Avevo dichiarato
che, se non ne avessi avuto voglia, non avrei preparato ricette natalizie solo
per il blog.
Ma poi lo
spirito festivo mi ha trascinata e mi sono ritrovata con un pugno di proposte
che ho amato molto e che, messe insieme, potevano costituire il mio menu celebrativo
ideale, quello che, se l’organizzazione del pranzo del 25 spettasse a me,
preparerei per i miei cari.
In questi piatti
ho messo tutto l’amore, l’opulenza, le spezie e i profumi necessari ad
accendere la fiammella del Natale nel cuore.
Noterai che il
leit motiv di tutte le portate è la frutta: in ognuna è presente, in forma
fresca, disidratata, a guscio o passita. Come in un banchetto mediceo.
Penso che l’idea
di abbondanza che la frutta esprime e il colore che porta nei cibi a cui si
accosta faccia davvero festa. Ecco perché l’ho messa dappertutto.
Non so se questo
post servirà a qualcosa, probabilmente hai già in cantiere tante ricette
tradizionali anche migliori. Ma spero ugualmente di strapparti un sorriso.
Se devo essere
sincera affettare garbatamente questa terrina, una volta montata, è piuttosto
difficile. Avrei dovuto prepararla in versione finger food, coppando negli
strati di formaggio dei fiorellini o qualcosa di simile, e poi sovrapponendoli
alternati alla farcitura, in modo da formare delle torrette monoporzione.
Tagliandola successivamente la presentazione è un disastro, ma il sapore rimane
sublime.
Ingredienti:
- 2 forme di Camoscio d’Oro da 200 gr
- the affumicato Lapsang Souchong (L’Essenza del The) qb
- una manciata di nocciole (Eurocompany)
- un cucchiaio di aceto balsamico al tartufo (Inaudi)
- 2 cucchiai di mirtilli (freschi o surgelati)
- 2 cucchiai di miele di castagno
Procedimento:
Cospargi le
forme di formaggio con abbondante the affumicato e pressa bene le foglie su
tutta la superficie, affinché vi aderiscano, avvolgi strettamente nella
pellicola per alimenti e lascia riposare in frigorifero fino al momento di
servire, al massimo per due ore.
Nel frattempo,
tosta le nocciole in una padella antiaderente senza aggiunta di grassi e, non
appena saranno brunite, spegni il fuoco, spruzzale di aceto balsamico e mescola
bene. Raffreddandosi, il contenuto della casseruola si trasformerà in una sorta
di croccante: staccalo delicatamente dal fondo (per questo ti ho consigliato
una padella antiaderente), trasferiscilo in un mixer e tritalo grossolanamente,
con qualche colpo rapido.
Piattino da Formaggio Easy Life Design
Estrai il
formaggio dal frigo e, con l’aiuto di un pennello da cucina o di una
spazzolina, elimina le foglie di the; affetta ciascun panetto in tre strati:
devi essere cauta in questa operazione, per ottenere delle fette precise. Per
questo occorre che il formaggio sia molto freddo (e sinceramente non sta a me
biasimarti se, a tal fine, deciderai di passarlo per una ventina di minuti in
freezer, anzi, vorrei averci pensato io).
Ora, disponi il
primo strato di formaggio sul piatto di portata, cospargilo con la metà dei
mirtilli e irrora con un altro po’ di condimento al tartufo. Ricopri con un
secondo strato di formaggio e distribuisci sopra una parte del trito di
nocciole caramellate. Termina con l’ultima fetta di Camoscio d’Oro e completa
con un po’ di miele.
Ripeti
l’operazione con l’altra forma e servi immediatamente, prima che i mirtilli
comincino a rilasciare il proprio succo e regalino al formaggio delle
antipatiche venature bluastre.
Piattino e Spatola da Formaggio Easy Life Design
In
accompagnamento a questo antipasto, ho adorato la pienezza fruttata del Valpolicella
Classico delle Cantine Sartori,
uno di quei vini a cui, gira e rigira, torno sempre e che non mi tradiscono
mai. Te ne ho parlato spesso e ti ho proposto gli abbinamenti più diversi, ma
credo, con questa ricetta, di essere riuscita ad assegnargli il posto che, per
i miei gusti, merita di più: un formaggio a crosta fiorita, frutta secca
tostata e caramellata, mirtilli aciduli… tutti sapori contrastanti, ma che, una
volta in bocca si fondono tra loro: le spezie leggere, il brio vinoso e il
retrogusto amarognolo di mandorla del Valpolicella
li affiancano senza sovrastarli e, tutto sommato, per Natale si può anche
partire direttamente con un gran vino fin dall’antipasto.
Pasticcio filante
di Garganelli e Ragù d’Oca ai Frutti del Natale e Tartufo
Tutti amano la
pasta al forno e servirla per Natale è una tradizione consolidata in molte
famiglie. Da sempre la mia mamma prepara con grande anticipo il ragù, la
besciamella (la mia mamma prepara la besciamella più setosa del mondo) precuoce
le sfoglie, monta la lasagna e la congela direttamente nella teglia in cui la
cuocerà il 25. O, meglio, nelle teglie, una al ragù di carne, una vegetariana.
Io semplifico,
strizzando un occhio ai preparati e barando sulla besciamella, e aggiungo al mio
“pasticcio” un tono fruttato di ispirazione rinascimentale.
Tagliere e Coltelli da Formaggio Easy Life Design
Ingredienti:- una manciata di uvetta
- distillato di mele gravensteiner (Caldiff Roner qb)
- una manciata di noci (Eurocompany)
- 500 gr di garganelli (Andalini)
- un vasetto di ragù d’oca già pronto (Tutti a Tavola)
- 150 ml di latte
- un dado al tartufo (Fattoria Italia)
- 150 gr di fettine al latte (Fette Morbidissime Camoscio d’Oro)
- 150 gr di pecorino toscano stagionato DOP (Caseificio Spadi)
Procedimento:
Metti l’uvetta
in ammollo nel distillato per ammorbidirla. Puoi usare anche l’acqua, ma il Caldiff ha un
tale profumo di Natale che in questo caso non farei economie.
Tosta le noci in
una padella antiaderente senza aggiunta di grassi, senza farle annerire: devono
soltanto rilasciare un po’ del loro olio e sprigionare l’aroma.
Lessa i
garganelli in acqua bollente salata alla quale avrai aggiunto un cucchiaio
d’olio per non farli attaccare tra loro. Scolali al dente e passali sotto un
getto d’acqua fredda, per fermare la cottura.
Condiscili con
il ragù, le noci e l’uvetta scolata.
Fai sciogliere
il dado a fuoco basso, in una casseruolina, muovendolo spesso sul fondo (io lo
faccio scivolare lungo i bordi, con l’aiuto di un mestolo di legno), per non
bruciarlo, finché non si è disfatto, aggiungi il latte e porta a ebollizione;
fuori dal fuoco, incorpora un terzo delle fettine, spezzettate a listarelle.
Mescola per fonderle del tutto, riporta a ebollizione e incorpora alla pasta,
mescolando, ma facendo in modo che la crema non si amalgami perfettamente: il
senso del mio pasticcio è che i sapori rimangano almeno in parte distinguibili.
Distribuisci in
una pirofila o, più graziosamente, in 6 cocottes piccole.
Grattugia il
pecorino e cospargi abbondantemente ogni porzione. Passa in forno per una
decina di minuti a 180°. Gli ultimi due minuti, alza la temperatura al massimo
e imposta la funzione grill per gratinare la superficie e renderla
deliziosamente dorata.
Tartufo,
formaggio e selvaggina chiamano con prepotenza l’austerità sontuosa del Barolo
2008 delle Cantine Giribaldi:
una successione di profumi intensi di frutti rossi maturi, ma non troppo, e
fiori scuri un po’ decadenti, sentori boschivi e fumé, dati, probabilmente, dal
legno (anche se non sono sicura che faccia un passaggio in legno, purtroppo non
ho trovato informazioni a riguardo), ma, nel complesso, rotondo, senza gli spigoli
un po’ antipatici del Barolo ordinario, che non si addirebbero alla succulenza
morbida del mio pasticcio.
Questo arrosto si ispira a un qualcosa di analogo proposto sul numero di Sale&Pepe di dicembre, che, però, parlava di sciroppo d'acero e mele. Quando ho letto la ricetta ho pensato subito a un simposio alla corte di Lorenzo il Magnifico o di Caterina de'Medici, qualcosa di molto fiorentino. O di molto francese.
L'ho riadattato a quello che avevo in casa, anche in considerazione del fatto che le mele sono già presenti nel dessert e non vorrei annoiare nessuno.
Inoltre, l'acidulo delle prugne giapponesi smorza la pesantezza un po' grassa dell'insieme.
Ingredienti:
- 150 gr di pancetta di Parma arrotolata (Furlotti)
- 2 rametti di rosmarino
- un cucchiaio di insaporitore per arrosti (Arostina Bauer)
- 1,5 kg di lonza di maiale
- sciroppo d’agave (Luna di Miele) qb
- una decina di chiodi di garofano
- un filo d’olio extravergine d’oliva
- una presa abbondante di fiori di cannella macinati (Il Mondo delle Spezie)
- una decina di bacche di ginepro
- una stecca di cannella
- una confezione di prugne giapponesi sott’aceto (umeboshi distribuite da Ramen)
- una patata rossa media per ogni persona
- un bicchiere di vino bianco (io ho usato un Catarratto d’Alcamo Quattrocieli)
Procedimento:
Cubetta la
pancetta, spiuma il rosmarino e mettili nel mixer, insieme all’insaporitore:
prepara un trito finissimo. Più la pancetta sarà grassa, più il composto sarà
cremoso; d’altra parte con una pancetta più magra, otterrai una bardatura più
saporita.
Metti da parte.
Cola abbondante
sciroppo d’agave sulla superficie della lonza e spennellala in modo che ne sia
interamente coperta. Stecca la carne con i chiodi di garofano, infilzandoli anche
in ordine casuale, ma cercando, comunque, di sistemarli un po’ dappertutto.
Spalma la lonza
con il composto di pancetta: sarà un’operazione un filo brigosa e sporchevole,
puoi aiutarti con il dorso di un cucchiaio o con un coltello, utilizzando il
lato piatto della lama, in ogni caso non è necessario essere precisi al
millimetro, con il calore del forno il trito si scioglierà e si distribuirà
abbastanza equamente.
Ungi il fondo di
una pirofila (non è necessario usare troppo olio, l’arrosto formerà da solo una
quantità di grassi sufficiente a non farlo attaccare) e sistemaci la carne.
Cospargila di fiori di cannella e bacche di ginepro schiacciate con le mani
(unicamente per il piacere di sentirne il profumo sulle dita, non per altro),
aggiungi a lato una stecca di cannella e, se vuoi, un altro rametto di
rosmarino (ma non è indispensabile).
Lava bene le
patate e spazzolale energicamente per eliminare dalla buccia qualsiasi residuo
di terriccio. Se hai un fornitore di fiducia che può procurarti delle patate
biologiche, utilizza quelle, a patto che non si tratti di patate coltivate
senza impiego di anticrittogamici, in un orto che confina con un altro dove se
ne fa uso, altrimenti non ha senso.
Incidile a croce
sulla parte più larga, per formare una sorta di quadrifoglio, affondando il
coltello fino a metà della polpa, poi bucherella il resto della superficie con
i rebbi di una forchetta.
Avvolgile nella
stagnola, mettile in forno in una teglia a parte e imposta la temperatura a
200°. Questo perché, rispetto all’arrosto, le patate hanno bisogno di più tempo
per cuocere, quindi è meglio sfruttare al massimo il calore del forno. In ogni
caso se saranno un po’ sfaldate non sarà un problema, se risultassero crude sì.
Quando il forno
avrà raggiunto i 200°, metti dentro anche l’arrosto. Dopo 10 minuti sfumalo con
il vino e fallo cuocere ancora per 45’. Dopo circa 20’ aggiungi anche le
prugne.
Al termine,
estrai l’arrosto e fallo riposare coperto per una decina di minuti, per
permettere ai succhi di redistribuirsi, poi affettalo e sistemalo su un
vassoio, contornato dalle prugne e nappato dal fondo di cottura.
All’ultimo
momento, sforna anche le patate e servile di contorno, ancora avvolte nella
stagnola, lasciando che ogni commensale le scarti autonomamente: è una
presentazione carina e insolita.
Se vuoi puoi
mettere in tavola una ciotolina con il burro lavorato a crema o del formaggio
spalmabile, affinché ciascuno possa condire le patate a suo piacimento, ma direi
che il fondo dell’arrosto è più che sufficiente.
Per quanto
riguarda il vino, ti consiglio un barricato morbido, che sostenga la
complessità di sapori (l’agre delle prugne sott’aceto, la dolcezza dello
sciroppo d’agave, la pastosità grassa della pancetta, l’aromaticità delle
erbe): nell’insieme, nelle dosi che ti ho lasciato, sono equilibrati, ma senza
dubbio è un piatto molto stratificato. Io oserei un Longobardo Barrique Castelmontioni, realizzato con
croatina lasciata macerare nel mosto e passato brevemente in rovere. Se ne
ottiene un vino denso: nel profumo carnale di frutta rossa matura, quasi di confettura,
e di fiori scuri; e nel sapore avvolgente, tannico quel che basta per non
renderlo stucchevole, ma senza spigoli, che lo rende perfetto anche come vino
da meditazione, anche se, disgraziatamente, questa in Italia è un’usanza poco
diffusa.
Continuo a
barare con i preparati ;-)
In realtà il
senso di questa torta è la magnificenza della sua presentazione, quindi poco
importano la base e la maestria nella realizzazione della crema: io ho
utilizzato delle miscele per Amor Polenta e Crema Pasticcera istantanea pensate
per la pasticceria professionale, che non si trovano in commercio al dettaglio,
ma puoi preparare un semplice quattro quarti o addirittura utilizzare il
panettone e, se la crema pasticcera ti riesce (a me no), realizzala da sola,
altrimenti utilizza della panna montata.
Ingredienti per
la base:
- 2 uova
- 125 gr di burro
- 250 gr di miscela per Amor Polenta (Novaterra Zeelandia)
(oppure la tua base per torte preferita,
anche un quattro quarti o un pound cake andranno benissimo)
Procedimento:
Lavora a crema
le uova con il burro utilizzando il mixer o l’impastatrice, quindi incorpora le
polveri e amalgamale perfettamente.
Trasferisci il
composto in uno stampo rotondo di 20 cm di diametro imburrato e infornalo a
freddo: imposta la temperatura a 180° e, da quando sarà stata raggiunta,
calcola circa 40 minuti. Verifica l’effettiva cottura inserendo al centro della
torta uno stuzzicadenti: se uscirà pulito, puoi sfornarla.
Introdurre l’impasto
nel forno freddo serve a riscaldarlo gradualmente per evitare che la superficie
assuma una forma bombata, che, successivamente, dovresti pareggiare: in questo
modo, cuoce e lievita ugualmente, ma la parte superiore rimane (quasi) piana.
Lascia
raffreddare la torta completamente prima di sformarla.
Nel frattempo
prepara la farcitura:
Ingredienti per
la crema pasticcera:
- un baccello di vaniglia
- 200 gr di miscela per crema pasticcera istantanea Rap (Novaterra Zeelandia)
- 500 ml di acqua
(oppure la tua ricetta preferita per crema
pasticcera alla vaniglia)
Procedimento:
Apri
delicatamente a libro il baccello di vaniglia e raschiane l’interno con la lama
di un coltellino, per estrarne i semi. Mescola le polveri con i semini,
aggiungi l’acqua e amalgama gli ingredienti nel mixer, finché non otterrai una
crema setosa.
Ingredienti per
le mele caramellate:
- 2 mele
- un cucchiaio (circa tre bustine) di zucchero aromatizzato alla vaniglia (Novarese Zuccheri)
Procedimento:
Lava le mele e tagliale
a spicchi alti circa mezzo centimetro. Elimina il torsolo e il semi da ogni fetta
e cuocile con la buccia per una decina di minuti. Devono solo ammorbidirsi, non
disfarsi, quindi controlla la consistenza e, appena comincerà a cedere, spegni
il fuoco, aggiungi lo zucchero, mescolalo delicatamente e metti da parte.
Ingredienti per
il montaggio e la decorazione:
- due manciate di noci di macadamia (Nut Club, distribuito in Italia da D&C)
- 4-5 cucchiai di dulce de leche (io ho usato la crema di latte e vaniglia Tutti a Tavola)
Procedimento:
Spezzetta
grossolanamente le noci (è sufficiente anche dividerle a metà) e tostale
brevemente in una padella senza aggiunta di grassi.
Sforma la torta,
elimina l’eventuale bombatura della superficie e tagliala orizzontalmente in due
strati.
Decora il primo
strato deponendo dei ciuffetti di crema dalla sac a poche, a formare dei cerchi
concentrici (naturalmente puoi anche spalmare la crema con una spatola, il
gusto non ne risentirà: è solo una questione estetica). Disponi al centro, a
raggera, la metà degli spicchi di mela, cospargili di noci di macadamia e nappa
con una parte del dulce de leche.
Poggia il
secondo strato sopra quello appena ultimato e procedi alla medesima decorazione
con il resto degli ingredienti.
Mi piace
immaginare che, oltre al consueto brindisi effervescente che caratterizza il
Natale tradizionale, più tardi, nel pomeriggio, quando il buio comincerà a calare,
avrai voglia di valorizzare una seconda fetta di torta con un bicchierino di Caldiff, sì, lo
stesso usato per ammollare l’uvetta del primo piatto: un raffinato distillato
di mele Gravensteiner, qualità ormai rarissima, dall’aspetto non proprio bello,
ma profumatissima.
Ho assaggiato il
mio primo Caldiff
nell’atmosfera un po’ ovattata dall’aria condizionata, negli uffici della Roner, a Termeno, quest’estate: fuori c’erano
almeno 30° e l’idea di una degustazione di acquaviti sembrava quantomeno
peregrina, ma la competenza di chi ci aveva guidato tra gli alambicchi era tale
che non potevo perdere quell’occasione.
Ecco, credimi:
malgrado il caldo, quando ho accostato il naso al bicchierino sono riuscita a
sentire il profumo del Natale. Non era semplicemente cannella, era il mix di
quatre-épices del pan di spezie di Colmar, con il tocco vanigliato del legno e
poi ancora fichi caramellati e un colore dorato che faceva dimenticare l’estate
torrida e ti teletrasportava sotto un abete infiocchettato di ghirlande, in
mezzo ai regali.
Con oggi, L’Omin
di Panpepato chiude per qualche settimana: non è una mia abitudine smettere di
bloggare sotto Natale, normalmente riservo sempre qualche ricetta salvalinea
per i giorni tra una scorpacciata e l’altra. Ma quest’anno le festività cadono
in modo tale che mi è stato possibile concedermi un viaggio, da cui spero
tornerò carica di entusiasmo, ma anche di ingredienti insoliti e idee nuove.
Non mi resta,
quindi, che augurarti un sereno Natale e un felice inizio anno, che possano
portarti tutto ciò che desideri, che si tratti di amore, salute, una nuova
piastra per i capelli o un po’ di tempo per te.
Io ho già quello
che desidero: l’amore della mia famiglia, l’affetto degli amici, un angolo del
mio cuore in cui rifugiarmi quando sono triste o stanca senza amareggiare chi
mi circonda, i miei libri, cioccolata, vino rosso e una coperta patchwork. Ciò
che vorrei è la costanza di saper conservare questi beni preziosi.
15 commenti:
Tesoro mio che dire è un trionfo tutto questo ben di Dio...sei riuscita a farmi venire una fame tremenda alle 8 di mattina....tutto spettacolare cara sono certa che i tuoi ospiti si leccheranno i baffi:D!!Sere ormai ci siamo, siamo agli auguri ed io voglio augurarti tanta serenità e gioia interiore e soprattutto che tutto quello che il tuo cuore desideri si avveri!!Ti voglio bene,
Imma
Che ricettine meravigliose!!! Buon Natale!!!
Va bene allor aè ufficiale vengo da te per il pranzo di Natale? Così sontuoso e ricercato...
Non c'è una sola proposta che non mi stuzzichi.
Tanti auguri Sere.
Splendide le tue proposte Serena, una più gustosa dell'altra e soprattutto non banali, brava!!!
Auguro anche a te un sereno e magico Natale e un meraviglioso 2014 pieno di tutte le cose che desideri!!!
Buon viaggio, un abbraccio e a presto...
questo si che è un gran menu!!!
lo passo amai suocera.. vediamo se rompiamo la monotono tradizione!!!
auguri Serena, Buon Natale!!!
Io lazzara anche a Natale ;)
Complimenti Sere, ti faccio i miei auguri più affettuosi!
Un bacione ed un abbracio
Sara
PS:il 6 sera arrivo a Firenze x lavoro...;)
cara Sere, mi hai lasciato senza parole, letteralmente...un intero menù, sei mitica!
Ti mando un grande abbraccio e tantissimi auguri di Buone feste a te e ai tuoi cari
Quest'anno con le ricette sono un disastro! Tu invece hai proposto un menù intero!!!!
Mitica!!!
Ti auguro un Natale pieno di cose buone e affetto!
Un abbraccio!!!!
Bellissimo e originale, come sempre...
Mi prenoto per il dolce, quando avrò finito di spadellare e potrò finalmente sedermi un attimo in pace.
Buon Natale!
Claudette
mmmm, menù ricco, mi piace tutto!
Tantissimi auguri!!!
Che proposte meravigliose, Sere! Tantissimi auguri mia cara, ti auguro un Natale pieno di serenità ^_^
Un bacione grande <3
Che meraviglia...un intero pranzo....vado di corsa per assaporarlo tutto ma adesso ti lascio i miei auguri di Buon Natale, Serena, e quando tutta questa confusione sarà passata, dopodomani, mi rilasserò a modo mio...passando di qui...magari per qualche idea...dato che quest'anno gli amici si sono organizzati per incontri mangerecci fuori festa di calendario...bacioni grandissimi...
Auguri tesoro, che meraviglia di menù! Nonostante il cenone di ieri non vedo l'ora di mettermi a tavola :)
Tanti auguri un po' in ritardo di buon Natale ;)
Ciao! Ispirate alla tua ricetta, abbiamo impastato pure noi!
http://www.spizzichiandbocconi.blogspot.it/2013/12/torta-di-rose-pissaladiere-nicoise.html
Buon anno!
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