
Magari qualcuno si stupirà nel vedere una ricetta d'oltralpe etichettata come "la cucina della mamma". Cos'avrà mai a che fare una signora matura, per quanto giovanile, e di chiare origini calabresi, per quanto toscanizzata al 100%, con la soupe aux oignons?
Il fatto è che la mia mamma è filofrancese. Anche più di me. La mia mamma è convinta che se Clafoutis o come si chiama quel tizio sposato con la Bruni disponesse l'invasione e l'annessione del territorio italiano alla Francia, si mangerebbe meglio, ci sarebbero più giorni di vacanza e i bambini sarebbero più educati. La mia mamma si dispera sulla sorte dei Capeto e sostiene che i rivoluzionari sanculotti siano stati l'inizio della fine della grandeur. Il mio babbo le risponde intonando l'Internazionale, El Pueblo Unido etc... e cominciano a litigare. Io, che mi rifiuto di prendere posizione in merito a qualsiasi cosa, tranne che di fronte alla domanda "olio o burro?" (Burro, burro, burro), cerco di ristabilire la pace domestica recitando un mantra in sanscrito e quando arrivo all' om il gatto inizia a miagolare.
Siamo una famiglia incasinata, ma la cosa bella è che si capisce subito ed è facile prendere il largo finché si è ancora in tempo.
Comunque, anni fa la mia mamma si scocciò di farci da serva e sparì. Ci fece avere sue notizie qualche giorno dopo, con una cartolina che la ritraeva accanto all'Arco di Trionfo, un po' come il nanetto di Amélie.
Quando tornò cominciò a cucinare francese e per qualche anno i nostri trigliceridi sono andati completamente fuori di testa. Il bello è che non faceva altro che insalate, zuppe, carne, tutte cose che se non ci si rovesciassero dentro due litri di panna o 3 etti di formaggio con il 45% di materia grassa non farebbero male.
Uno dei suoi cavalli di battaglia divenne la Soupe aux Oignons e da allora non ce ne siamo più liberati. Ma a me, sinceramente, questa reiterazione non dispiace affatto, al punto che a Parigi sono stata capace di ordinarla persino in pieno Agosto, facendo strabuzzare gli occhi al povero garçon.
Trovo particolarmente corroborante affondare il cucchiaio nella crosta di pane croccante grondante di formaggio fuso, fino a spezzarlo, guadagnando la zuppa cremosa e assaporandoli, infine, nello stesso boccone, spesso ustionandomi il palato.
La soupe aux oignons, prego le blogger naturalizzate francesi di correggermi se sbaglio, si prepara con il gruyère, ma, avendo qualche difficoltà a reperirlo qui, l'ho sempre sotituito con l'emmenthal e stavolta ho osato il parmigiano, irrorandolo, però, d'olio nuovo, già che ne avevo in casa una dama, visto che questo formaggio è meno filante e in forno tende ad asciugarsi, più che a sciogliersi.
Ugualmente ottima, ma per una vera soupe aux oignons, come mamma comanda:
Ingredienti x 2 cocottes:
250 gr di cipolle pesate già pelate
1 pezzetto di burro
1 tazza di brodo
1 cucchiaio raso di farina
1 spruzzata di vino bianco
3 fette di pane casareccio
gruyère (o emmenthal) q.b.
sale
pepe
Procedimento:
Fate appassire a lungo nel burro le cipolle finemente affettate, finché non diventano trasparenti. Quindi spolveratele di farina e copritele con il brodo. Fate cuocere per 15 minuti dal fischio, se usate la pentola a pressione, altrimenti, in pentola tradizionale, raddoppiate la quantità di liquidi e i tempi di cottura.
Nel frattempo, tostate il pane su una griglia
A cottura ultimata della zuppa, aggiungetele il vino, distribuite la zuppa nelle cocottes individuali e lasciatela raffreddare.
Adagiate, quindi, sulla superficie ormai addensata le fette di pane tagliate a metà e copritele completamente di formaggio grattugiato.
Mette le cocottes in forno e riscaldatele per circa 10 minuti a 180° quindi spostate la funzione sul grill, finché il formaggio non sarà fuso e leggermente dorato.