

Polvere di Mandarino

Comunque, la polvere di mandarino si fa proprio come la polvere d'arancia, solo che è più buona. E più natalizia. E si può infilare in romantici barattolini col cappellino ricamato. Magari, però, evitate di imporli al nipotino rasta. Ecco.

7 dic 2010

Zuppa Piccante di Borlotti e Salsiccia

Zuppa Piccante di Borlotti e Salsiccia

A proposito di piatti che desideravo preparare da tanto...
So che non si tratta di una gran novità, del resto i fagioli all'uccelletta sono una delle più classiche ricette toscane, ma il modo in cui Susannah Blake presentava questa zuppa mi aveva incantata: una preparazione da approntare in anticipo e riscaldare al ritorno da una fredda passeggiata autunnale... come resistere a un'immagine del genere?
Certo, non sono sicura che il dog shopping si possa definire propriamente una "passeggiata autunnale", ma era così freddo... dopo un'improvvisata di alcuni amici per il caffè, avevamo portato Mirto a scegliere i suoi nuovi giocattoli, il suo trasportino omologato per l'aereo e un bel guinzaglio rosso ceralacca e poi ero andata a trovare un'amica: due ore di chiacchiere al femminile, con il mio batuffolo che ronfava sulle mie ginocchia... quando sono tornata a casa, Topy79 aveva fame ed era così tardi che è stata una vera fortuna essermi organizzata per tempo.

Mirto

Ingredienti:
  • 250 gr di fagioli borlotti secchi
  • 4 salsiccie di maiale
  • 1 barattolo di pelati
  • 1 cipolla
  • 1 peperoncino
  • olio evo
  • sale
  • pepe

Procedimento:

La sera prima, ammollate i borlotti.

All'indomani, rosolate le salsiccie sul fondo della pentola a pressione, con un filo d'olio, finché non saranno leggermente scurite, e mettele da parte.

Sempre nella pap, utilizzando il grasso rilasciato dalle salsiccie, soffriggete la cipolla affettata finemente e il peperoncino. Aggiungete i fagioli, i pelati, salate, pepate e coprite d'acqua.

Fate cuocere per circa 30 minuti dal fischio della pap. Nel frattempo, dividete ciascuna salsiccia in 4 pezzi.

Frullate circa 1/3 dei fagioli e rimettetelo nella pentola, insieme alle salsiccie. Fate cuocere per altri 15 minuti dal nuovo fischio.

3 dic 2010

Clafoutis di Patate e Zucca allo Yoghurt con Curry e Sesamo Nero

Clafoutis di Patate e Zucca allo Yoghurt con Curry e Sesamo Nero

Innanzitutto vi chiedo scusa.
Una situazione un po' particolare mi tiene lontana dal PC e dai fornelli, quindi perdonatemi se sarò discontinua nel postare e, soprattutto, nel commentarvi.
Vi garantisco che con l'anno nuovo tutto tornerà alla normalità.
Spero di trovare ugualmente le vostre frasi affettuose qui da me e prometto che ricambierò ogni volta che mi sarà possibile.
Passiamo alla ricetta.
Sere fa sono uscita dall'ufficio sotto il diluvio universale. Sferzata da una sorta di tempesta ho guadagnato il porticato del mio stabile, convinta che sarei stata al sicuro e invece niente, la pioggia arrivava anche lì sotto, al punto che ho dovuto mantenere aperto il mio vezzoso ombrello bianco a pois neri, bordato di trine.
Per raggiungere un rifugio degno di tale nome ho dovuto aspettare di trovarmi dentro casa. Ho acceso tutti i termosifoni e ho dato un'occhiata sconsolata al frigorifero... niente, ma veramente niente che potesse trasformarsi in un comfort food, a meno di non preparare il terzo minestrone nel giro di tre giorni. Quando si insegna cucina orientale bisogna sempre tenere presente che almeno una volta alla settimana mangeremo zuppa e che poi sicuramente ci sarà un'altra zuppa per smaltire le verdure non consumate nelle preparazioni previste dal corso e che non si può, due giorni dopo, rimettere in funzione la pentola a pressione o a breve ci si troverà nell'incresciosa situazione di dover cucinare solo per sé stessi.
C'era ancora della zucca, per la verità (e quando mai manca la zucca in casa mia) e in dispensa c'erano delle patate.
Ispirata da Igles Corelli ho pensato a un gateau molto carino, che prevedeva la cottura a vapore di questi ortaggi, la loro riduzione in purea, mescolati a uova, ricotta, panna... sì, ok, indubbiamente comfort, ma finché i miei denti saranno sani preferisco limitare il consumo di cibi passati alle vellutate (ci risiamo con le zuppe).
Però l'idea non era male, solo che, volendo mantenere alla zucca e alle patate la loro consistenza il passaggio nella vaporiera era superfluo. E non avevo la ricotta.
Allora ho pensato a una montagna di strati di verdure affettate sottilmente e amalgamate da una crema di uova e... perché "panna"? C'era uno yoghurt in scadenza, sarebbe andato benissimo ugualmente, ma a questo punto si poteva pensare a dare all'insieme un tocco orientale, con un po' di curry che lo insaporisse, del sesamo nero per la parte croccante e del... kurt.
Ora, immagino che, a meno di non essere andati in Uzbekistan, nessuno di voi conosca il kurt, però molti di voi conoscono il lebne e l'uso di formare con esso delle polpettine. Ecco, fate conto che il kurt sia il risultato della totale disidratazione di quelle polpettine, no, non lo so come si fa, ma potete sostituirlo con la feta, andrà benissimo lo stesso.

Ingredienti:
  • 500 gr di patate
  • 600 gr di zucca pesata con la buccia
  • feta qb
  • 2 uova
  • 1 yoghurt
  • 1 cucchiaino di curry
  • 2 prese di sesamo nero
  • sale
  • pepe
  • olio di semi

Procedimento:

Ungete la tortiera con un filo d'olio di semi.

Sbucciate le patate e, con un pelapatate, ricavatene delle scaglie sottili. Pulite e affettate finemente anche la zucca.

Disponete sul fondo della pirofila uno strato di scaglie di patate e cospargetele di feta sbriciolata. Ricoprite con fette di zucca, salate e pepate. Continuate così fino ad esaurimento degli ingredienti, avendo cura di terminare con uno strato di zucca, ridotta, però, a cubotti.

Sbattete le uova, amalgamatele con lo yoghurt e il curry e rovesciate il composto sulle verdure. Corspargete la superficie di sesamo nero e infornate a 180° per circa mezz'ora, controllando la cottura con uno stuzzicadenti (gli ortaggi devono essere teneri, ma ancora compatti)

1 dic 2010

Pudding di Datteri con Caramello al Burro Salato

Pudding di Datteri al Caramello al Burro Salato

Sapete, da qualche tempo ho deciso di preparare tutti i dolci che in questi anni di "passionate baking" mi ero ripromessa di preparare, senza mai giungere al dunque, inconsciamente, forse, riservandoli a una qualche, improbabile "occasione speciale".

Per motivi un po' complessi da spiegare, ho improvvisamente deciso che ogni giorno è un'occasione speciale e che non si può aspettare che a casa nostra si autoinviti improvvisamente una giornalista di Elle Cuisine per decidersi ad estrarre dal cilindro un desiderata inedito.
In ogni caso, anche se capitasse, è sempre meglio aver fatto delle prove.
Del resto, le gemme che prima tenevo in serbo per pianificatissimi ritrovi programmati con settimane di anticipo, da un po' di tempo sono quasi di rigore. Perché improvvisamente nessuno mi avverte più quando decide di presentarsi a casa mia, semplicemente suona il campanello. E noi stessi abbiamo smesso di prenotarci per tempo per le visite di cortesia, decidiamo sul momento. Maleducazione? Io direi, piuttosto, il fascino dell'imprevisto, scoperto con quasi 35 anni di ritardo sulla tabella di marcia.
Quindi, semplicemente, si congelano quiches e zuppe in quantità industriale, da scongelare all'occorrenza per gli ospiti inattesi, si preparano sottoli da offrire come pratici antipasti e si servono dolci spesso già intaccati, magari, per salvare le apparenze, prima affettati e impiattati con una colata di marmellata di cotogne.
Spero che Csaba non mi legga mai... ma sono convinta che, invece, Trish sarebbe fiera di me.

Pudding di Datteri al Caramello al Burro Salato

Questo pudding fa parte della wish list da circa 9 mesi, da quando, cioè, per il mio compleanno mi è stato regalato "I Love Torte", appunto di Trish. Ci morivo dietro all'idea di quel dolce glassato, che, per citare l'autrice "tutti vorranno mangiare partendo dal bordo"... ed è proprio così: la nappatura di caramello si deposita in uno strato molto spesso sui lati della torta, riservando un ultimo (o primo, se volete seguire il consiglio di Trish) morso da svenimento.
Quanto al cuore di datteri e burro... beh, ce l'avete presente il panettone? Ecco, tipo, ma molto meglio.
Così, pensavo che, visto che non ho ancora pubblicato ricette natalizie, né, per motivi tecnici, so se lo farò, potrebbe essere un'idea per chiudere in maniera un po' diversa, ma sempre tradizionale, il cenone della Vigilia.
Pensateci.

Pudding di Datteri al Caramello al Burro Salato

Ingredienti per la torta:
  • 150 ml di acqua
  • 125 gr di datteri denocciolati
  • 125 gr di burro semisalato (va bene anche burro normale + 1/2 cucchiaino abbondante di fleur de sel)
  • 80 gr di zucchero
  • 1 fava tonka
  • 3 uova
  • 180 gr di farina
  • 1/2 bustina di lievito istantaneo

Ingredienti per il caramello:

  • 200 ml di panna da cucina
  • 175 gr di zucchero
  • 80 gr di burro semisalato (burro normale + 1/cucchiaino raso di fleur de sel)

Procedimento:

Portate l'acqua a ebollizione e versatela sui datteri. Lasciateli in ammollo per 5 minuti, quindi scolateli e fateli raffreddare.

Preparate il caramello mettendo tutti gli ingredienti in una pentolina e cuocete, mescolando, per 8 minuti dal primo bollore. Fate raffreddare.

Grattugiate la fava tonka. Mettete nel mixer tutti gli ingredienti del pudding tranne i datteri e il caramello e frullate a lungo, fino ad ottenere un composto arioso. Aggiungete i datteri e 1/3 del caramello e mescolateli delicatamente con un cucchiaio. Versate il tutto in uno stampo da 26 cm e infornate, con la temperatura impostata sui 180°. Dal raggiungimento di questa, calcolate circa 15 minuti (Trish diceva 40, non so che razza di forno abbia) e, quando il dolce vi sembrerà rassodato, estraetelo e versate sulla superficie il caramello rimanente. Cuocete altri 10-15 minuti.