Come spesso ho lamentato, non posso contare su un vero e proprio
ricettario di famiglia: le mie antenate non si sono tramandate alcun quaderno
scritto a mano e chiosato d’olio, con le pagine spiegazzate.
La mia bisnonna paterna abbandonò marito e figli per
inseguire un sogno d’amore più romantico e interessante e passò il resto della
sua vita acconciata e vestita à la
garçonne, per terminarla, altrettanto gloriosamente, per mano di un
cecchino tedesco che la sorprese durante le manovre di liberazione di Oltrarno.
Sua figlia crebbe in collegio e ne uscì per sposare uno chef, quindi di
cucinare non ha mai avuto bisogno. Mio nonno, ovviamente, come tutti i
professionisti, non si sognava nemmeno di appuntarsi le ricette.
La mia nonna materna ha sempre litigato e rotto i rapporti
con tutti, compresa sua madre (titolare di un ristorante di lusso sul lungomare
di Cecina), e a lei del cibo non interessava un bel niente. Era una di quelle
donne dall’animo conteso tra la pittura e la divinazione, che temono che
toccando uno straccio o un mestolo, perderanno il dono.
La cultura gastronomica dei miei genitori è quindi un caos
di ricette tradizionali, reminiscenze anni ’80 (mia madre porta in tavola
ancora con fierezza il cocktail di gamberetti e l’insalata russa), tentativi talvolta
felici di riprodurre qualcosa assaggiato al ristorante o all’estero, cavalli di
battaglia riproposti con frequenza imbarazzante e arte di arrangiarsi.
Io ho ereditato la pigrizia delle mie nonne e la mano felice
di mia madre nel preparare gli gnocchi. Gli gnocchi di mia madre sono quasi del
tutto privi di farina e quindi risultano molto scioglievoli. Sono già buoni
così, con un po’ di pomodoro e di parmigiano, ma siccome era un’occasione un po’
carina ho voluto sperimentare una particolare salsa filante, profumata di
frutta a guscio.
Ad accompagnare, uno Chardonnay
siciliano Cantine Settesolil, in
cui l’opulenza olfattiva di frutta tropicale matura che caratterizza questo
vitigno nelle sue espressioni isolane, è stemperata dalle note primarie di
agrumi ed erbe profumate, che si ritrovano in bocca nella freschezza citrica e
nell’aromaticità della retrolfattiva. Il corpo è buono e bilancia la tendenza
dolce/grassa del piatto.
Ingredienti:
- 1 kg di patate
- 200 gr ca di farina di farro bianca (Prometeo Urbino) + 2 cucchiai per la besciamella
- sale
- 40 gr di burro
- 500 ml di latte di nocciole (Alpro)
- 200 gr di Bleu Village (o altro formaggio erborinato dal gusto deciso)
- pepe
- noce moscata
- 2 cucchiai di distillato di nocciole (Haselnussgeist Roner)
- una manciata di pinoli
- una manciata di panatura classica (Cannamela)
Procedimento
Lessa le patate intere e con la buccia e lasciale
raffreddare completamente prima di
pelarle e passarle allo schiacciapatate.
Aggiungi una piccola presa di sale e la farina necessaria ad
ottenere un impasto lavorabile con le mani, ma non troppo sodo. Piuttosto parti
con poca farina e spolvera il resto sulla spianatoia, su cui andrai a formare con
il composto dei rotolini di 1.5 cm di diametro, da tagliare in pezzetti di
circa 4 cm di lunghezza. Imprimi su
ciascuno i rebbi di una forchetta (non ne ho mai capito la ragione, ma si fa
così)
Riponili in frigo ad assestarsi per almeno un’ora, quindi
lessali in acqua bollente leggermente salata, ritirandoli con una schiumarola
quando affiorano e sistemandoli in 4 cocottes monoporzione o in una pirofila
grande, irrorandoli con un filo d’olio e mescolandoli con delicatezza, per non
farli attaccare.
Prepara la besciamella alle nocciole: fai fondere il burro e
aggiungi 2 cucchiai di farina di farro. Cuoci finché non si sarà formata la
classica “palla”, quindi versa il latte a temperatura ambiente e porta a
ebollizione, mescolando sempre. Fuori dal fuoco, incorpora il bleu spezzettato, condisci con sale, pepe e noce moscata e stempera con il liquore.
Versa questa crema sugli gnocchi e infornali a 180° per 20’.
Nel frattempo tosta i pinoli e polverizzali al mixer. Mescolali alla panatura e utilizza questo mix
per spolverare la superficie delle cocottes: infornale nuovamente in funzione
grill alla massima temperatura, il tempo di farle gratinare e servi subito.
8 commenti:
Cavoli che famiglia interessante! Anche la ricetta, beninteso, ma sta volta mi ha catturato di più la storia della tua famiglia!
Beh però hai una genealogia che ha sempre avuto a che fare con il cibo, uno ha sposato uno chef, un'altra era la cuoca in un ristorante. Hai la cucina nel sangue :-)
questo sugo così formaggioso deve essere uno spettacolo, mi ha fatto pensare alla fonduta
Ma si, freghiamocene dei geni, io una cosa ti dico: questi gnocchi me li mangerei anche adesso a colazione, ci credi!? Li adoro letteralmente....e la tua versione mi ha fatto venire fame all'istante!
Bacio e buon fine settimana!
ragazzi qui mi affondi! ci sono tutti gli ingredienti che adoro e mi sembra già di sentirne il profumo!
Non saprei da dove cominciare ...uno di quei tuoi post che leggo e rileggo grogiolandomi nel racconto ed immaginando il tutto . Ho immaginato la tua bisnonna come un personaggio di quei film che ami vedere perché raccontano la nostra storia più' recente fatta di eroi anonimi....la cucina che in un modo o nell'altro entra sempre...nel bene e nel male...gli gnocchi che e'l'unica cosa nella quale non mi sono mai cimentata perché e' una di quelle poche cose fatte in casa da mia madre...e la besciamella alle nocciola....aspetta...credo che mi crogiolerò a rileggere questo post ancora......!!!
Grazie per il vostro aiuto, io sono nuovo nel mondo del tuo blog.
Molto bel blog, grazie per i dettagli sulle riprese, sarà farmi crescere.
voyance gratuite
Grazie per questi suggerimenti. È pazzesco ciò che c'è come opzioni e sviluppo gratuiti! Ci si chiede come possa rimanere sul web una miriade di siti traballanti e malamente legati.
voyance totalement gratuit
Posta un commento