30 dic 2009

Kugelhopf met Nussa un Spack

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No, non sono impazzita, né ho cominciato ad esprimermi in elfico!
Questo strano titolo è solo il nome alsaziano di questa sorprendente versione salata del classico kugelhopf domenicale.
Sfortunatamente, non posso dirvi di averlo assaggiato sul posto, ma di averlo realizzato basandomi sulla ricetta inclusa nello stampo e di esservi riuscita solo dopo un paio di tentativi falliti. Non che sia complesso da realizzare, ma le dimensioni della mia forma da kugelhopf, troppo piccole per la dose intera e troppo grandi per metà dose, lasciano adito a qualche dubbio sul giusto livello di lievitazione, che, si sa, in questo tipo di preparato è riconoscibile dal fatto che l'impasto ben cresciuto, se calibrato sulla misura dello stampo, deborda dallo stesso.
Finalmente, però, sono riuscita a cogliere l'attimo, cosa che, certamente, alle più esperte risulterà più semplice, e, quindi, è con grande soddisfazione che vi presento il mio Kugelhopf met Nussa un Spack.
Si tratta di un lievitato piuttosto rustico, arricchito di noci e speck (o lardons, pancetta, a seconda che venga realizzato sul versante tedesco o francese della route du vin), perfetto per una sostanziosa merenda, ma, soprattutto, in sostituzione del pane, in particolare se inteso a sposare un assortimento di formaggi di pregio o, per mantenersi leggeri, una fresca composée.
Per chi avesse in programma un cenone di S. Silvestro a base di carne (cosa che a molti potrà sembrare strana, ma, almeno qui, il pesce non è così diffuso), lo consiglio vivamente come accompagnamento, magari in versione mignon, se disponete degli stampini adatti, nel qual caso, naturalmente, dovrete adattare i tempi di cottura, riducendoli a circa 20 minuti.
A questo punto, non mi resta che augurare a tutti voi che passate di qui (e anche a tutti gli altri, non è che perché uno non visita il mio blog non si merita niente!!!) e ai vostri cari un meraviglioso 2010, che vi porti tutto quello in cui sperate e quello che non osate sperare.
Da parte mia, non ho grandi desideri, mi accontento di un po' di serenità. E di continuare a meritare tutto l'affetto che mi circonda.
Ingredienti:
  • 375 gr di farina
  • 3 cucchiai di olio di semi (la ricetta parlava di 80 gr di burro, ma mi sembravano decisamente troppi)
  • 200 ml di latte
  • 1 uovo
  • 2 cucchiaini di sale
  • 1 cucchiaino raso di zucchero
  • 1 bustina di lievito di birra secco
  • 100 gr di noci + quelle per la decorazione
  • 150 gr di speck o pancetta

Prcedimento:

Per l'impasto, ho utilizzato la macchina del pane, programma impasto e lievitazione, mettendo tutti gli ingredienti nel cestello, tranne le noci e la pancetta, che ho versato al beep per l'aggiunta degli ingredienti.

Potete anche realizzarlo a mano: sciogliete il lievito nella metà del latte tiepido; impastate la farina, l'uovo, il sale e lo zucchero, versate lentamente il resto del latte, infine aggiungete l'olio e il latte in cui avevate sciolto il lievito. Lavorate fino ad ottenere un impasto asciutto e lasciate lievitare fino al raddoppio del volume. Alla fine della lievitazione, incorporate noci e speck.

Terminata questa prima fase, imprimete all'impasto le doppie pieghe del secondo tipo, come spiegato qui, e fate riposare ancora circa 1/4 d'ora. Nel frattempo, ungete lo stampo da kugelhopf e disponete in ogni scannellatura un mezzo gheriglio di noce, tra quelli tenuti da parte, appoggiatevi sopra l'impasto e fate lievitare nuovamente fino a che l'impasto non supererà i bordi dello stampo.

Infornate a 180° per circa 40 minuti.

29 dic 2009

Coulis di Cachi alla Cannella con Crema di Yoghurt alla Nocciola e Crumble Dolce di Diamants al Limone

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Per la verità, non ero nemmeno sicura di voler postare questa "ricetta": si è trattato di un dessert leggero ed estemporaneo, assemblato rapidamente mentre aspettavo che bollisse l'acqua della pasta, e per prepararlo, certo, non c'è bisogno di particolare maestria.
Ma poi un'amica, vedondo la foto su Flickr ha espresso il desiderio di saperne di più e, del resto, se come me, per almeno altri due giorni e mezzo, siete in detox, sicuramente vi farà comodo un'idea non troppo calorica per la colazione o per lo spuntino.
Infatti, l'unica reale fonte di grassi di questa verrine è il cucchiaino di Nut... crema spalmabile alla nocciola con cui ho addolcito lo yoghurt e, forse, i diamants del crumble, che, comunque, potete sostituire con dei biscotti secchi o dei fiocchi d'avena.
I cachi, se ne avete ancora a disposizione, certo non sono ipocalorici, ma per una verrine serve solo metà frutto, inoltre sono dei buoni depurativi, mentre i fermenti dello yoghurt sono dei validi riequilibranti, utili per far ripartire a dovere l'apparato digerente.
Che dite, ve l'ho venduta bene?
Ingredienti x 2 verrines:
  • 1 caco di medie dimensioni
  • 1 cucchiaino di cannella
  • 1 yoghurt compatto
  • 2 cucchiaini di crema spalmabile alla nocciola
  • 3-4 biscotti
  • 1 cucchiaino di zucchero (facoltativo)

Procedimento:

Schiacciate la polpa del caco con una forchetta, quindi mescolatevi la cannella e coprite con il coulis il fondo di due verrines di dimensioni medie (tipo i barattolini dello yoghurt).

Mescolate lo yoghurt con la crema di nocciole e distribuitela sopra i cachi.

Spezzettate grossolanamente i biscotti, passateli, eventualmente, nello zucchero e cospargetene la superficie delle verrines al momento di servire.

28 dic 2009

Crema Piccante di Pomodori con Totani Scottati al Mandarino e Sale alla Vaniglia

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Uff, eccomi rientrata dall'interminabile corvée enogastronomica senza la quale pare proprio non sia Natale...
Innanzitutto vorrei ringraziare tutti coloro che sono passati o mi hanno scritto in privato per farmi gli auguri e coloro che mi hanno raccontato di aver provato, con soddisfazione, le mie ricette; e mi scuso se non sono riuscita a contraccambiare, visitando i vostri blog o rispondendo a tutti: la verità è che il 23 mi sono letteralmente ammazzata di lavoro per terminare un'attività urgente e potermi prendere il 24 libero, quindi, dopo le 11.00 del mattino ho praticamente serrato la finestra di internet, cercando di compiere assennatamente il mio dovere di impiegata e ignorando quello di foodblogger; non avendo la connessione a casa non ho potuto nemmeno rimediare alla mia mancanza passando da voi nei giorni scorsi... Spero mi perdonerete, complici anche le ricettine in più che, grazie a questo giorno di ferie inaspettato, ho avuto modo di provare e fotografare.
A dirvela tutta, non è che adesso abbia tutta questa voglia di pensare al cibo, né di cucinare, ma confido che prima o poi digerirò.
Del resto, non è mica finita: come minimo, ci attende ancora il cenone di S. Silvestro, poi, per i più tradizionali, il pranzo di Capodanno, infine per chi ha bambini (o è bambino inside) i dolci dell'epifania. E tutti gli amici a cui si è detto "dobbiamo vederci per cena, ormai aspettiamo dopo le feste"?
Proprio in vista del veglione, vi propongo questa velocissima crema calda, pensando che possa essere un'ottima idea per risolvere una portata del cenone dell'ultimo dell'anno, senza appesantirsi. Servita come primo piatto leggero, rinfresca il palato dopo la copiosità degli antipasti (che sono sempre e giustamente sfiziosi e ricchi) e non disturba il godimento del piatto forte.
Mi scuso un po' per la foto, non proprio eccezionale, ma l'ho scattata il giorno dopo la storica nevicata della settimana scorsa e il riverbero della neve mi ha un po' bruciato il bianco dei totani.
Ingredienti x 4 piccole porzioni:
  • 1/2 cipolla
  • 1 peperoncino
  • 1 barattolo di pelati
  • 1 tazza di brodo di pesce (o vegetale)
  • 250 gr di anelli di totano freschi o 500 surgelati
  • 1 mandarino
  • sale alla vaniglia (preparato come ho spiegato qui)
  • olio evo
  • sale
  • pepe

Procedimento:

Per prima cosa, mettete i totani a marinare nel succo di mandarino, con un paio di prese di sale alla vaniglia.

Fate appassire dolcemente la cipolla, finemente affettata, e il peperoncino sminuzzato nell'olio evo, quindi aggiungete i pelati a pezzi e il loro sugo e il brodo. Fate sobbollire per circa 10 minuti coperto, quindi aggiustate di sale e pepe e frullate il tutto fino ad ottenere una crema.

Versate i totani con tutta la marinata in una padella e fate cuocere finché tutto il liquido non sarà evaporato e i totani leggermente coloriti.

Distribuite la crema di pomodori ben calda nelle fondine e disponetevi i totani.

23 dic 2009

Omini di Panpepato

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Questo sarà, probabilmente, il mio ultimo post prima di Natale: ci tenevo, quindi, a fare a tutti voi i miei auguri più cari con la ricetta simbolo del mio blog.
Del titolo che ho scelto per contraddistinguere il mio piccolo cyberspazio, potrei parlare per ore.

"L'Omin di Panpepato" è una filastrocca di Richard Scarry che la mia mamma mi leggeva quando ero piccola: potete facilmente trovare la versione originale su internet, comunque si trattava delle avventure di un impertinente omino di panpepato che usciva dal forno e scappava, facendosi beffe di tutti coloro che tentavano di rincorrerlo. Quante risate alla frase "anche tu comare mucca, con quell'aria da bacucca" o "“brutti orsi spelacchiati, di salsiccia rimpinzati": adoravo quella storiella e soprattutto adoravo le illustrazioni dell'omino di biscotto, con il beffardo sorriso di glassa e i bottoni del gilet realizzati con l'uvetta.
E, nel "guardare le figure", la mia immaginazione di bambina golosa correva tra assi per stendere la pasta e teglie su cui erano adagiate decine di biscotti sagomati.
La mia mamma andava in cucina e impastava con il Bravo Simac una semplice frolla da cui ritagliava dei pupazzi, non proprio simili a quelli della storia per la verità, perchè il suo stampo era ben diverso, che decorava con zucchero e canditi.
Poco prima che aprissi il blog, mi era nata una cricetina (beh, insomma, non proprio a me, era nata dal fidanzamento di Ratatouille e Gousteau), che usciva a tradimento dalla gabbietta e scappava dappertutto e io, per quanto il suo nome ufficiale sia Topinambur, l'avevo ribattezzata "Il Topin di Panpepato".


Di lì a scegliere il titolo per il blog il passo è stato breve (almeno per me, forse a voi il collegamento apparirà tortuoso).
Molto più lungo è stato il cammino che mi ha portata a realizzare i miei primi omini di panpepato: sembra incredibile, ma, ancora, dopo un anno e mezzo dall'inizio di questa impresa foto-gastronomica, non li avevo preparati, principalmente perché non avevo lo stampino adatto e ho dovuto aspettare che quell'anima pia del mio compagno me lo scovasse; voglio dire, a giro si trovano decine di stampi a ometto, ma nessuno di quelli che avevo visto, nei negozi o nei blog, era cicciotto come lo volevo io. Questo è perfetto.
Lo scorso weekend, un pranzo con due affezionati e preziosi amici mi ha offerto l'occasione per regalare alla padrona di casa qualcosa che fosse veramente *mio* e che le parlasse proprio di me: un'infornata di omini di panpepato. No, non di gingerbread men, proprio omini di panpepato: la ricetta che ho scelto è quella del Libro d'Oro, che, per una volta, si è riabilitato, ma, oltre al classico zenzero dell'impasto, ho voluto decorare i miei biscotti spolverandoli con le spezie del classico dolce senese, pepe appena macinato e cannella.
Perché la mia mamma l'inglese non lo sa e quando leggeva "omin di panpepato" intendeva proprio panpepato.

Auguri affettuosi di Buon Natale a tutti Voi!!!





Ingredienti:

Per l'impasto

  • 300 gr di farina
  • 100 gr di zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • 1 cucchiaino di lievito in polvere
  • 2 cucchiai di zenzero in polvere
  • 125 gr di burro
  • 1 uovo
  • 1 cucchiaio di latte

Per la finitura:

  • 2 cucchiai di zucchero di canna
  • 1 macinata di pepe nero
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere

Procedimento:

Impastate nel mixer tutti gli ingredienti dell'impasto finché non si formeranno delle briciole, quindi finite di amalgamare il composto manualmente e fatelo riposare in frigo per una ventina di minuti.

Nel frattempo, preparate la finitura. Se volete ottenere una copertura più omogenea, frullate zucchero e spezie, altrimenti potete anche mescolarli con un cucchiaino.

Riprendete la pasta e stendetela a uno spessore approssimativo di 7-8 mm, quindi ritagliatevi gli ometti con l'apposito stampino e adagiateli sulle placche, rivestite di carta speciale. Spolverate gli omini con il mix di zucchero e spezie e infornate a 180° per circa 10 minuti, comunque finché la base dei biscotti non sarà leggermente dorata.

21 dic 2009

Cake alle Pere con Finocchietto e Anice Stellato: a Christmas Carol

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Nella notte tra venerdì e sabato, il mio adorato Ratatouille ha deciso di partire, per trascorrere il Natale con la sua Gousteau: quando abitavano con me si erano fidanzati e avevano anche fatto tanti cuccioli, si amavano molto.
E lui proprio non si sentiva di lasciarle passare le feste da sola.
Gousteau lo stava aspettando, in una casetta dipinta di verde, circondata da un piccolo giardino in cui d'estate crescono fragole e pomodori datterini, ma che ora è coperto di neve. Aveva decorato la casa con rami di agrifoglio, fasci di verbasco profumato e piccole sfere di semini e chiodi di garofano, fissate insieme con miele di tarassaco. Stava sfornando biscotti al pino mugo, da offrire ai vicini di casa, nel corso delle numerose visite che i cricetini si scambiano prima di Natale.
E aveva proprio bisogno del suo aiuto perché tutto fosse perfetto.
Ogni anno, il sabato prima di Natale, nel Paradiso dei cricetini, viene organizzato un grande ballo, che si tiene nel Vecchio Tronco, per l'occasione addobbato con stalagtiti e statue di ghiaccio. Sul fondo del salone, viene montata un'enorme ruotina, su cui possono correre fino a 15 cricetini contemporaneamente.
Fino a mezzanotte, gli invitati presiedono a un ricco buffet a base di vellutate di crescione alla panna acida, omelettes di funghi selvatici al dragoncello e muffins ai semi di papavero. Poi cominciano a danzare, finché non gli fanno male i piedini, fermandosi solo di tanto in tanto per sorseggiare del frizzante vino di ginepro.
Dal giorno dopo cominciano le visite a parenti e amici, che sono, in realtà una scusa, per mangiare tartellette con marmellata di more di rovo, buns all'uvetta e per bere vin brulé speziato con zenzero e cannella, vicino al fuoco che arde ospitale in tutte le accoglienti case dei cricetini.
La vigilia di Natale, dopo una cena leggera a base di zuppa di nepitella, vanno a letto presto, ben prima di mezzanotte, altrimenti il loro Babbo Natale, una marmotta con il cappello rosso, bordato di fiocchi di neve cristallizzati, non porterà loro alcun regalo.
L'indomani, dopo l'apertura dei tanti doni, i cricetini si riuniscono con i parenti più stretti, per il loro tradizionale pranzo natalizio: erbe di campo gratinate con formaggio di capra, panini di avena ai semi di zucca spalmati di crema di broccoli al parmigiano, quiches di prugnoli saltati nel burro di malga e torte di lamponi al cioccolato.
Nel pomeriggio si ritrovano tutti al grande lago gelato per pattinare e fare pupazzi di neve, infine tornano a casa per riscaldarsi, con una fetta di cake di frutta e un the fatto con le foglie di mora.
E voi capite, non potevo chiedere a Ratatouille di rinunciare a tutto questo. L'ho baciato sulla punta del nasino e gli ho dato il permesso.
Nelle prime ore del mattino, l'animo impavido e giocherellone del mio topolino si è unito alla danza ondeggiante dei fiocchi di neve che stavano ammantando la città.
Faceva un po' freddo. Spero si sia ricordato di mettersi i guantini.


Come dite? Volete sapere del cake di frutta della sera di Natale?

Eccolo:

Ingredienti:

  • 180 gr di farina
  • 130 gr di zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • 3 uova
  • 130 gr di burro
  • 2 pere
  • 1 manciata di semi di anice stellato
  • 1 bicchierino di liquore al finocchietto (o di Sambuca, se non l'avete)

Procedimento:

Pestate i semi di anice e riduceteli in polvere.

Lavorate tutti gli ingredienti, tranne le pere, nel mixer (io per i cakes non seguo particolari accortezze, impasto tutto insieme e mi trovo bene così). Quindi aggiungete al composto la frutta non sbucciata e tagliata a cubotti.

Versate il tutto in uno stampo da plum cake rivestito di carta forno e infornate a freddo: quando il forno avrà raggiunto la temperatura di 180°, calcolate 50 minuti (20-25 se usate lo Sfornatutto o altri fornetti). Verificate la cottura con lo stecchino e lasciate raffreddare prima di sfornare.

18 dic 2009

Soupe aux Oignons

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Magari qualcuno si stupirà nel vedere una ricetta d'oltralpe etichettata come "la cucina della mamma". Cos'avrà mai a che fare una signora matura, per quanto giovanile, e di chiare origini calabresi, per quanto toscanizzata al 100%, con la soupe aux oignons?
Il fatto è che la mia mamma è filofrancese. Anche più di me. La mia mamma è convinta che se Clafoutis o come si chiama quel tizio sposato con la Bruni disponesse l'invasione e l'annessione del territorio italiano alla Francia, si mangerebbe meglio, ci sarebbero più giorni di vacanza e i bambini sarebbero più educati. La mia mamma si dispera sulla sorte dei Capeto e sostiene che i rivoluzionari sanculotti siano stati l'inizio della fine della grandeur. Il mio babbo le risponde intonando l'Internazionale, El Pueblo Unido etc... e cominciano a litigare. Io, che mi rifiuto di prendere posizione in merito a qualsiasi cosa, tranne che di fronte alla domanda "olio o burro?" (Burro, burro, burro), cerco di ristabilire la pace domestica recitando un mantra in sanscrito e quando arrivo all' om il gatto inizia a miagolare.
Siamo una famiglia incasinata, ma la cosa bella è che si capisce subito ed è facile prendere il largo finché si è ancora in tempo.
Comunque, anni fa la mia mamma si scocciò di farci da serva e sparì. Ci fece avere sue notizie qualche giorno dopo, con una cartolina che la ritraeva accanto all'Arco di Trionfo, un po' come il nanetto di Amélie.
Quando tornò cominciò a cucinare francese e per qualche anno i nostri trigliceridi sono andati completamente fuori di testa. Il bello è che non faceva altro che insalate, zuppe, carne, tutte cose che se non ci si rovesciassero dentro due litri di panna o 3 etti di formaggio con il 45% di materia grassa non farebbero male.
Uno dei suoi cavalli di battaglia divenne la Soupe aux Oignons e da allora non ce ne siamo più liberati. Ma a me, sinceramente, questa reiterazione non dispiace affatto, al punto che a Parigi sono stata capace di ordinarla persino in pieno Agosto, facendo strabuzzare gli occhi al povero garçon.
Trovo particolarmente corroborante affondare il cucchiaio nella crosta di pane croccante grondante di formaggio fuso, fino a spezzarlo, guadagnando la zuppa cremosa e assaporandoli, infine, nello stesso boccone, spesso ustionandomi il palato.
La soupe aux oignons, prego le blogger naturalizzate francesi di correggermi se sbaglio, si prepara con il gruyère, ma, avendo qualche difficoltà a reperirlo qui, l'ho sempre sotituito con l'emmenthal e stavolta ho osato il parmigiano, irrorandolo, però, d'olio nuovo, già che ne avevo in casa una dama, visto che questo formaggio è meno filante e in forno tende ad asciugarsi, più che a sciogliersi.
Ugualmente ottima, ma per una vera soupe aux oignons, come mamma comanda:
Ingredienti x 2 cocottes:
  • 250 gr di cipolle pesate già pelate
  • 1 pezzetto di burro
  • 1 tazza di brodo
  • 1 cucchiaio raso di farina
  • 1 spruzzata di vino bianco
  • 3 fette di pane casareccio
  • gruyère (o emmenthal) q.b.
  • sale
  • pepe

Procedimento:

Fate appassire a lungo nel burro le cipolle finemente affettate, finché non diventano trasparenti. Quindi spolveratele di farina e copritele con il brodo. Fate cuocere per 15 minuti dal fischio, se usate la pentola a pressione, altrimenti, in pentola tradizionale, raddoppiate la quantità di liquidi e i tempi di cottura.

Nel frattempo, tostate il pane su una griglia

A cottura ultimata della zuppa, aggiungetele il vino, distribuite la zuppa nelle cocottes individuali e lasciatela raffreddare.

Adagiate, quindi, sulla superficie ormai addensata le fette di pane tagliate a metà e copritele completamente di formaggio grattugiato.

Mette le cocottes in forno e riscaldatele per circa 10 minuti a 180° quindi spostate la funzione sul grill, finché il formaggio non sarà fuso e leggermente dorato.

17 dic 2009

Trio di Diamants al Burro Demi-Sel con Vaniglia, Cacao, Limone

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Sapete quello che ho scritto ieri, che la vita è bellissima.
Non è una cosa che ho sempre pensato.
In realtà, si tratta di una mia disposizione di spirito recente e sicuramente "effimera", che sto combattendo con le unghie per preservare il più a lungo possibile.
Il 2009, per me, è stato un anno difficile, soprattutto negli ultimi mesi.
No, non preoccupatevi, non ho intenzione di fare outing, non è la sede adatta, né penso che nessun'altra lo sia: parlare dei propri problemi serve solo ad ingigantirli e a fondersi in essi.
Il motivo per cui ne accenno è semplicemente che se ho trovato la forza di farmi coraggio e ho ricominciato a scorgere un pallido bagliore di sole, è stato soprattutto grazie a questo blog: preparare un piatto "diverso", allestire (talvolta con scarso successo) la scenografia adatta a immortalarlo, impormi di trovare il tempo per pubblicarlo mi ha obbligato a focalizzare la mia attenzione più in là del mio naso.
Ma siete stati soprattutto voi ad aiutarmi , con i vostri commenti garbati e i vostri aggiornamenti: trovare i vostri messaggi in calce a ogni mio lavoro, avere l'opportunità di visitare i vostri spazi mi ha offerto un'importante valvola di sfogo.
C'è poi tutta una serie di blogger, con cui ho avuto il privilegio di allacciare un rapporto più profondo, a cui devo molto: per rispettare la loro privacy preferisco non nominarli, ma sono certa che si riconosceranno da soli nelle mie parole.
Una chiacchiera aggraziata sull'ultimo the acquistato, il racconto emozionato dell'ultima prodezza del proprio piccolo amico con il pellicciotto, una serata sulle colline senesi all'insegna del buon cibo, lo shopping in una spezieria profumata, un invito a pranzo proprio a ridosso del Natale, come se fossimo amici di vecchia data, con cui condividere l'intimità gioiosa delle feste, una cioccolata bollente sorbita pigramente nel tintinnio di tazze di una sala da the, in un freddo pomeriggio dicembrino.
Cose che mi hanno fatto ricordare che la vita è bella se siamo noi a riempirla di cose belle.
Grazie davvero di avermi dato una mano a trovare materiale per la farcitura.
A tutti voi e al mio compagno, con cui oggi festeggiamo 4 anni di amore immenso, dedico questi burrosi "diamants", in tre declinazioni: scegliete quella che preferite oppure, come me, osatele tutte e tre.
Perché se c'è una cosa che nella vita non dovrebbe mai mancare è un vassoio di biscotti.

Ingredienti:

  • 200 gr di farina
  • 200 gr di burro
  • 80 gr di zucchero
  • 1 uovo
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 1/2 stecca di vaniglia
  • 1/2 fialetta di aroma al limone o buccia di limone grattugiata
  • 1 cucchiaio di cacao in polvere

Procedimento:

Lavorate farina, zucchero, burro, uovo e sale (io ho messo tutto nel mixer), quindi dividete l'impasto in tre parti e incorporate al primo i semini ricavati grattando la stecca di vaniglia con un coltello, al secondo l'aroma di limone e al terzo il cacao.

Formate con ciascuno dei cilindri e riponeteli in frigo a rassodare per almeno 2 ore, meglio se tutta la notte.

Tagliate ciascun cilindro a fette di 1.5 ca. di spessore e disponeteli sulle placche del forno.

Infornate a 180° per circa 7-8 minuti, finché la parte inferiore dei biscotti, quella a contatto con la teglia, non sarà leggermente colorita.

16 dic 2009

Pan di Zucca allo Zenzero

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Stamattina, quando sono uscita per andare a lavoro, arrivando alla macchina, ho trovato una sorpresa: invece dei soliti vetri da sbrinare con l'apposito attrezzino, che poi le mani si gelano e si perde un sacco di tempo, sul lunotto anteriore, per il resto completamente pulito, c'era un'unica grande stella di cristalli di ghiaccio. Giuro, si erano proprio disposti a formare una stella.
E io ho pensato che la vita è bellissima.
Ingredienti:
  • 100 ml di acqua
  • 100 ml di latte
  • 1 pezzetto di burro
  • 400 gr di farina 0
  • 100 gr di zucca cruda tritata
  • 2 cucchiaini di sale
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 1 bustina di lievito disidratato

Procedimento per la mdp:

Introdurre nella macchina tutti gli ingredienti nell'ordine riportato dalle istruzioni. Programma rapid, crosta media.

Al beep per l'aggiunta degli ingredienti versare nel cestello:

  • 1 cucchiaio di zenzero in polvere
  • 2 cucchiai di semi di zucca

15 dic 2009

Carpaccio di Zucca con Noci Miste e Vinaigrette alle Spezie

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Credevate forse che avessi abbandonato la mia "missione zucca"? No, niente paura, il mio lavoro di promozione del consumo di questo affascinante ortaggio prosegue con questa e un'altra golosa ricetta, che pubblicherò a breve.
Il piatto di oggi è stato, per la verità, un ripiego, dovuto a un avanzo inaspettato del prodigioso bolide, che credevo di esaurire in un tot di preparazioni e di cui, invece, mi era rimasto un moncherino.
Che farne?
Conservarlo ancora proprio non si poteva, ma il classico impiego in un risotto filante di taleggio non mi sfagiolava, dato che eravamo reduci da una serata piuttosto ehm... allegra dopo la quale occorreva depurare!
Sapete, quando mi sento un po' sottosopra la mia arma segreta sono i pomodori conditi con aceto balsamico e peperoncino: in meno di un paio d'ore lo stomaco mi si riassetta e riacquisto l'appetito di sempre.
Ma quel giorno in casa pomodori non ce n'erano, come è giusto che sia a Dicembre, e pensa che ti ripensa l'unico ortaggio disponibile che si poteva consumare a crudo era proprio il residuo di zucca.
Complice un appunto che mi ero presa tempo fa sfogliando un manualetto di ricette vegan che ho comprato per sbaglio on line, credendo che trattasse di quiches e gratin (devo rivedere il mio francese) mi sono ricordata del carpaccio di zucca, che mi è sembrato una valida alternativa all'insalata di pomodori.
Non si tratta di una vera ricetta, perché le dosi non sono tassative.
Si tratta di tagliare la zucca a lamelle sottilissime con il pelapatate o con la mandolina, quindi condirla con questa vinaigrette, in cui, però, la senape classica viene sostituita con senape aromatizzata alle spezie. Se non doveste trovarla già pronta, cosa piuttosto probabile a meno che non abbiate in programma un itinerario lungo la Route du Vin alsaziana, potete lasciare in infusione nell'olio un paio di chiodi di garofano per qualche ora e poi toglierli prima di preparare la vinaigrette e mescolare alla senape normale una punta di cannella e una di zenzero.
Infine, si completa il tutto con una manciata di frutta a guscio e una cucchiaiata di semi di girasole, entrambi tostati in una padella senza grassi.

14 dic 2009

Cake Rustico all'Olio d'Oliva con Asiago, Capperi e Pomodori Secchi

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Quando Mariluna ha lanciato questo contest e mi ha invitata a partecipare, devo ammettere che non sapevo proprio che pesci pigliare: il ruolo dell'olio evo, nella mia cucina, è "limitato" (si fa per dire: attualmente ne possiedo 5 litri, di tre qualità diverse, e mi sento comunque povera) a quello di "condimento", un giro sul fondo della padella, un'innaffiata generosa sulla fettunta, un "c" sulla ribollita, una copertura abbondante per conservare il pesto. Non sono solita utilizzarlo negli impasti, non chiedetemi nemmeno perché, credo si tratti di una mia maggiore propensione verso gusti più neutri, come quello del burro o del bisfrattato olio di semi, che, soprattutto nei dolci, non "coprono" gli altri sapori.
Per convincermi a diventare "di manica larga" nei confronti dell'oro verde e a impiegarlo come vero e proprio ingrediente, ci voleva mia suocera, che qualche tempo fa mi ha omaggiato di un enorme barattolo di pomodori provenienti dalle coltivazioni dei suoi parenti, nel Tavoliere, essiccati sotto il sole pugliese e invasati in olio evo, anche quello di produzione propria.
Quale occasione migliore per sperimentare questo cake, ideato dalla solita Ilona Chovankova, sostituendo il suo "olio di semi" con quello pregiato di conserva dei pomodori secchi e partecipare, così, al contest?
Sono fiera, quindi, di presentarvi una delle mie preparazioni meglio riuscite in fatto di cake, per la pungente sapidità degli ingredienti, il tocco magico dell'olio di pregio... e anche un po', modestia a parte, per la mia decisione di tornare al mio vecchio metodo di preparazione dei cake, quello che segue il procedimento dei muffin e che, ultimamente, avevo abbandonato per il più pratico "butta tutto nel robot e frulla alla massima velocità": mescolare gli ingredienti liquidi separatamente da quelli solidi dà infatti vita a un composto più morbido e umido, che ha anche il pregio, non da sottovalutare, di cuocere molto prima, in nemmeno 20 minuti di forno il mio cake era pronto!


Ingredienti:

  • 180 gr di farina
  • 1 pizzico di sale
  • 1 cucchiaino di lievito in polvere
  • 3 uova
  • 1/2 bicchiere di latte
  • 1/2 bicchiere di olio evo
  • 200 gr di pomodori secchi
  • 1 cucchiaio di capperi
  • 100 gr di Asiago

Procedimento:

In una fondina mescolare gli ingredienti in polvere. In un'altra, sbattere le uova in omelette con i pomodori secchi tagliati a pezzi piuttosto grossi, i capperi e l'Asiago a cubotti. Aggiungere l'olio e il latte, mescolare, quindi unire il contenuto delle due ciotole e amalgamare brevemente.

Versare il composto in uno stampo da cake rivestito di carta forno (le ecologiste mi bacchetteranno, ma ho recentemente scoperto che quella che compro io è compostabile) e infornare a freddo. Quando il forno avrà raggiunto la temperatura di 180° calcolare circa 15-20 minuti di cottura, quindi fare la prova stecchino: se esce asciutto, il cake è pronto.

Come già detto, con questa ricetta partecipo al concorso di Mariluna.



11 dic 2009

Verrines di Surimi al Sale alla Vaniglia, Feta al Curry e Salmone Affumicato alle Erbe di Provenza, con Torsades all'Erba Cipollina e Sale Himalayano

Foto 1136

Un titolo davvero lungo, che racchiude in sé una ricetta semplicissima e molto scenografica, che mi auguro vi possa suggerire un'idea originale per gli antipasti delle prossime feste: non so quale siano i piatti della tradizione delle vostre zone, in Toscana per Natale e dintorni si prediligono le ricette a base di carne, ma so che in molte regioni i vari cenoni prevedono il pesce.
Le verrines che vi propongo sono frutto di una composizione, a mio modesto giudizio piuttosto raffinata, di pesce crudo e spezie, che ho voluto osare nella speranza che i molti gusti decisi e contrastanti non cozzassero tra loro.
Come sempre, mi pongo troppi problemi: il dosaggio accurato degli aromi fa sì che nessuno soverchi gli altri e l'intermezzo sapido della feta smorza i toni erbacei del salmone aromatizzato e permette di assaporare a "palato lucido" il delicato surimi vanigliato.
L'abbinamento con le spirali di sfoglia è stato, invece, più che altro, frutto della casualità: avevo dell'impasto avanzato dalla Tarte Tatin e ho pensato di riciclarlo per creare un accompagnamento croccante.
Le dosi che vi lascio servono per due bicchieri standard, che abbiamo mangiato come piatto principale (per una cena leggera, ovvio), ma se intendete servirle come entrée potete distribuire gli ingredienti in 4 verrines piccole. Si possono preparare in anticipo, avendo cura di estrarle dal frigo almeno un'ora prima di consumarle.

Ingredienti:

  • 100 gr di surimi
  • sale alla vaniglia (o sale classico, aromatizzato lasciando una mezza stecca in un barattolino, per almeno una settimana)
  • 100 gr di feta
  • 1 cucchiaino colmo di curry
  • 100 gr di salmone affumicato
  • 2 prese di erbe di Provenza
  • olio evo non troppo forte

Per le torsades:

  • Ritagli di sfoglia
  • Una manciata di erba cipollina sminuzzata
  • Sale Rosa dell'Himalaya (si trova da Carrefour)

Procedimento:

Tagliate il surimi a rondelle, conditelo con un filo di olio evo e una presa di sale alla vaniglia e disponetelo sul fondo delle verrines.

Sbriciolate la feta, lavoratela con il curry e aggiungete l'olio necessario ad ottenere una crema (io ho lasciato il composto un po' troppo secco, è stato l'unico neo di una preparazione, altrimenti, notevole). Distribuite il tutto sopra il surimi.

Sfilacciate il salmone, irroratelo con altro olio e poggiatelo sulla feta. Cospargete con le Erbe di Provenza.

Per le torsades:

Stendete la sfoglia non troppo sottile, distribuite l'erba cipollina e il sale rosa su tutta la superficie e passateci ancora il mattarello per incorporarli. Con una rotella tagliapasta, preferibilmente dentellata (solo per ragioni estetiche) ricavatene delle strisce e avvolgetele delicatamente a formare delle spirali piuttosto lente, perché in cottura la pasta gonfierà e le volute tenderanno a serrarsi.

Infornate a temperatura media fino a doratura.

10 dic 2009

Zuppa di Zucca con Latte di Cocco e Curry

Beh, ok, la tarte tatin con burro salato etc era buona, ma non potevo lasciarla candire in prima pagina per sempre... e poi devo portare avanti la "missione zucca" che mi sono sobbarcata ormai un paio di settimane fa e che, non illudetevi, non finisce nemmeno con questa ricetta.
Il fatto è che ho passato delle giornate un po' frenetiche, malgrado i 4 giorni di ponte, e non ho avuto molto tempo di né per postare, né, purtroppo, per cucinare.
Una delle ultime preparazioni a cui mi sono dedicata è stata questa sontuosa, sebbene facilissima, zuppa, a cui le foto, ahimé, un po' per la pessima luce, troppo fredda, un po' per il rifiuto ostinato di Flickr di caricarle e quindi l'impossibilità di pubblicarle in formato più grande, non rendono giustizia.
Un peccato, perché si è trattato di un bijou, che combina felicemente alcuni degli ingredienti che preferisco e che più sento adatti a rinfrancarmi quando sono infreddolita e stanca: zucca dai colori sgargianti, cremoso latte di cocco e curry piccante, per un matrimonio, anzi, pardon un triangolo, di stile orientaleggiante, ma che porta con sé il conforto e il calore che si cercano con l'arrivo delle temperature più rigide.
Ho commesso, forse, lo sbaglio di aggiungere un po' troppo brodo e di farla cuocere eccessivamente (caspita quanti errori, mi bastano pochi giorni di sciopero dei fornelli e perdo la mano!), quindi vi riporto la ricetta con qualche correzione, cosicché l'insieme risulti più vellutato e la zucca non si sfaldi.


Ingredienti:
  • 1 cipolla piccola
  • 1 pezzetto di peperoncino
  • 650 gr di zucca
  • 400 ml di latte di cocco
  • 400 ml di brodo vegetale
  • 2 cucchiaini di curry
  • olio di semi
  • sale
  • pepe

Procedimento in pentola a pressione:

Fate appassire la cipolla e il peperoncino in poco olio di semi (potete usare l'olio evo se preferite, ma quando si parla di spezie io preferisco olio che non ne soverchino l'aroma). Aggiungete la zucca tagliata a cubetti non troppo piccoli, il brodo, il latte di cocco e il curry, chiudete il coperchio e fate cuocere per 10 minuti dal fischio.

Se utilizzate la pentola tradizionale, raddoppiate la quantità di brodo e il tempo di cottura.

4 dic 2009

Tarte Tatin alle Pere con Coulis di Burro Salato

Foto 1147

Vi avevo promesso che la settimana della zucca sarebbe durata, come dice la parola stessa, una settimana, ma stamattina Flickr fa i capricci e si rifiuta di caricare le foto dell'ultima ricetta in stand by. Poco male, tanto ne avrei avuta in serbo un'altra, quindi avremmo comunque sforato alla prossima settimana.
Del resto, dopo tante preparazioni salate, un dolcetto ci vuole, no?
Vi offro, quindi, per aprire in bellezza un weekend che segue una sfilza di giornate che per me e per Topy'79, anzi il da ieri Dottor Topy'79, sono state piuttosto frenetiche.
Si tratta di una tatin molto semplice, nella preparazione e negli ingredienti, come ogni vera tatin dovrebbe essere, ma ingolosita da una coulis di burro salato, che mi ha guadagnato persino il plauso del mio stuccosissimo cognato.
Per preparare una copertura garbata, disponendo le pere in maniera regolare, ci vuole un minimo di pazienza, così come per non stravolgere il rosone così creato al momento di appoggiarvi la sfoglia, ma si tratta, in linea di massima, di un dessert velocissimo da preparare e da cuocere.
Vi suggerisco di adottare una tortiera a cerchio apribile, per facilitare l'operazione di estrazione, ma ricordatevi di non metterla direttamente sulla griglia, bensì di poggiarla su una teglia, perché la giuntura tra fondo e laterali non sempre è a tenuta stagna e il sugo delle pere formatosi in cottura potrebbe, in piccola parte, debordare.
Unico accorgimento, per l'alta presenza di burro, la coulis dev'essere riscaldata ogni volta che decidete di aggredire la torta, ma si tratta di un'operazione rapidissima, giusto il tempo di farla ammorbidire nuovamente, e ne vale assolutamente la pena.

Ingredienti per la tatin:

  • 1 rotolo di pasta sfoglia
  • 3 pere
  • 2-3 cucchiai di zucchero
  • burro per lo stampo

Ingredienti per la coulis:

  • 50 gr di burro
  • 50 gr di zucchero di canna
  • 1/2 cucchiaino di fleur de sel o sel de Guérande
  • 3 cucchiai di latte

Procedimento:

Imburrate il fondo della tortiera e cospargetelo di zucchero. Disponetevi sopra a raggiera le pere, sbucciate e tagliate in fette molto sottili. Se possibile, fate più strati, in modo da coprire tutti gli spazi vuoti, ovviamente avendo cura di sistemare le fettine più regolari a contatto con lo stampo, perché, poi, una volta che il dolce sarà capovolto, risulteranno in superficie.

Adagiatevi sopra la pasta sfoglia, "rincalzandola" in maniera da ottenere un minimo di bordo, quindi infornate a 180° finché non sarà gonfia e dorata.

Lasciate intiepidire qualche minuto, ma senza aspettare che la teglia sia fredda, altrimenti lo zucchero sul fondo si solidificherà e le pere rimarranno attaccate, quindi capovolgete la tortiera su un piatto.

Per la coulis

Mettete tutti gli ingredienti in una casseruola e fate scaldare fino a scioglimento del burro e leggero addensamento.

2 dic 2009

Crème Brulée di Zucca con Chili e Parmigiano

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La settimana della zucca continua, con un'altra ricetta tratta dal blog di Sigrid, una "fausse brulée", come la definisce lei, "falsa" in quanto salata e arricchita da una morbida purea di zucca, che le ha regalato un bel color salmone.
L'idea mi aveva molto stuzzicata e, quindi, nel momento stesso in cui ho acquistato la zucca, ho comunicato al mio Topy79 che una parte di essa sarebbe stata riservata a questa preparazione: per notificargli l'elenco delle ricette che avevo in mente, ho tirato fuori la mia allegra agendina arancione nel bel mezzo della fiera "Sapori d'Autunno" e gli ho letto la lista.
Mi ha guardato come se fossi pazza.
La brulée l'ho preparata con sommario rispetto della ricetta originale, fatta salva la precottura a parte della zucca, prima di mescolarla alla crema, dato che, dovendo la preparazione finale stare in forno per 45 minuti, non mi sembrava indispensabile. Al posto della paprika, che non avevo in casa, ho utilizzato della polvere di chili e il risultato è stato quello di una crema molto delicata, con punte piccanti a vivacizzarla e una croccante crosticina di parmigiano e zucchero scuro, a cui ho aggiunto anche una punta di pangrattato.
Beh, sì, insomma, alla fine ho modificato diverse cose.
Vi lascio il mio procedimento, per la versione "autentica" guardate qui.

Ingredienti:

  • 400 gr di zucca
  • 200 ml di panna
  • 3 uova
  • sale
  • pepe
  • polvere di chili
  • 2 cucchiai di parmigiano grattugiato
  • 2 cucchiai di pangrattato
  • 4 pizzichi di zucchero di canna

Procedimento:

Frullate la zucca fino a ridurla in purea, quindi aggiungete le uova e la panna e continuate a frullare alla massima velocità, fino ad amalgamare bene il tutto. Aggiustate di sale e pepe e aggiungete la polvere di chili a piacere (io ne ho messi due cucchiaini).

Distribuite nelle cocottes (io ne ho ottenute 2 piuttosto grandi e 4 piccole, quelle che vedete nella foto) e infornate a 150° a bagnomaria, per 45 minuti.

Fate raffreddare completamente, quindi cospargete la crema con un composto di parmigiano, pangrattato e zucchero e infornate di nuovo con funzione grill finché la superficie non sarà dorata.

1 dic 2009

Lumaconi Gratinati con Salsiccia e Zucca

Foto 1133
Eccoci oggi alla rubrica che vi avevo promesso di aggiornare, dedicata ai piatti della mia mamma e, siccome abbiamo deciso che questa sarà la settimana della zucca, ho deciso di combinare i due appuntamenti, proponendovi una pasta gratinata a base di questo ortaggio.

Per la verità, sarebbe inesatto dire che si tratta di una ricetta proveniente dalla mia tradizione familiare, perché, pur amando e cucinando spesso sia la zucca che la pasta al forno, non mi risulta che la mia mamma abbia mai abbinato le due cose.

Ma la pasta gratinata è stata, almeno in casa mia, il piatto figo degli anni '80, quello da presentare agli ospiti, più semplice della lasagna, ma più ricco dei primi asciutti tradizionali: si condiva con il ragout di carne o di salsiccia e, naturalmente, si copriva con uno spesso strato di besciamella e di sottilette.

C'è stato un periodo in cui, e questo non credo solo in casa mia, le sottilette si mettevano dappertutto.

Negli anni '80 mia mamma ha anche scoperto che la zucca non era solo un ortaggio meschinello, nutrimento base degli animali da cortile, ma che era buona per gli esseri umani e ha cominciato a mettere anche quella ovunque. Della sua tendenza al loop culinario ho già parlato in passato.

Non sono solita preparare questo genere di portate: le trovo troppo laboriose e sporchevoli e, non essendo una patita della pasta, mi sembra che non ne valga la pena. Del resto, non fosse la settimana della zucca e non avessi aperto la rubrica "La cucina della Mamma", forse non l'avrei considerata nemmeno "bloggabile".

Ma, ogni tanto, soprattutto d'inverno, ci vuole un piattino scaldacuore, robusto e senza troppi fronzoli, né nella ricerca dell'ingrediente esotico, né nella presentazione, che non suggerisca raffinatezza, ma solo golosità, abbondanza e calore.

Ingredienti x 3 porzioni abbondanti (o 4 normali):

  • 200 gr di lumaconi (formato di pasta, vanno bene anche i conchiglioni)
  • 300 gr di polpa di zucca
  • 2 salsiccie
  • 1 pezzetto di burro
  • 2 cucchiai rasi di farina
  • 2 tazze di brodo
  • 3 sottilette
  • sale
  • pepe

Procedimento:

Cuocete la zucca al vapore per 10 minuti, quindi tagliatela a dadini piuttosto piccoli e fatela insaporire in padella con due salsiccie sbriciolate, senza olio (il grasso della salsiccia è più che sufficiente). Salate e pepate.

Lessate i lumaconi al dente, scolateli e passateli sotto un getto di acqua fredda. Appena saranno "gestibili", riempirli uno per uno con un cucchiaino di composto di zucca e salsiccia e allineateli in un solo strato in una pirofila leggermente unta. Se dovesse avanzare del condimento, distribuitelo sopra i conchiglioni.

Preparate una besciamella "alleggerita", facendo fondere il burro, aggiungendovi la farina e mescolandola fino a formare la classica "palla" e quindi versando il brodo. Fate addensare il (avendo sostituito il brodo con il latte, comunque la besciamella rimarà più liquida) e versatelo sulla pasta. Completate con le sottilette e infornate a 180° per circa 10 minuti, finché non si saranno fuse e la pasta un po' sbruciacchiata, in perfetto stile anni '80.