Ma, d’altra parte, forse,
partecipare a questa iniziativa, poteva essere l’occasione giusta per
riflettere e trovare delle risposte un po’ più organiche di quelle che mi ero
data finora.
Per molto tempo tutta la mia vita
e la mia quotidianità hanno ruotato attorno alla ricerca e all’elaborazione di
ricette sempre nuove, al reperimento degli ingredienti corretti, alla preparazione
dei pasti e alla documentazione di ogni mio esperimento con una serie infinita
di scatti. Ho investito in libri di cucina, pentolame, spezie esotiche, props
per le foto, corsi di food styling, reflex e *tempo* quello che una donna
normale avrebbe speso in vestiti, estetista e vita sociale.
Perché io sono fatta così: o
tutto o niente. Se qualcosa mi interessa diventa la mia religione, poi piano
piano un’ossessione. Se non ho modo di dedicarle tutte le mie energie, allora è
meglio lasciar stare.
No, non è vero. Non sono più
fatta così. Sto cercando di cambiare, di trovare una misura, di accettare di amare
(ed essere amata) anche con moderazione, senza che la mente si obnubili e tutto
il resto perda di senso.
E quindi, sì, mi sono accostata
al blog, ormai otto anni fa, con una curiosità e una timidezza presto sfociate
nella nevrosi e nell’identificazione assoluta con questo spazio, poi ho preteso
di occuparmene anche in un periodo in cui non mi interessava più, per pura e
mera rigidità mentale, infine ho alternato periodi di aggiornamento regolare
con lunghi silenzi stampa.
Vediamo quindi di riprendere le
fila e utilizzare un approccio ragionevole.
Sono una ragazza Vogue, almeno
fino a che non apro bocca, non sono assolutamente più interessata ad alzarmi
all’alba per fare le foto con la luce giusta. Mi piace uscire la sera e dormire
fino a tardi la mattina. Se ho una giornata libera sono capace di cucinare per
un reggimento, in modo da garantirmi nutrimento sano e vario per la settimana
successiva; porziono, congelo, pulisco la cucina e per una settimana non apro
nemmeno il gas. In perfetto stile cammello.
Cucinare mi rasserena, mi rilassa
e mi permette di entrare in uno stato meditativo probabilmente molto simile a
quello che si raggiunge colorando i mandala. E mi piace decorare i piatti con
una rifinitura semplice, che suggerisca un’idea di naturalezza.
Ma preferisco mangiare, bere,
fare shopping, l’amore, le coccole al mio gatto, leggere, camminare, soffocare
dal ridere, ballare, mettermi lo smalto.
E quindi, in questa strana fase
di passaggio verso la costruzione di una nuova me, il mio rapporto con questo
blog sarà fluido e spontaneo come quello che ho col cibo e la sua manipolazione,
cucinerò quello che mi va di mangiare e fotograferò quello che riesco, quando
cucinare e la “luce giusta” coincideranno, e pubblicherò ricette anche già
pubblicate in passato, se ho modificato anche solo una spezia e replicarle mi
ha fatto sentire felice.
Ci sarà tanto spazio per
ingredienti freschi e semplici, prevalentemente di origine vegetale, come le
tante gustose e sane bevande sostitutive del latte proposte da The Bridge, ma non mi rovinerò la
manicure per impastare il pane in casa e non rimanderò più un appuntamento con
una persona cara perché ho comprato il salmone fresco. Lo metterò in freezer e
lo scongelerò quando avrò voglia di salmone.
E, se avrò ospiti improvvisi,
anziché lustrare la casa, preparerò un crumble di mirtilli, che è il dessert
più semplice del mondo e, in cottura, sprigiona un profumo tale da far
dimenticare l’inadeguatezza del resto del menu, il disordine, e si può mangiare
anche a colazione, accompagnato da un bicchiere di latte di farro (in pendant con la
farina dell’impasto) nel caso la cena finisca particolarmente bene.
Ingredienti:
- 150 gr di farina integrale di farro (Prometeo Urbino)
- 60 gr di "sucre du berger" (particolare miscela di zucchero bruno, lavanda, limone e issopo, che ho acquistato in Provenza, lo puoi sostituire con zucchero di canna o bianco e, magari, una grattugiata di scorza di limone)
- due cucchiai di olio di semi di girasole
- 3 cucchiai di latte di farro (The Bridge)
- 5 bacche di cardamomo
- 400 gr di mirtilli
- 3 cucchiai di amarene in sciroppo
Procedimento
Inserisci nel mixer la farina e 3 cucchiai di zucchero e mescolali a bassa velocità. Versa l'olio e il latte e frulla a piccoli colpi per ottenere delle briciole grossolane.
Riponi in freezer, mentre prepari la frutta: estrai i semini del cardamomo dalle bacche e pestali finemente al mortaio. Mescolali con i mirtilli, le amarene e lo zucchero rimasto.
Disponi il tutto in una pirofila, ricopri con le briciole e passa nuovamente in freezer, mentre preriscaldi il forno a 180°. Cuoci per 30 minuti.
3 commenti:
Non credo di aver mai lasciato un commento sul tuo blog, anche se ti seguo da tempo con più o meno costanza. Se potessi tatuarmi questo post credo che lo farei. Se ti serve, hai ragione su tutta la linea.
Con affetto
Cristina
thehouseoftheblackbirds.blogspot.it
Non sono otto anni ma da.quando ho incontrato questo tuo angolo di vita non l'ho lasciato piu'... è incredibile come alcune cose ti entrano dentro e finiscono per appartenenti a se ci tiene ne seguo percorsi, cambiamenti, virate....sui sempre così Sere, sempre te stessa...
Per fortuna che sono andata indietro a rileggere i tuoi post.
Mi piacevi prima, mi piace anche quello che vuoi diventare...ho sempre sentito un'affinità con le tue ricette, con il vino che spesso usi per accompagnare i tuoi piatti e quindi mi dico che forse potrei averle anche con te come persona.
Chi lo sa, per ora continuo a gustarmi visivamente quello che passa nella tua cucina. Anche con la luce un po' sfocata se necessario!
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