30 giu 2010

Crumble di Albicocche alla Lavanda

Crumble di Albicocche alla Lavanda

Sapete, a me le albicocche non piacciono tanto. C'è da dire che, anguria e ciliegie a parte, ho un problema generico con la frutta estiva. La apprezzo nei dolci e nei frullati, ma difficilmente mi viene in mente di fare un break a base di pesche o susine.
Cosa mi ha portata, quindi, a spendere una cifra irragionevole per un cestino di albicocche, nei primissimi giorni in cui questi frutti dal colore tanto luminoso, ma dal sapore per me così allappante, sono comparsi sui banchi dell'ortofrutta?
Presto detto: il richiamo della lavanda.

Crumble di Albicocche alla Lavanda

Avevo trovato una ricetta di crumble di albicocche alla lavanda sul libro di Camille Le Foll e subito mi si sono spiegate davanti agli occhi le distese azzurre della Provenza in questa stagione.
La lavanda, come i girasoli, i pomodori ciliegini e i papaveri, è una delle cose che in estate riescono a mettermi di buonumore... Per il resto, fa troppo caldo, giuro.
Comunque, l'estate scorsa, uscendo da una sagra, ci eravamo fermati a frescheggiare nelle campagne attorno: guardavamo i vitigni con l'uva ancora acerba e cercavamo di decidere se l'annata per il vino sarebbe stata buona o meno, io avevo lo sguardo perso verso le colline, dove intravedevo la casa della mia infanzia, ho pianto un po' e allora abbiamo parlato di quando saremo ricchi e la ricompreremo. Topy ed io parliamo spesso di quando saremo ricchi e compreremo una casa in campagna, a volte variamo un po' sul tema e parliamo di quando saremo ricchi e apriremo un ristorante. Alla nostra destra c'erano delle villette a schiera, che quando ero bambina non c'erano, c'era un mulino, mi sembra. E nei giardinetti di queste villette spiccavano dei folti cespugli di spighi violetti. Insomma, voglio dire, che i giardini non erano recintati e gli spighi sporgevano un po' sulla strada.

Crumble di Albicocche alla Lavanda

Ingredienti:
  • 600 gr di albicocche
  • 3 cucchiai di miele
  • 1 pezzetto di burro
  • 3 steli di lavanda in fiore

Ingredienti per il crumble:

  • 75 gr di farina
  • 60 gr di zucchero
  • 60 gr di burro
  • 20 gr di mandorle

Procedimento.

Tagliate le albicocche in quarti. Fate scaldare il miele e il burro in una padella, quindi, fuori dal fuoco, versateci le albicocche e rivoltatele bene, affinché ne risultino completamente rivestite. Aggiungete i fiori di lavanda e mescolate bene. Lasciate raffreddare completamente.

Impastate gli ingredienti per il crumble, tranne le mandorle, per formare delle briciole.

Suddividete le albicocche nelle cocottes, ricoprite la superficie con il crumble e cospargete di mandorle, che avrete tagliato a lamelle con un coltello affilato.

Fate cuocere a 180° per circa 1/2 ora.

Crumble di Albicocche alla Lavanda

28 giu 2010

I "fazzoletti di seta" di Jamie

Fazzoletti di Seta al Pesto

Con questa ricetta vorrei introdurre un nuovo "capitolo" del mio blog: non che intenda creare un'apposita categoria, ma, dato che mi sto riscoprendo a cucinare sempre più spesso piatti della tradizione italiana, dopo aver superato qualche remora sull'opportunità di proporre pasta alla Norma o insalata alla palermitana, ho deciso di fare outing e mostrarvi anche qualcosa di questo nuovo iter culinario che ho deciso di percorrere.

Il merito non è né del mio carattere nostalgico né di sentimenti patriottici, più inopportuni che mai dopo la figuraccia ai mondiali e che, comunque, non ho mai provato (anzi, mi vergogno abbastanza di essere italiana e non solo per motivi calcistici), ma del mio nuovo gioiello libresco. Un ricettario fresco, divertente, da leggere d'un fiato, anzi da assaporare, per le schiette introduzioni che precedono ogni ricetta, frutto di un'esperienza invidiabile vissuta da quel gran bel ragazzo di Jamie Oliver, che ha girato l'Italia in un furgone, pronto a carpire i segreti gastronomici di agricoltori, vendemmiatori, osti e nonne. Quando l'ho comprato temevo un po' l'effetto "inglesizzazione" del nostro patrimonio alimentare (tipo "se non trovate i pelati usate il ketchup") e invece devo riconoscere che Jamie (l'ho già detto che lo trovo un gran bel figliolo?) ha saputo non solo raccoglierlo, ma anche esplicitarlo in maniera chiarissima, soffermandosi sull'importanza di utilizzare ingredienti genuini, precisando che alcune ricette in Inghilterra non sono riproducibili per mancanza di ingredienti e sconsigliando di utilizzare surrogati, ma, soprattutto, prendendosi la briga di spiegare i passaggi uno per uno, di puntualizzare su accortezze e procedimenti che troppe volte nei libri di cucina tradizionale vengono dati per scontati, come se tutti avessimo a fianco mamme o nonne disposte a spiegarci cosa significano certi termini.

Ed è così che mi sono ritrovata a preparare ricette regionali, che avevo sempre giudicato banali e un po' cafone, e a trovarle buonissime, perché ho capito come andavano fatte e, soprattutto, ad incantarmi di fronte a questi "fazzoletti di seta al pesto", la prima ricetta che mi è saltata all'occhio mentre sfogliavo il libro in libreria e la prima che ho preparato, appena rientrata a casa con il malloppo. So che non si tratta di niente di straordinario, ma ho pensato che ritagliare nella sfoglia dei quadrati e chiamarli "fazzoletti" fosse molto romantico.

La ricetta di Jamie (non so se vi ho già raccontato che lo trovo davvero un gran pezzo di bel ragazzo) prevedeva una sfoglia all'uovo, io l'ho preparata con questa ricetta, quindi stesa con l'Imperia a livello 3 (fate conto un 2mm di spessore) e tagliata a quadrati, che ho lessato in acqua bollente per pochissimi minuti e condito con del pesto fatto con una manciata di basilico del mio terrazzo, una grattugiata di parmigiano, noci, sale alle erbe e olio d'oliva. Poi, che c'entra, del pesto e della sfoglia della pasta ognuno ha la sua versione, ma è l'idea, che è bellissima, che conta, no?

Un giudizio sincero? La prima di una serie di ricette insindacabilmente strepitose... che dite, mi sono innamorata?

Fazzoletti di Seta al Pesto

25 giu 2010

Strudel di Prugne al Karkadé con Cannella e Polvere d'Arancia

Strudel di Prugne al Karkadé con Cannella e Polvere d'Arancia

L'altro giorno, parlandovi del pollo ripieno, non vi ho detto tutta la verità: non è vero che l'abbiamo mangiato tutto in due, con il contorno. Lo abbiamo mangiato tutto in due, con il contorno e il dolce.
Non so perché l'estate ci provochi questi craving serali, che durante l'inverno non ci si presentano assolutamente mai. Era già successo l'anno scorso e continua a capitare in questo periodo, quasi ogni sera.
Ma questo strudel era così buono, che non potevamo resistergli neppure da sazi.
L'idea mi era venuta per via di certe prugne secche che avevo comprato in un attacco di salutismo, convinta di volerle, d'ora in poi, mangiare per merenda, al posto degli snack. Naturalmente il primo e il secondo giorno ho monasticamente fatto una pausa caffè a base di prugne secche, il terzo mi sentivo come credo potrei sentirmi se decidessi di smettere di fumare e il quarto ho comprato una tavoletta di cioccolato alle nocciole.
Le prugne secche sono rimaste in dispensa, non so spiegarmi nemmeno perché, dato che, di base, le trovo buonissime, solo che come merenda preferisco le galettes bretoni, che vi devo dire?

Strudel di Prugne al Karkadé con Cannella e Polvere d'Arancia

Comunque, odio sprecare il cibo e quindi, dopo averle usate per gli spiedini e per farcire un pollo (lo so, ho un problema con il pollo ripieno, credo mi sia mancato molto da bambina e ora ne cucino continuamente), ho pensato di utilizzare la rimanenza per uno strudel.
Per evitare l'effetto ospedaliero, però, volevo qualcosa che non trasformasse la farcia in una semplice composta: ho usato del karkadé per ammollare le mie prugne per una notte intera, polvere d'arancia e cannella per profumarle e la mia frolla gluten free, che forse è stata un po' più complessa da manipolare e arrotolare, per la sua scarsa elasticità, ma che ha raggiunto livelli di friabilità che sono certa siano impossibili da realizzare con una frolla tradizionale.
Credo di poter tranquillamente affermare che questo sia stato il miglior strudel preparato finora
e anche Topy79 era d'accordo con me...

Strudel di Prugne al Karkadé con Cannella e Polvere d'Arancia

Ingredienti:

  • 1 dose di pasta frolla fatta secondo la vostra ricetta di fiducia (trovo inutile suggerire ricette per quanto riguarda le preparazioni base, ognuno ha le sue preferite, no?)
  • 200 gr di prugne secche
  • 2 cucchiaini colmi di karkadé
  • 50 gr di mandorle pestate (io ho usato la stessa quantità di confetti avanzati delle bomboniere, previsti dal "piano di smaltimento sciocchezze in dispensa")
  • 180 gr di zucchero
  • 3 cucchiai di pangrattato
  • 1 cucchiaino colmo di cannella
  • 1 cucchiaino colmo di polvere d'arancia
  • zucchero a velo

Procedimento:

La sera prima, fate bollire due tazze d'acqua, quindi versatela sulle prugne e aggiungetevi il karkadé, contenuto nell'apposito colino da the o in un filtro di carta. Lasciate infondere il karkadé finché l'acqua non si sarà raffreddata, quindi eliminatelo e lasciate invece le prugne in ammollo per tutta la notte.

L'indomani scolatele (il liquido dell'ammollo non si butta, ma si mette in frigo e si consuma come un succo di frutta: è ottimo e molto depurativo, ve lo consiglio caldamente!) e mescolatele con tutti gli altri ingredienti (tranne la pasta frolla e lo zucchero a velo, naturalmente).

Lasciate riposare la farcia, mentre stendete la frolla a uno spessore di ca. 2-3 mm. Distribuite l'impasto sulla superficie, lasciando un po' di spazio lungo i bordi, quindi ripiegate leggermente questi ultimi verso l'interno e cominciate ad arrotolare lungo il lato lungo.

Infornate a 180° per circa 35 minuti e lasciate raffreddare completamente lo strudel, prima di servirlo spolverato di zucchero a velo.

23 giu 2010

Pollo al Miele e Polvere d'Arancia, ripieno di Limoni sott'Olio con Cipolle di Tropea Candite su letto di Finocchietto Selvatico

Pollo al Miele Ripieno di Limoni sott'Olio su letto di Finocchietto e Cipolle Confi

Sembra complesso, ma in realtà si tratta di una delle ricette più semplici e gratificanti che ho preparato negli ultimi tempi.
So che forse l'idea di pollo arrosto non è proprio in carattere con l'inizio dell'estate, ma qui, tranne un breve, soffocante periodo di caldo torrido, negli ultimi giorni ha ricominciato a far fresco e devo ammettere che la cosa non mi dispiace affatto.
In ogni caso amo il pollo arrosto troppo per sopportare l'idea di rinunciarvi per oltre tre mesi e, del resto, dato che si tratta di un piatto prevalentemente "serale", quando proporvelo, se non in estate, quando è possibile scattare anche all'ora di cena?
Infine, con questo piatto, credo di essere finalmente riuscita a trovare la quadra tra il mio forno, la pelle croccante, l'interno ben cotto e non lesso, il contorno arrostito a dovere ma non bruciato e la necessità di mangiare a un'orario decoroso, che non ricordi troppo l'estate dei miei 19 anni a Ibiza. A Ibiza finivamo di cenare così tardi che mi capitava spesso di pensare che a casa, a quell'ora, stavo quasi per alzarmi per fare colazione (nella vita normale sono piuttosto mattiniera, lo confesso).
Comunque, questo pollo è buonissimo e sono certa che se conoscete un pochino il vostro forno e seguirete i miei consigli riuscirà perfettamente anche a voi.
L'ispirazione mi è partita, pensate un po', da una bottiglia di Nero d'Avola che non so come mi era capitata in casa. Avevo un pollo in freezer, dei limoni che avevo messo sott'olio tempo fa, della polvere d'arancia, del miele e ancora un po' di finocchietto, residuo delle mie ricerche primaverili nei campi, delle cipolle rosse di Tropea... e ho pensato al Sud, alla Sicilia, un po' alla Calabria... e mi è venuta voglia di un piatto che le ricordasse.
A prima vista questo insieme di sapori potrebbe sembrare troppo strutturato e stridente, invece vi assicuro che l'insieme finale è molto, ma molto armonico.
Le dosi che vi lascio sono per 4 persone un po' meno ingorde di noi, che lo abbiamo finito in due, contorno compreso...
Ingredienti:
  • 1 pollo da 1.2 - 1.3 Kg
  • 1 vasetto di limoni sott'olio preparati secondo questa ricetta o di limoni confits
  • 1 cipolla rossa di Tropea
  • finocchietto selvatico
  • aroma per arrosti
  • miele fluido (va benissimo il millefiori)
  • olio evo

Procedimento

Sciacquate bene il pollo dentro e fuori e lasciatelo asciugare. Riempitelo con i limoni sott'olio o con i limoni confit a pezzi, lasciandone da parte un po'.

Massaggiate l'esterno del pollo con un po' di miele, quindi cospargetelo di aroma per arrosti e polvere d'arancia. Adagiatelo in una pirofila capiente leggermente unta e irroratelo di olio evo. Se utilizzate i limoni sott'olio potete tranquillamente impiegare l'olio di conserva degli stessi, l'importante è essere generosi: la preparazione di un pollo arrosto non è il momento adatto per lesinare sulle calorie.

Preriscaldate il forno a 250°, quindi infornate il pollo e abbassate immediatamente la temperatura a 200°. Fate cuocere per un'ora senza mai aprire lo sportello. Nel frattempo affettate la cipolla non troppo sottilmente.

Trascorsa la prima ora di cottura estraete la teglia, trasferite momentaneamente il pollo su un altro piano e adagiate sul fondo il finocchietto a coprire. Rimettete il pollo nella pirofila, rovesciato sulla schiena e cospargetelo ancora di aromi, disponete intorno le fette di limone e cipolla e versate su ciascuna di queste ultime una goccia di miele. versate ancora olio sulle verdure appena aggiunte e infornate nuovamente per circa 20'. Ritirate il pollo dal forno, giratelo ancora e fatelo finire di dorare un altro quarto d'ora.

21 giu 2010

Insalata di Melone Giallo con Pecorino Stagionato, Feta e Menta

Insalata di Melone Giallo con Feta e Pecorino alla Menta

Parlavamo pochi giorni fa di insalate e piatti freddi...

Non trovate che i meloni siano frutti bellissimi? Non so voi, ma io non so resistergli: trovo che la forma esterna sia assolutamente adorabile, ma quello per cui impazzisco letteralmente è il profumo che si sprigiona nel tagliarli.
Soprattutto il melone giallo, perché ha un profumo più erbaceo e meno dolce di quello retato, che ricorda vagamente il cetriolo e... sì, lo confesso: la zucca, della quale, nei mesi estivi, sento moltissimo la mancanza.

Insalata di Melone Giallo con Feta e Pecorino alla Menta

Credo quindi sia giunto il momento di proporvi una delle mie insalate preferite, ormai siamo abbastanza in confidenza: quella di melone.
No no, non sto parlando del classicissimo "prosciutto e melone", ma di una vera e propria insalata mista di verdure, formaggi e tanto tanto melone. Uno ogni due persone, per essere precisi.
L'ho assaggiata per la prima volta a casa di una cara amica, che l'aveva preparata con melone retato, speck e ciliegine di mozzarella e naturalmente quando uso il melone retato anch'io la faccio così.

Insalata di Melone Giallo con Feta e Pecorino alla Menta

Quella di melone giallo, invece, è più fresca, meno colorata, forse, ma ugualmente buona.

Alla fine non è nemmeno una ricetta, perché richiede semplicemente di abbinare tra loro una serie di ingredienti dal sapore deciso, in maniera da esaltare il gusto acquoso del melone giallo, ma non eccessivamente sapido, per non coprirlo.

Stavolta ho scelto della rucola, un buon pecorino stagionato, feta e una vinaigrette a base di olio toscano, aceto balsamico ai pomodori secchi, senape ai frutti rossi e sale rosa dell'Himalaya e tanta menta del mio terrazzo.

Insalata di Melone Giallo con Feta e Pecorino alla Menta

Ma potreste usare della cipolla rossa, pomodori e sfoglie di pane arabo fritto, come nel fattoush libanese, oppure della stracciatella freschissima e pomodori secchi o cipolla di tropea, capperi e tonno sott'olio di ottima qualità.
La presentazione nella scorza è molto anni '80, lo so, quella se avete meno di 30 anni ve la potete anche risparmiare :-)

Insalata di Melone Giallo con Feta e Pecorino alla Menta

18 giu 2010

Clafoutis di Ciliegie

Clafoutis di Ciliegie

Dopo qualche giorno di assenza dal mio e dai vostri blog, ho pensato di farmi perdonare con un rientro in grande stile, un “classico intramontabile” (non posso credere di aver scritto qualcosa del genere, sto proprio invecchiando!) che tutti, secondo me, dovrebbero, almeno una volta nella vita, assaggiare.
Prima, però, vorrei ringraziarvi per i commenti affettuosi che avete lasciato sotto il post precedente e per la comprensione per la mia latitanza: so che non è carino aggiornare il proprio blog senza avere tempo di rispondere ai commenti nemmeno con un “grazie” né di visitare i blog altrui, due impegni del cui rispetto mi faccio, nei limiti del possibile, un punto d’onore da quando questo mio piccolo spazio è in piedi, e per questo, pur avendo alcune ricette in archivio, nei giorni scorsi ho preferito non pubblicare.
Adesso spero che il peggio sia passato e mi riprometto di passare in giornata da tutti voi: se non riuscirò, perdonatemi ancora.

Clafoutis di Ciliegie

Passiamo al clafoutis. Inutile che vi racconti ancora una volta quanto ami questo tipo di preparazione, anche perché ve ne propongo così spesso che illustrarvi ogni volta i motivi per cui la trovo tanto straordinaria risulterebbe ripetitivo. Né voglio parlare ancora di quanto sia difficile per me superare il taboo delle ciliegie come ingrediente per i dolci, dato che, dopo i post che ho pubblicato recentemente, non ci crederebbe più nessuno.

Allora posso solo dirvi che il clafoutis di ciliegie almeno una volta nella vita va fatto e, se proprio vogliamo dircela tutta va fatto senza denocciolare le ciliegie, perché pare che i noccioli sprigionino in cottura un intenso aroma di mandorla… ma che se tenete ai vostri denti e a mangiare il vostro clafoutis in santa pace, forse è meglio denocciolare le ciliegie e aggiungere all’impasto un po’ d’orzata e dell’estratto di mandorle in fialetta.
Poco foodblogger, ma molto molto pratico.

Clafoutis di Ciliegie

Ingredienti:
• 500 gr di ciliegie
• 4 cucchiai rasi di farina
• 70 gr di zucchero
• 3 uova
• 1/3 di tazza di orzata
• 2/3 di tazza di latte

Procedimento:
Montate molto a lungo le uova con lo zucchero, quindi amalgamatevi la farina e diluite il tutto con il latte e l’orzata.
Denocciolate le ciliegie e disponetele sul fondo di una pirofila da 20 cm di diametro o di 4 piccole cocottes individuali. Versatevi sopra l’impasto e fate cuocere a 180° per circa 20-25 minuti o finché la superficie del clafoutis non sarà soda e dorata.

14 giu 2010

Pane al Chorizo

Pane al Chorizo

Forse vi sarete accorti che, ultimamente, sono meno presente tra voi: me ne dispiace enormememente, ma ho attraversato e sto attraversando un periodo di superlavoro, che mi impedisce di consultare regolarmente i vostri aggiornamenti e di rispondere ai vostri commenti adeguatamente.
Spero proprio che la bufera passi in fretta, permettendomi di assaporare in tutta serenità le vostre proposte estive e di parlarvi un po' più diffusamente delle mie.
Per stavolta dovete accontentarvi di un post molto rapido, come rapida è la ricetta che contiene: un semplice pane preparato con la mdp, per evitare l'accensione del forno (che con questo caldo non viene del tutto bandita, ma, comunque, limitata), arricchito da tante, gustose fette di chorizo nell'impasto: l'accompagnamento ideale, secondo me, per i piatti freddi che in questa stagione si tende a prediligere, ma che è così ricco da poter essere consumato anche da solo, come un cake salato.
A presto, spero, magari con una storia...
Ingredienti:
  • 250 ml di acqua
  • 1 cucchiaio d'olio
  • 480 gr di farina 0
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 1 + 1/2 cucchiaino di sale
  • 1 bustina di lievito secco

Procedimento:

Introducete gli ingredienti nel cestello nell'ordine indicato dalle istruzioni della mdp, impostando il programma rapido, crosta media.

Al beep, aggiungete 100 gr di chorizo tagliato a fette molto sottili.

11 giu 2010

Fiori di Zucca Ripieni di Chèvre e Pomodori Secchi

Fiori di Zucca Ripieni di Chèvre e Pomodori Secchi

Non è meraviglioso? Finalmente la bella stagione sembra arrivata per restare e, tranne qualche giornata un po' più fresca e grigia, persino in noi fedelissime del comfort food si fa sentire il desiderio di piatti freschi, colorati, dal sapore deciso e dalla consistenza croccante, che sappiano di vacanze al mare e di cene all'aperto.
Non ve l'ho mai raccontato, forse perché questa è in assoluto la prima volta che li cucino, ma per me, accanto ai pomodori, l'alimento simbolo dell'estate sono i fiori di zucca: in pastella, come condimento degli spaghetti, in frittata, semplicemente passati in padella con un filo d'olio, ripieni. Queste erano le varie versioni in cui me li proponeva la mia mamma, ma è soprattutto per quelli ripieni che ho sempre avuto un debole.
Così, giorni fa, vedendoli al mercato a un prezzo relativamente conveniente e piuttosto belli, mi sono lasciata tentare: sono partita, ovviamente, con l'idea di imbottirli e ho voluto una farcitura già collaudata pochi giorni prima.
Quindi, perdonerete la scarsa inventiva, ma era giusto per dirvi che sta molto bene anche con i fiori di zucca ;-)

Fiori di Zucca

Ingredienti:
  • 10-12 fiori di zucca molto freschi
  • 120 gr di buche de chèvre
  • 5-6 pomodori secchi sott'olio
  • basilico
  • menta
  • origano
  • olio evo

Procedimento

Sciacquate velocemente sotto l'acqua i fiori di zucca e lasciateli scolare, mentre preparate il ripieno: con una forchetta lavorate il formaggio con le erbe aromatiche e l'olio necessario ad ottenere un impasto cremoso. Aggiungetevi i pomodori secchi a pezzetti. Vi sconsiglio di salare il ripieno, perché già i pomodori lo insapidiscono molto.

Con delicatezza, togliete il pistillo ai fiori e staccate le punte più grosse della corocina alla base della corolla, cercando di non romperli, altrimenti il ripieno potrebbe fuoriuscire in cottura. Riempiteli con un po' di composto e fermatelo richiudendo i petali verso l'interno.

Disponeteli in una pirofila leggermente unta e irrorateli con un filo d'olio evo, quindi infornate a 180° per 10-15 minuti circa.

9 giu 2010

I miei Tortelli senza Uova

Tortelli di Patate e Ricotta Salata

Qualche settimana fa, nel corso di questa bella escursione, ci siamo fermati in un caseificio a prendere del formaggio di pecora e della ricotta salata, che, però, purtroppo, al primo assaggio, si è rivelata veramente *troppo* salata, al punto da risultare immangiabile.


Buttarla via mi sembrava un vero peccato: non mi piace sprecare il cibo (tranne, naturalmente, quando è avariato) e amo, invece, cercare ogni volta il modo per recuperare ogni insuccesso culinario, acquisto sbagliato, minuscolo avanzo.

E'stato allora che ho pensato al vecchio trucco della patata lessa: in un manuale di economia domestica della mia mamma, risalente ai tempi, credo, in cui frequentava le medie, si insegnava alle future padrone di casa la parsimonia, attraverso vari consigli, tra cui quello di rimediare all'eccesso di sale in una pietanza aggiungendo alla stessa una patata lessa schiacciata, che, senza modificare il sapore del piatto, ne avrebbe assorbito la sapidità. Da bambina ero un'accanita lettrice di questi libri di formazione per perfette massaie degli anni '50 e per molti anni ho finto di ignorare che le regole della gestione domestica e dell'ospitalità erano molto cambiate rispetto ad allora.

Non so se vi capita mai, ma, talvolta, ho l'impressione di passare i miei giorni guardando dalla finestra il resto del mondo che fa la sua vita.

Tornando alla mia ricotta salata, avevo quindi trovato la soluzione, ma, una volta mescolata con una patata, cosa farne?
Devo dire che non ho dovuto pensarci molto: l'idea di un ripieno per i ravioli mi è saltata subito in testa.

Ma ormai, credo, per la pasta all'uovo fa un po' caldo e questo è il motivo per cui ho deciso di pubblicare i miei ravioli di recupero: perché ho scoperto che i ravioli si possono fare anche senza uova, con una semplice sfoglia di acqua, farina, olio e sale.

Noi li abbiamo anche trovati molto gustosi, al punto che Topy79 mi ha chiesto di utilizzare sempre questa ricetta ed omettere, d'ora in poi, l'uovo.
E naturalmente, quando una richiesta è così sensata e porta con sé l'opportunità di rendere un piatto più leggero, ma altettanto gradevole, non posso non accoglierla.

Quindi sono felice di passare anche a voi l'idea, che, credo, sarà molto utile a chi, per ragioni di salute non può mangiare o deve limitare le uova.
Per il ripieno, naturalmente, qualora disponiate di ricotta salata non eccessivamente salata potete tranquillamente omettere la patata e sostituirla con altri 150-200 gr di ricotta.

Tortelli di Patate e Ricotta Salata

Ingredienti x la sfoglia:

  • 300 gr di farina
  • 1 pizzico di sale
  • 1 cucchiaio di olio evo
  • acqua qb

Procedimento:

Lavorate tutti gli ingredienti aggiungendo acqua fino ad ottenere un composto asciutto, omogeneo ed elastico e lasciatelo riposare.

Ingredienti x il ripieno:

  • 250 gr di ricotta salata
  • 1 patata grande
  • 1 manciata di basilico
  • olio qb

Procedimento:

Lessate la patata (a proposito, sapevate che le patate, avvolte in pellicola alimentare bucherellata, si possono lessare anche nel microonde, facendolo andare per due minuti alla massima potenza?) e lasciatela raffreddare. In una ciotola, schiacciatela con una forchetta insieme alla ricotta salata e al basilico sminuzzato grossolanamente con le mani, aggiungendo l'olio necessario a renderle cremose.

Procedimento per la formatura dei tortelli:

Come ho già spiegato qui, non sono certo un'esperta del genere, quindi non mi sento di spiegarvi come realizzare i vostri ravioli. Da Camomilla troverete sicuramente indicazioni più precise e complete. Sappiate solo che la pasta senza uova è un pochino meno elastica di quella classica, perciò i risultati saranno, forse, un po' meno gradevoli esteticamente. Inoltre occorre spianarla a uno spessore maggiore della pasta all'uovo, diciamo che, se avete l'Imperia, è meglio fermarsi alla terzultima tacca.

Cuocete, quindi, i tortelli in acqua bollente salata per circa 5 minuti, quindi conditeli con olio in cui avrete infuso del basilico fresco o con un sugo di pomodoro denso passato finemente con il frullatore a immersione.

7 giu 2010

Cherry Crumble alle Nocciole e Mandorla Amara

Cherry Crumble

Una volta sdoganato il taboo dello spreco delle ciliegie nei dolci, sono diventata incontenibile e nelle ultime settimane non ho fatto che rivisitare i grandi classici della cucina internazionale a base di ciliegie.
No, non sono diventata improvvisamente ricca, né ho recuperato le terre in campagna inopinatamente vendute dai miei genitori. Al contrario, anche se sono diventata piuttosto brava nell'individuare i fruttivendoli più convenienti, sono fermamente convinta che questo largo impiego delle ciliegie in cucina, mi porterà alla rovina.
Credo sappiate, ormai, quanto ami il concetto di crumble: alla fine, si tratta semplicemente di frutta cotta e cosparsa di briciole e forse è proprio l'elementarietà di questa preparazione che me la fa amare. Una copertura croccante, da vincere con il cucchiaio, un po' come la crème brulée di Amélie, per guadagnare un cuore morbido, più o meno aspro, quasi compostato.
Solo le creme alla vaniglia possono considerarsi più vicine, secondo me, all'infanzia.

Cherry Crumble

E quindi, per quanto sprecate possano sembrarvi, non ho resistito alla tentazione di preparare un crumble di ciliegie, il mio crumble, partito da una ricetta di Camille Le Foll, e arricchito con un ingrediente prezioso, di cui non bisogna abusare in quanto velenoso, ma che, usato con parsimonia, regala a ogni ricetta un aroma inebriante.
Il fruttivendolo che mi ha venduto le ciliegie mi aveva infatti regalato un'albicocca dolce e polposa, e una volta mangiata, mi sono divertita a schiacciare il nocciolo ed estrarne la mandorla amara. Era così profumata che l'associazione con il crumble che mi apprestavo a fare è stata immediata e, verificato che con una sola mandorla non correvamo alcun rischio, l'ho pestata e mescolata alle ciliegie.
Beh, questo abbinamento mi ha conquistata al punto che... "ma questa è un'altra storia e si dovrà raccontare un'altra volta" (M.Ende, "La Storia Infinita)

Cherry Crumble

Ingredienti:
  • 700 gr di ciliegie
  • 1 mandorla amara (in alternativa, potete utilizzare un estratto di mandorla in fialetta o un cucchiaio di orzata)
  • 1 cucchiaio di pangrattato
  • 100 gr di zucchero
  • 100 gr di burro
  • 100 gr di farina
  • 100 gr di nocciole

Procedimento:

Lavorare velocemente nel mixer lo zucchero, il burro, la farina e le nocciole, fino a formare delle briciole. Se preferite un crumble dalla consistenza un po' più grossolana, come quello delle foto, potete aggiungere un goccio d'acqua, al fine di formare delle briciole più grosse.

Mettete il tutto in frigo.

Denocciolate le ciliegie e mescolatele con il pangrattato e la mandorla amara pestata nel mortaio.

Disponetele in 4 cocottes individuali e ricopritele con il crumble. Non preoccupatevi se la copertura vi sembra eccessiva, in cottura si abbasserà, credo per effetto del contatto con i liquidi della frutta.

Infornate a 180° per circa 30 minuti.

Cherry Crumble

4 giu 2010

Sfogliata di Chèvre e Pomodori Secchi con Origano, Basilico e Menta

Sfogliata di Chèvre e Pomodori Secchi

Ovvero, il post delle perplessità.
La prima riguardava la data di pubblicazione: pubblicarlo regolarmente di mercoledì, cioè in un giorno di festa in cui tutti, mi auguro per voi, si sarebbero dedicati ai loro cari e al relax; pubblicare di giovedì, cioè in un giorno per me non canonico; o passare il turno e pubblicare direttamente di venerdì?
Ma, soprattutto, pubblicarlo?
Vi ho già parlato dei mille dubbi che mi pongo quando preparo una quiche o una torta salata, sulla loro bloggabilità; più che mai in questo caso, in cui si è trattato semplicemente di stendere una sfoglia pronta nella teglia, praticare una piccola incisione lungo i bordi, per farli rialzare, e poi disporvi sopra... e questo è il punto: questa semplice sfogliata racchiude alcuni sapori che amo molto e non potevo non proporvela, anche se il procedimento è così elementare che mi vergogno.
Ma è stata la prima cena in terrazza della stagione ed era così buona...
"Apparecchio sul terrazzo?" mi ha proposto Topy'79. E come potevo dirgli di no: l'aria era tiepida, c'era ancora tanta luce e nel giardino davanti a casa, dove nessuno fa caso a sciocchezze come guinzagli e museruole, i cani si rincorrevano felici e guardarli era una gioia.
Abbiamo pulito il tavolo dal grigiore e dalle nebbie dell'inverno appena passato, abbiamo acceso le candele e abbiamo inaugurato la stagione estiva.
Ingredienti:
  • 1 confezione di pasta sfoglia fresca o surgelata
  • 2 bouches de chèvre da 60 gr ciascuno
  • diversi pomodori secchi sott'olio
  • origano
  • basilico
  • menta

Procedimento:

Questo bel sistema di stesura della sfoglia l'ho scoperto qui e credo proprio che, in caso di ripieni abbastanza asciutti, lo adotterò tra i preferiti: si tratta di spianarla soltanto sul fondo della teglia, ovviamente unta o ricoperta di carta forno, senza rialzare i laterali. Quindi, occorre praticare a circa 1 cm dal bordo un'incisione netta, ma non tale da arrivare in fondo. Quelli saranno i bordi, che in cottura si rialzeranno, perciò occorre lasciarli liberi dalla farcitura.

Sul resto della sfoglia ho disposto lo chèvre a fettine, una manciata di origano e ho infornato a circa 180° per 12 minuti. Quindi ho aggiunto i pomodori secchi a pezzetti e ho lasciato dorare completamente la sfoglia, per altri 2-3 minuti.

Al momento di servire, ho cosparso la superficie con foglie di menta e basilico freschi.