31 mag 2010

Corn Soup

Corn Soup

Mi piace pensare che questa sia stata l'ultima zuppa (calda) della stagione e devo riconoscere che io stessa l'ho preparata con un certo ritardo sulla tabella di marcia stagionale: dopo averla adocchiata sul solito libro della Evans, che ho scoperto essere anche autrice di un cooking blog, avevo acquistato tutti gli ingredienti necessari alla sua realizzazione, nel periodo in cui ancora pioveva a catinelle, dopodiché me ne sono dimenticata e, infine, l'ho servita quando già le temperature si erano alzate.
Beh, sapete cosa vi dico? Che, anche se fuori non si gelava, è stato ugualmente gradevole affondare il cucchiaio nella morbida crema formatasi con l'amido delle patate, il mais frullato e la panna e che di conforto, spesso, si ha bisogno anche in estate piena e allora è proprio un guaio, perché per risotti, zuppe e cioccolato fa troppo caldo e non si sa cosa mangiare per sentirsi un po' meno tristi. Soprattutto se si ha un blog e si sa che un vellutata di carote in agosto non te la commenterà nessuno.
Fa niente, io la ricetta ve la do ugualmente: mettela da parte per i tempi duri.
Ingredienti:
  • 100 gr di bacon
  • 1 cipolla
  • 3 cucchiai di farina
  • 350 ml di brodo
  • 250 ml di latte
  • 1 grossa patata
  • 1 manciata di timo
  • 800 gr di mais in scatola
  • 200 ml di panna
  • sale
  • pepe

Procedimento:

Dadolate il bacon e fatelo cuocere sul fondo della pentola a pressione, finché non diventa scuro e croccante. Aggiungetevi la cipolla affettata finemente e fatela appassire. Versatevi sopra la farina, mescolate bene e fate cuocere per circa tre minuti, finché non avrà avvolto completamente gli anelli di cipolla.

Aggiungete il brodo, il latte, la patata sbucciata e tagliata a tocchetti, il timo, il sale e il pepe. Frullate la metà del mais e versate anche quello nella pentola. Chiudete con il coperchio e fate cuocere per 10 minuti dal fischio. Naturalmente, se utilizzate una pentola tradizionale, dovrete raddoppiare le dosi dei liquidi e i tempi di cottura.

A cottura ultimata, aggiungete la panna, il resto del mais intero, aggiustate di sale e pepe e fate scaldare ancora un po'.

28 mag 2010

Fausse Tatin di Ciliegie e Cioccolato

Tarte Tatin di Ciliegie e Cioccolato



L'anno scorso vi avevo raccontato di quanto sia difficile per me sfuggire ai sensi di colpa nel cucinare con le ciliegie: fin da quando ero bambina, la mia mamma mi ha sempre raccomandato di non sprecarle per i dolci, perchè un frutto tanto costoso va assaporato in purezza. Il fatto che in giardino avessimo tre ciliegi generosi e che, fino alla vendita della casa di campagna, nessuno in casa mia abbia mai acquistato frutta di nessun tipo, eccezion fatta per gli agrumi, perché il frutteto ne produceva in abbondanza, era, ai suoi occhi, del tutto trascurabile: si potevano fare marmellate di prugne, torte di mele, crostate di pere e succo di ribes, ma le ciliegie, come le albicocche, piuttosto che cuocerle in qualsiasi modo, si lasciavano marcire.
Non vorrei destare in voi fantasie del filone "Piccola Fiammiferaia", ma sappiate che sono arrivata alla soglia dei trent'anni senza aver mai assaggiato una torta di ciliegie.

Tarte Tatin di Ciliegie e Cioccolato



In ogni caso, su una cosa mi sento di dare ragione alla mia mamma: le ciliegie sono davvero troppo costose e non ne capisco il motivo, perché non sono difficili o laboriose da raccogliere e non necessitano di essere sgusciate o pulite in alcun modo (come accade per i pinoli o i fichi d'India) prima di essere messe sul mercato, quindi non vedo perché debbano essere vendute a peso d'oro.
Come rimpiango l'abbondanza che caratterizzava la mia infanzia e della quale non comprendevo l'importanza: poter contare per 9 mesi l'anno su frutta raccolta direttamente dall'albero avrebbe, adesso, per me, un valore incomparabile, mentre da bambina mi sembrava solo una scusa per non darmi, all'ora della merenda, invece, gli snack confezionati uguali a quelli delle mie compagne!
Quando penso che, al contrario di me, i miei figli (non che abbia figli, ma, diciamo i miei ipotetici figli) non vivranno in profonda connessione con la natura, non ne comprenderanno i ritmi, non ruberanno mele dall'albero dei vicini, non conosceranno il sapore di una pesca appena raccolta, mi viene voglia di reinventare tutta la mia vita, in un posto diverso, forse immaginario, dove poter godere con i miei cari dei doni della terra.





Per inaugurare la stagione del frutto più prezioso dell'anno ho voluto un dessert speciale: una tarte tatin, anzi, una fausse tatin, dato che la frolla viene cotta in bianco e, solo successivamente, guarnita con la frutta e il caramello, una ricetta di Ernst Knam, tratta da "Tatin Dolci e Salate" ed. Bibliotheca Culinaria, che però ho modificato non di poco, dato che, secondo me, l'originale presentava qualche pecca.

Per la base ho utilizzato una frolla gluten free preparata durante i corsi seguiti in occasione del Gluten Free World Day, che avevo congelato e alla quale ho aggiunto un paio di cucchiaiate di cacao. Per la crema frangipane della farcitura ho adottato la ricetta di Trish Deseine, più leggera di quella di Knam, che impiega pari peso di burro, mandorle e zucchero, senza uso di tuorli, che ho mescolato a del cioccolato tritato. Infine, dopo la cottura, ho guarnito la tatin con delle ciliegie ben mature, nappate di caramello alla crema di balsamico.

Non sta a me dirlo, ma era perfetta: una crosta croccante e resa leggermente amara dal cacao, che avvolgeva la dolcezza aromatica della crema frangipane e infine le ciliegie, rese ancora più dolci e succose dal caramello.

Non credo servano altre parole.

Il problema, ogni volta che ce ne servivamo una fetta, era fermarsi.

Tarte Tatin di Ciliegie e Cioccolato



Ingredienti x la base:

  • 1 dose di pasta frolla
  • 2 cucchiai di cacao

Ingredienti x la crema frangipane:

  • 60 gr di mandorle
  • 60 gr di zucchero
  • 60 gr di burro
  • 50 gr di cioccolato fondente

Ingredienti x la copertura:

  • 500 gr di ciliegie

Ingredienti per il caramello:

  • 100 gr di zucchero
  • 3 cucchiai di crema di balsamico (io ho impiegato una crema al cacao, ma se non la trovate potete usare quella non aromatizzata, andrà benissimo ugualmente)

Procedimento:

Preparate la frolla secondo la vostra ricetta del cuore e aggiungete il cacao. Lasciatela riposare una mezz'ora, quindi stendetela sul fondo di una tortiera a cerchio apribile o di uno stampo da tatin, leggermente unto, rialzandola lievemente lungo i bordi.

Frullate insieme tutti gli ingredienti della crema frangipane, fino ad ottenere un composto morbido ed omogeneo, quindi spalmatela sulla base della tatin. Infornate a 180° per circa 25 minuti (comunque controllate: la mia frolla gluten free ha cotto molto prima).

Lasciatela intiepidire, quindi disponetevi sopra le ciliegie denocciolate (se possedete l'apposito attrezzo il vostro risultato finale sarà sicuramente migliore del mio).

Fate cuocere lo zucchero in pochissima acqua, fino ad ottenere un caramello ambrato. Fuori dal fuoco aggiungetevi la crema di balsamico, mescolate bene e versate immediatamente sulle ciliegie.

Fate raffreddare completamente prima di servire.


Tarte Tatin di Ciliegie e Cioccolato

26 mag 2010

Bacon Wrapped Meat Loaf

Bacon Wrapped Meat Loaf

La primavera sembra arrivata, baldanzosa ed esuberante e io non sto più in me dalla gioia: finalmente possiamo spingerci anche a più di mezz'ora da casa, senza il pensiero di essere sorpresi da un temporale. Finalmente anche alle altitudini a me gradite, aka diverse centinaia di mt slm, il clima è mite e permette di passeggiare, sdraiarsi sull'erba, scattare foto in libertà.
Abbiamo passato l'intero fine settimana in giro e io non ho cucinato quasi per niente: mi perdonate?
Ma sì, che mi perdonate, guardate che meraviglia:

Passo della Futa





Passo della Futa



Passo della Futa





Passo della Futa




Passo della Futa


Passo della Futa




Però sabato sera ho voluto concludere una di queste passeggiate con la dignità che si confà ad una giornata così bella: da qualche giorno mi sto cimentando con grande soddisfazione in alcune preparazioni di derivazione statunitense, tratte da questo bel libro di Laurel Evans, del quale vi ho già parlato in passato.
Si tratta di piatti pesanti, molto lontani dal nostro modo di mangiare e di intendere il cibo e nei quali si fa largo uso di prodotti confezionati: personalmente, mi fa un po' strano leggere nella lista degli ingredienti cose come "un pacchetto di crackers", "burro di arachidi", "ketchup" etc...
Ciononostante, malgrado le perplessità iniziali nell'affrontare una cucina tanto diversa dalla mia, almeno finora i risultati sono stati eccellenti e, anche se non potrei immaginare di mangiare così ogni giorno, di tanto in tanto trovo piacevole anche allentare un po' le redini e concedermi quelle che, fin da bambini, ci sono state presentate come "porcherie".

Passo della Futa

E'il caso di questo polpettone, che, oltre ad essere avvolto nel bacon, contiene, nell'impasto cose come tabasco, ketchup, crackers, senape: sono sincera, non le ho usate tutte, quindi la versione che ve ne propongo è un po' edulcorata rispetto all'orginale, ma, del resto, non intendevo acquistare prodotti che, di base, non consumo, come il tabasco o la salsa Worchester, per utilizzarne solo poche gocce.
Data la lunga lista di ingredienti, sembra complicato, ma non lo è: il procedimento è quasi elementare. Inoltre la ricetta originale prevede l'utilizzo di non so quante diverse ciotole e pentolini, perchè vorrebbe che si seguisse lo stesso procedimento dei muffin, con separazione tra gli ingredienti solidi e quelli liquidi: ma, con un po' d'attenzione, è possibile sporcarne solo due, è sufficiente aggiungere la carne come ultimo ingrediente, quando tutti gli altri sono già ben amalgamati e mescolarla con delicatezza, senza pressarla, in modo che rimanga morbida.

Indian Summer?

Ingredienti:

  • 75 ml di ketchup
  • 1/2 cucchiaino di chili (tabasco nella ricetta originale)
  • 2 cucchiai di zucchero di canna
  • 1 cucchiaio di aceto bianco


  • 1 cipolla
  • 450 gr di macinato (io ho utilizzato soltanto macinato di maiale, ma la ricetta prescriveva un mix di manzo, maiale e vitello)
  • 1 uovo
  • 4 cucchiai di latte
  • 1 manciata di timo
  • 1/2 cucchiaino di chili (tabasco nella ricetta originale)
  • 2 cucchiaini di senape all'antica (1 cucchiaino di senape e 1 cucchiaino di salsa Worchester nella ricetta originale)
  • 1 pacchetto di crackers
  • 100 gr di bacon a fette sottilissime
  • sale
  • pepe
  • olio evo

Procedimento:

In un pentolino mescolate i primi 4 ingredienti e fate cuocere a fuoco basso per due minuti dall'ebollizione. Mettete da parte.

Tritate i crackers e metteli da parte.

Tritate la cipolla e fatela appassire in poco olio in una grossa pentola. Utilizzando una casseruola capiente vi sarà possibile usare lo stesso recipiente anche per mescolare il resto degli ingredienti del polpettone. Spegnete il gas, fatela raffreddare leggermente e aggiungete quindi tutti gli altri ingredienti, tranne la salsa precedentemente preparata, il bacon e la carne, e amalgamateli molto bene. Alla fine aggiungete la carne e lavorate l'impasto con delicatezza.

Adagiate le fette di bacon sul fondo di una pirofila leggermente unta e deponete sopra, al centro l'impasto di carne, dandogli una forma cilindrica con le mani, senza pressare. Spennellate la superficie del polpettone con 2/3 della salsa di Ketchup, quindi avvolgetelo completamente con il bacon.

Cuocete a 180° per circa 45 minuti, quindi fate riposare per 15 minuti e servite con la salsa rimasta a parte.

24 mag 2010

Torta di Limone e Cocco

Torta al Limone e Cocco

Ho preparato questa torta lo scorso fine settimana, per la Festa della Mamma: mea culpa, non mi capita spesso di offrire dolci ai miei genitori, non per pigrizia, ma per smemoratezza. Nei miei primi mesi di convivenza, tra casa mia e quella dei miei sembrava fosse stata aperta una via mercantile parallela e clandestina, lungo la quale correvano vassoi di torte e biscotti. Poi, un po' come le candele sulla tavola ogni sabato sera e i fiori davanti alla tazza della colazione la domenica mattina, questa piacevole abitudine è scemata lentamente, fino a perdersi del tutto.
Così, la mia mamma, pur essendo al corrente di tutto ciò che accade nella mia cucina grazie al blog, difficilmente riesce a toccare con mano i soggetti delle foto.
Quando mi sono resa conto che la cena che i miei genitori avevano organizzato per noi e per alcuni amici era stata fissata per la sera antecedente alla Festa della Mamma, ho pensato di non presentarmi, come al mio solito, a mani vuote e di fare ammenda per la mia degenerazione filiale con questa torta, ispirata a una ricetta originale di Donna Hay, quindi ripresa da Trish Deseine e presente in I Love Torte come "dolce di arance".
Io ho sostituito queste ultime con dei limoni, una parte della farina di mandorle con coco rapé e la scorza di limone grattugiata con polvere d'arancia.
Il risultato, devo ammetterlo, è una torta di grande effetto scenico che sembra preannunciare meraviglie, ma, di fatto, sotto la bardatura di coreografiche fette di limone sciroppate, si nasconde un animo molto simile a quello caratteristico dei dolci da colazione, piuttosto asciutto, morbido, molto arioso grazie al lungo montaggio delle uova con lo zucchero, ma indiscutibilmente più adatto a un ciambellone da credenza che a un dessert da dopocena.
Quindi, detto tra noi, se dovessi replicarlo salterei a pié pari la fase della caramellizzazione delle fette di limone, che è laboriosa e promette più di ciò che riesce a mantenere, e preparerei solo la base, così da rendere più semplice lo "zuppo" nel latte del mattino.
Per fortuna, la mamma ha gradito. Magari ripristiniamo i contratti di fornitura, chissà.

Uova


Ingredienti x la torta:

  • 4 uova
  • 220 g di zucchero
  • 150 g di farina
  • 1 cucchiaino di lievito chimico
  • 150 g di burro
  • 60 g di farina di mandorle
  • 60 gr di coco rapé
  • 1 cucchiaino di polvere d'arancia

Ingredienti x lo sciroppo:

  • 225 g di zucchero
  • 125 ml di acqua
  • 4 limoni biologici


Procedimento:

In un pentolino preparate lo sciroppo, facendo scaldare l'acqua e lo zucchero fino a scioglimento di quest'ultimo. Lavate bene i limoni, spazzolandoli energicamente, asciugateli e affettateli sottilmente senza sbucciarli e deponete le fettine nello sciroppo.

Secondo la ricetta originale, il taglio dei limoni era la prima cosa da fare, dopodiché occorreva preparare lo sciroppo e buttarvi le fette di limone mentre questo bolliva. Siccome terrei a non ustionarmi, ho scelto di invertire le operazioni, in maniera da lasciar raffreddare leggermente lo sciroppo mentre preparavo i limoni da immergervi.

Dopodiché, è sufficiente rimettere la pentolina sul fuoco, riportare il contenuto a ebollizione e calcolare una decina di minuti di cottura, il tempo di far ammorbidire le fette di limone, senza romperle.

Foderate il fondo e i laterali di una tortiera a cerchio apribile (di 20 cm di diametro, secondo la ricetta, io non l'avevo, ne ho usata una da 26 e non ho avuto problemi) di carta forno facendola aderire perfettamente. Se vi state domandando come rivestire di carta forno in maniera così precisa i laterali (cosa sulla quale io mi sono arrovellata per circa 10 minuti) la risposta è : imburrandoli!

Quindi disponete le fette di limone sgocciolate sulla base e sui lati, premendole leggermente per farle attaccare.

Tenete da parte lo sciroppo.

Preparate quindi la torta: fondete il burro e mettetelo da parte, per farlo raffreddare.

Montate a lungo nel robot le uova con lo zucchero, finché non diventano molto chiare, quindi aggiungetevi la farina e il lievito, continuando a frullare a grande velocità. Versate nel bicchiere anche la farina di mandorle e di cocco, il burro fuso e la polvere d'arancia e mescolate ancora, fino a ottenere un composto omogeneo.

Versate il tutto nella tortiera, facendo attenzione a non muovere le fette di limone.

Quindi mettetela nel forno spento, impostate la temperatura a 180° e, una volta raggiunta questa, calcolate circa 1/2 ora. Fate la prova dello stecchino e, se questo esce asciutto, sfornate la torta. Lasciate riposare una decina di minuti, quindi sformatela capovolta, su un piatto. Togliete delicatamente la carta forno e, finché il dolce, è ancora caldo, irroratelo con lo sciroppo.

21 mag 2010

Tortelli di Vitalba

Tortelli di Vitalba

Sapete bene quanto ami passeggiare per la campagna: adoro scoprire posti nuovi, nuove sfumature di verde e di cielo, nuove nuvole, casali, pollai.

Ma ci sono anche alcuni luoghi a cui rimango fedele, luoghi nei quali torno regolarmente, per osservarli mutare attraverso le stagioni e per raccogliere i doni che nel corso dell'anno mi offrono: la discesa della Cervarola per i mirtilli e i lamponi, in Agosto, le colline lungo la Vecchia Aretina in Settembre, per le more più turgide, le foreste casentinesi per i funghi, in autunno e, dopo il lungo torpore invernale, il Monferrato pratese e le dolci alture sopra Lastra a Signa, per le verdi, tenere erbette.

Poderino

E'qui che vengo a raccogliere finocchietto per i miei pesti e i miei arrosti, i pochi asparagi che riesco a vedere, l'acetosella, ma, soprattutto, le vitalbe.

Vi avevo già parlato delle vitalbe e, prima che chiunque di voi decida di riprodurre questa ricetta, vi inviterei a rileggere quel post: le vitalbe sono erbe gustose e ricchissime di proprietà benefiche, ma, raccolte e consumate senza le dovute accortezze, possono rivelarsi tossiche.

Per essere precisi, in questa stagione, di norma, le vitalbe sarebbero già troppo "vecchie" per essere raccolte senza rischi, ma quest'anno ha piovuto così tanto che hanno stentato molto a crescere: intorno ai rovi ne ho viste di ancora giovani ed adatte ad essere gustate.

Altrimenti, mettete da parte questa ricetta e rispolveratela l'anno prossimo, diciamo all'inizio di Maggio, perché è buonissima.

Poderino

I tortelli di vitalba sono una specialità mugellana, che, non si sa per quale ragione, è infinitamente meno conosciuta dei tortelli di patate, pure molto meno appetitosi. Nel Mugello si svolgono durante tutto l'anno sagre dedicate al tortello di patate, ma in pochi hanno la fortuna di assaggiare quelli di vitalbe.
Questa ricetta fu data tanti anni fa alla mia mamma da una signora di quelle zone, una cuoca provetta che collaborava spesso all'organizzazione di sagre e feste paesane. Io la adoravo, perché era brava in cucina, nel ricamo e aveva viaggiato in tutto il mondo. E'un peccato che la vita ci abbia fatto perdere di vista.
La mia mamma, però, questa ricetta non l'aveva mai riprodotta, quindi sono stata io, innamoratami delle vitalbe l'anno scorso, a recuperare il foglio sparso tra i suoi libri di cucina.

Lungi da me voler insegnare a qualcuno come si fa la pasta fresca, meno che mai ripiena, non mi dilungherò sulla tecnica di stesura della sfoglia o formatura dei tortelli, ma mi limiterò a raccontarvi del ripieno e di come li ho preparati io.

Anzi, di come li ha preparati Topy79, che ha lasciato a me la parte noiosa (preparare gli impasti e ripulire) e, al momento di imbracciare l'Imperia, mi ha spodestata.


Poderino

Ingredienti per la sfoglia:

  • 200 gr di farina
  • 2 uova
  • 1 pizzico di sale

Ingredienti per il ripieno:

  • 200 gr circa di vitalbe (la parte terminale della liana, non scendete sotto il primo ciuffo di foglioline)
  • 250 gr di ricotta
  • 1 tuorlo
  • 1 grattugiata di parmigiano
  • sale
  • pepe

Procedimento:

Impastate gli ingredienti della sfoglia: io li mescolo prima brevemente nel mixer, fino a formare delle briciole, poi finisco di amalgamarli maualmente; so che raccontandovelo perderò defintivamente la stima delle amiche emiliane, ma vi giuro che mi viene buona!!! Formate una palla e mettela a riposo, avvolta in un panno umido.

Lavate bene le vitalbe e calatele in una pentola di acqua fredda; portatela ad ebollizione, salate leggermente, quindi calcolate 10 minuti e scolatele.

Tritatele insieme agli altri ingredienti del ripieno.

Staccate una porzione di impasto e appiattitela leggermente con le mani o con il mattarello, quindi passatela nelle trafile della macchinetta per la pasta fino a renderla piuttosto sottile (diciamo lo spessore 2 dell'Imperia, che sarà di circa 2mm). In alternativa potete stendere la sfoglia a mano, ma qui taccio, perchè non so come si fa ;-)

Adagiate la striscia ottenuta sulla spianatoia e distribuitevi dei mucchietti di ripieno, poco sotto la metà dell'altezza.

Formate i ravioli secondo il vostro metodo: io cerco di ricavare delle strisce abbastanza "alte", in maniera da ripiegarle lungo i lati corti, sovrapponendo i lati lunghi opposti. Poi premo attorno a ogni mucchietto di impasto e rifilo i bordi con una rotella tagliapasta dentellata.

Siccome immagino di aver dato una spiegazione abbastanza caprina, vi invito a leggere le sue, che sono più chiare.

I tortelli possono essere congelati, disponendoli prima in freezer in un solo strato, su dei vassoi, quindi, una volta induriti, riuniti negi appositi sacchetti da freezer, oppure subito lessati.

Nel caso, cuoceteli in acqua bollente salata per 10 minuti circa dalla ripresa del bollore, quindi scolateli e cospargeteli con il tradizionale condimento a base di burro e salvia e una spolverata di parmigiano.

19 mag 2010

Una Giornata senza Glutine

Gluten Free World Day

Come sempre, sarò con voi molto sincera: non vi racconterò che la celiachia è un problema al quale sono sempre stata sensibile. Al contrario: prima di sabato scorso si trattava di una realtà che non conoscevo affatto. Sapevo che esistono persone intolleranti al glutine e prodotti specifici per la loro alimentazione, ma niente di più: ringraziando il cielo, questo male non colpisce direttamente né me né nessuno dei miei cari e, come spesso accade quando una cosa non ci tocca personalmente, si finisce per essere ignoranti a riguardo, non per disinteresse, ma perché, per ragioni di tempo e di risorse, è naturale selezionare le informazioni da acquisire e memorizzare.


Così, quando l'ufficio stampa della Dr Schaer mi ha contattata per invitarmi al Gluten Free World Day, che si è tenuto a Occhiobello (RO) lo scorso sabato 17 maggio, sono rimasta un po' perplessa. E'stato il mio compagno a convincermi ad accettare, offrendosi addirittura di accompagnarmi e di partecipare con me ai vari corsi di cucina organizzati nell'ambito della manifestazione.
E sono felice che lo abbia fatto.
Prima che ve ne parli, vorrei che fosse chiara una cosa: questo non è un post sponsorizzato, non sono stata pagata per scriverlo.
Lo scrivo perché mi va, perché sabato mi sono divertita, perché ho imparato tante cose, conosciuto tante persone, assaggiato tanto ottimo cibo (sì, ottimo, ve lo assicuro, anche senza glutine), perché ho visto professionisti e dilettanti al lavoro, perché ho messo le mani in pasta e perché le ha messe il mio compagno ed è stato così bello che da allora stiamo cucinando insieme sempre più spesso.
E perché trovo giusto dare visibilità a un'azienda che va incontro ai problemi di una categoria di persone che ho scoperto essere più numerosa di quello che credevo.

Gluten Free World Day

Da ex hostess congressuale, posso affermare che l'organizzazione è stata perfetta: l’accoglienza era cortese ed efficiente, c’erano dappertutto assaggi di snack gluten free e a metà giornata un buffet ben fornito. Prima di andare via è stata consegnata a ciascuno di noi una busta piena di ricettari e di prodotti senza glutine, che in questi giorni stiamo mangiando al posto dei nostri snack abituali (son una foodblogger atipica: compro snack di ogni tipo e mi piacciono anche moltissimo), devo dire con una certa soddisfazione. Questo non lo dico perché per me la cosa più importante della giornata è stata l'aver riempito la dispensa, ma perché sono una persona molto ansiosa e ho trovato rassicurante sapere che, anche se in futuro dovessi avere dei problemi, potrò continuare a soddisfare la mia golosità.
Ma a colpirmi è stato soprattutto il programma dei corsi: io e Topy79 ci eravamo iscritti a 4 di essi, sul pane, sui biscotti, sulle torte salate e sulla pasta fresca; ed eravamo sinceramente convinti che in poco più di un'ora per argomento non avremmo imparato niente.
Ma ci sbagliavamo: le lezioni erano tenute da chef esperti in cucina gluten free, che, a quanto ho capito, lavorano in ristoranti specializzati, e che ci hanno insegnato come manipolare queste farine, poco elastiche e poco strutturate, così difficili da gestire per me, che sono abituata a poter contare su prodotti iperglutinici e sulla loro plasmabilità. Ogni corsista aveva la propria postazione, con i propri ingredienti, i propri utensili e ognuno ha realizzato in autonomia il proprio impasto, che, mancando il tempo di cuocere i preparati, ciascuno di noi ha portato via per infornarlo a casa.

Gluten Free World Day

Siamo tornati a Firenze con abbondante impasto per il pane, che appena a casa ho rilavorato e infornato sotto forma di focaccia, condita con olio alle erbe, sale rosa dell'Himalaya ed erbe di Provenza.
Altrettanto abbondanti sono i due filoni di frolla alle mandorle per i cantuccini, la frolla semplice e le varie dosi di pasta brisée che ho congelato. Vi racconterò nei prossimi post.
Avevamo poi 4 dosi di pasta sfoglia pronta, che urgeva consumare perché si trattava di un prodotto congelato.
Domenica mattina ho preparato delle tartellette ai mirtilli con crema di ricotta aromatizzata all'orzata, delle sfogliatine ripiene di more e una quiche di peperoni e chorizo.
Non sto a darvi le ricette perché sono semplici, le potete realizzare un po' come preferite, con gli impasti base che più vi piacciono e dosando a vostro gradimento la quantità di zucchero, frutta e verdura della farcia.

Gluten Free World Day

Per tirare le somme, sabato scorso ho imparato che posso preparare un impasto lievitato in anticipo e poi giocare, grazie al frigo e al freezer, con i tempi di lievitazione in maniera da averlo pronto da infornare quando fa comodo a me; che per preparare una tartelletta è sufficiente premere lo stampo sulla sfoglia stesa e quindi spingere l'impasto che rimane attaccato all'interno con il pollice facendolo aderire ai laterali; ho imparato come si chiude un tortellino; ho imparato che il glutine è fondamentale per dare struttura, elasticità e alveolatura agli impasti e che sono molto fortunata a non dovermi guardare dalla sua presenza; ma che sono altrettanto fortunata, perché se un giorno le cose dovessero cambiare, esistono prodotti adatti a questo tipo di esigenze e che con un po' di pazienza (che mi manca) e tanta passione (che ho da vendere) è possibile imparare a gestirli.

Desidero quindi ringraziare la Dr Schar, che mi ha offerto questa opportunità, Topy79 che mi ha convinto a coglierla, ma anche e soprattutto i miei genitori, che sabato mattina si sono fatti carico delle formiche che avevano invaso il mio appartamento e hanno condotto la crociata contro di loro al mio posto, permettendomi di ignorare il problema e partire ugualmente.

17 mag 2010

Clafoutis di Asparagi, Menta e Caprino

Clafoutis di Asparagi con Menta e Caprino

Con tutta questa pioggia, mi sto scoprendo sempre più metereopatica: giorni fa, durante l'ennesimo scroscio, uggioso e petulante, mi sono sentita veramente esasperata.
Per una persona che si è sempre professata un'amante della stagione fredda è davvero strano sentirsi così, ma vi assicuro che sono persino stanca di stare in casa, io che la mia intimità la amo tanto.
Durante una delle ultime giornate di sole di cui abbiamo potuto approfittare, il 1° Maggio, ci siamo concessi, con un occhio al cielo, che, ovviamente, verso mezzogiorno si è ingrigito, una passeggiata alla fiera che ogni anno si svolge in questa occasione al Parco delle Cascine: si tratta di un grande mercato dove è possibile acquistare, oltre ad abbigliamento e scarpe (come se a qualcuno potessero interessare queste cose ;-) ), bellissimo vasellame (che vedrete presto in foto, o almeno lo spero, se mi torna la voglia di cucinare ammodo), verdure nostrali e altri prodotti del territorio.
A catturare la mia attenzione, oltre agli immancabili baccelli (quelle che nel resto d'Italia si chiamano fave e che ho acquistato in abbondanza) sono stati dei mazzi di asparagi, dall'aspetto croccante e freschissimo, punteggiati di sfumature violacee, che rendevano il fondo verde ancora più brillante. Naturalmente li ho comprati subito, sapete, è così raro trovarne a prezzo modico...

Gli Asparagi e le Uova Blu per il Clafoutis

Mi stavo appunto chiedendo come cucinarli quando ho visto, proprio davanti, dall'altro lato del viale dove si snodava la fila di banchi, un tavolaccio dall'aspetto rustico, molto diverso dagli altri stand alimentari, così asettici nelle loro vetrine e nei loro formaggi confezionati sottovuoto, coperto di forme di ricotta salata, caprini stagionati, pecorini avvolti nella paglia, tutte intagliate grossolanamente, senza alcun tentativo lezioso di affettarle in maniera precisa. E poi ciotole di ricotta fresca e un cestino di uova dal guscio azzurrato.

Potevo non avvicinarmi, non assaggiare, non tempestare di domande il pastore che presiedeva il banco e non comprare? Ricotta salata, caprino e naturalmente le uova blu.
Wenny sa di cosa parlo ;-)

Gli Asparagi e le Uova Blu per il Clafoutis

Naturalmente mi sono informata e ho saputo che queste uova provengono da una particolare razza di galline, originaria della Germania e recentemente importata nell'allevamento (super-biologico e rigorosamente a terra) di questo signore, e che, anche se non se n'è ancora compreso il motivo, hanno un tenore ridotto di colesterolo.
Senza dubbio, appena il tempo si stabilizzerà, non mancheremo di andare a fare visita direttamente all'azienda agricola, per procurarci un'altra scorta di questi magnifici prodotti e incantarci di fronte alla visione di animali che pascolano liberamente. Vi prometto che ve ne parlerò.

Gli Asparagi e le Uova Blu per il Clafoutis

Asparagi, uova, caprino... a questo punto, si trattava di mettere insieme le mie conquiste per rendere loro omaggio, con una preparazione semplice, in cui i singoli sapori spiccassero senza coprirsi vicendevolmente.
Per esaltare il gusto degli asparagi, si sa, le uova sono insostituibili e per godere appieno delle uova, secondo me, non c'è niente di meglio di un clafoutis: sapete già quanto li ami, in veste dolce o salata, ci sono periodi in cui non mangerei altro. Nella cocottes monoporzione sono anche indiscutibilmente eleganti e comunque semplicissimi da preparare.
Quanto al caprino, Camomilla pochi giorni prima mi aveva suggerito l'abbinamento con gli asparagi, che lei stessa ha proposto in crumble, mentre la menta è stata una mia idea, perché mi piace profumare ogni mio piatto con una delle erbe aromatiche che coltivo in terrazza, indipendentemente dal fatto che la ricetta originale lo preveda o meno.
Spero proprio di poter godere presto di un'altra giornata spensierata e inondata di sole come quella... quando ho servito questo clafoutis, le nubi erano già tornate minacciose e da allora non se ne sono più andate...

Il Latte e le Uova Blu per il Clafoutis

Ingredienti x 4 piccole cocottes:

  • 2 uova
  • 2 cucchiai rasi di farina
  • 1 tazza di latte o di panna (indovinate cosa ho usato io ;-) ?)
  • 1 fetta spessa di caprino stagionato
  • 1 mazzo di asparagi
  • 1 manciata abbondante di menta
  • sale
  • pepe

Procedimento:

Lessate gli asparagi al vapore.

Montate a lungo le uova a mano, almeno finché il braccio non vi fa male :-), Quindi aggiungete la farina e continuate a sbattere per sciogliere i grumi. Stemperate il tutto con la panna o con il latte. Mescolate il composto con il caprino dadolato e la menta spezzettata con le mani, salate, pepate e distribuite nelle cocottes.

Disponete gli asparagi interi in ogni cocotte. Qualora dovessero risultare troppo lunghi, tagliate la parte terminale dei gambi (che si possono utilizzare per altre preparazioni, io, per esempio, li ho frullati a crema e li ho messi nel risotto).

Infornate a 180° per circa 30 minuti.

14 mag 2010

Dulce de Leche (in Pentola a Pressione)... e una giornata particolare

Dulce de Leche

Could you ever forgive me for blogging such a silly recipe?
Credo quasi tutto il mondo abbia pubblicato il dulce de leche (e anch'io) e credo che, di questo quasi, quasi tutti abbiano provato la versione con il latte condensato e che, di questo quasi, quasi tutti abbiano provato a cuocere la lattina in pentola a pressione.
E'semplice: si mette il barattolo chiuso in pentola a pressione, si copre d'acqua e si fa cuocere per 1/2 ora dal fischio. Meglio 25 minuti, secondo me. Poi si lascia raffreddare, si tira fuori dall'acqua e si apre.
Ma potevo esimermi dal ribadire il mio comfort food per eccellenza, quello a cui mi rivolgo nei momenti di ansia, sconforto o semplice debolezza fisica?
Da bambina avevo un bellissimo pastore tedesco: i miei genitori non avevano voluto altri figli e Schatz era la mia sorellina.
Quando si ammalò gravemente e la mia mamma mi preparò, a malincuore, al fatto che ci avrebbe lasciati, anch'io mi ammalai. Mi ammalai di dolore, di lutto e di perdita di punti fermi: non mangiavo più niente e quello che mangiavo mi faceva star male.
L'unica cosa che accettai di buon grado fu il tubetto del latte condensato, che la mia mamma, in un disperato tentativo di nutrirmi, aveva comprato.
Schatz se ne andò ugualmente, perché aveva tante cose da fare nel paradiso dei cani, ma il suo spirito protettore, che ancora bada a me, insieme a quelli dei miei nonni, pochi giorni dopo, guidò fino a noi una gattina, un altro piccolo essere che aveva bisogno di me e a cui non importava niente se ero una bambina secchiona, con gli occhiali spessi e un libro sempre in mano al posto delle Barbie.
Da allora, associo il sapore del latte condensato alla consolazione e alla speranza che tutto si risolva per il meglio. E nei momenti duri mi viene naturale cercarlo.
Potevo, quindi, lasciarmi scappare l'opportunità di preparare qualcosa che ne sublimasse la dolcezza e lo rendesse dorato come il miele, in pochi minuti, senza mescolare? Converrete con me che quando si è giù di tono non si ha voglia di mescolare.
L'altra opzione è trovare qualcuno che mescoli per noi, ma il motivo per cui si è giù di tono, spesso, è che non abbiamo proprio nessuno a cui chiedere di mescolare per noi (o qualsiasi altra cosa).
Per questi e per mille altri motivi, scelgo, forse un po' troppo precipitosamente (forse troverò un altro milione di ricette comfort e mi pentirò di aver puntato sulla più banale?) il dulce de leche, e rigorosamente in versione "col trucco", per partecipare al concorso indetto da Juls, "Ricette per la Felicità", in collaborazione con Macchine Alimentari.

WorKshop Caffarel 7_5_10


E, restando in tema di felicità, non posso mancare di citare (con colpevole ritardo) la bellissima giornata passata venerdì scorso: ve lo ricordate l'evento "Decora la tua Pasqua con Caffarel"? Quello in virtù del quale io e un altro nutrito gruppo di foodblogger avevamo decorato un uovo di Pasqua?
Ebbene, l'atto finale di questa splendida iniziativa è stato un interessantissimo workshop di alta pasticceria, tenuto dal Maestro Signorini: una splendida giornata nel quale tutte noi abbiamo avuto l'opportunità di apprendere alcune tecniche base di quest'arte, ma anche di conoscerci, scambiarci idee, esperienze e sogni.
Desidero ringraziare sentitamente tutto lo staff della Caffarel e della MilleE20 per l'opportunità offertami!!!

WorKshop Caffarel 7_5_10



WorKshop Caffarel 7_5_10

Un ultimo annuncio, sempre relativo all'iniziativa per il lancio di Notte Folle a Manhattan.

Vi ricordo che oggi è l'ultimo giorno utile per votare il vostro dessert preferito.

Se desiderate votarmi dovete:


1) Essere iscritti a FB
2) cercare la pagina di Notte folle a Manhattan (che è questa http://www.facebook.com/pages/Notte-folle-a-Manhattan/319795153160)
3) In alto vicino al nome della pagina bisogna cliccare su mi piace altrimenti non si può né commentare né cliccare su Mi piace dei vari post
4) Cercare il post con la ricetta e o commentare (bastano anche una parola o una faccina) o cliccare su Mi piace
5) Ogni commento vale un punto ogni Mi piace 0,5

12 mag 2010

Crema di Limoncello alla Vaniglia

Crema di Limoncello alla Vaniglia

Magari la crema di limoncello non è la scoperta del secolo, però che buona...
Questa ricetta è perfetta, perché impiega i limoni biologici di Pantelleria inviatimi da un'amica generosa, vera vaniglia in stecche e tanto latte fresco.
Vi svelo un segreto: sto meditando di sostituire quest'ultimo con della panna liquida, per creare un dessert da tenere sempre pronto in freezer, per le visite improvvisate (beh, magari non quelle del primo mattino).
Intanto vorrei offrirvi questa versione per brindare con voi al mio secondo posto nella classifica dei secondi piatti più votati, nell'ambito dell'iniziativa "Notte Folle a Manhattan", a cui avevo partecipato con questi.
E, da quella via, vi ricordo che sono aperte le votazioni per il dessert, che mi pareva aveste gradito.
Se desiderate votarmi dovete:


1) Essere iscritti a FB
2) cercare la pagina di Notte folle a Manhattan (che è questa http://www.facebook.com/pages/Notte-folle-a-Manhattan/319795153160)
3) In alto vicino al nome della pagina bisogna cliccare su mi piace altrimenti non si può né commentare né cliccare su Mi piace dei vari post
4) Cercare il post con la ricetta e o commentare (bastano anche una parola o una faccina) o cliccare su Mi piace
5) Ogni commento vale un punto ogni Mi piace 0,5


Crema di Limoncello alla Vaniglia

Ingredienti:
  • 250 ml di alcool a 95°
  • 3 limoni biologici
  • 1/2 lt di latte
  • 400 gr di zucchero
  • 1/2 stecca di vaniglia

Procedimento:

Prelevate la scorza dei limoni con un pelapatate e mettetela in infusione in alcool per 5 giorni.

Incidete la bacca di vaniglia per il lungo e raschiatene l'interno, per prelevarne i semini, che farete cadere nel latte, quindi immergetevi anche la stecca e portate ad ebollizione. Spegnete il gas e aggiungete lo zucchero, mescolando di tanto in tanto. Non preoccupatevi se la soluzione vi apparirà satura, aggiungendo, in seguito l'alcool, lo zucchero si scioglierà completamente. Quando il composto si sarà raffreddato, togliete la bacca di vaniglia e aggiungetevi l'alcool filtrato dalle bucce.
Imbottigliate e mettete in freezer, attendendo un paio di giorni prima di assaggiarlo.

Aggiornamento:

Come alcuni di voi mi hanno fatto notare, la presenza del latte rende questa preparazione più deperibile dei normali liquori: conservatela in freezer e, comunque, consumatela entro 6 mesi!!!

Crema di Limoncello alla Vaniglia

10 mag 2010

Crumble alla Lemon Curd per delle Uova molto speciali


Crumble alla Lemon Curd


 


Ovvero "Lazing on a Sunday Afternoon".


 


Dopo avervi proposto una lemon curd senza uova, in una pigra domenica di pioggia e noia ho ceduto nuovamente alla tentazione della tradizione per lasciarmi scivolare in una crema al limone di gusto assai più classico, con tutte le uova, tutto lo zucchero e tutti i crismi, oltre che con una copertura croccante in stile crumble.


 


I Limoni per la Lemon Curd


 


Questo perché ero in possesso di uova molto preziose: le uova Ovito.


Non ci si pensa mai, perché le uova, spesso, più che costituire il fulcro di una ricetta, ne sono un ingrediente base, come lo zucchero, la farina, il sale... eppure, o forse proprio per questo, è importante che si tratti di uova di qualità .


 


Ovito garantisce questa qualità, certificandola in base al rispetto di ben 5 parametri: freschezza, alimentazione dei pulcini e delle galline basata esclusivamente su prodotti vegetali e privi di ogm, assenza di coloranti sintetici e tracciabilità.   


 


Per capirsi, le uova Ovito vengono consegnate sul punto vendita entro 48 ore dalla data di deposizione, debitamente contrassegnata sul guscio di ogni uovo; la filiera controllata e totalmente tracciabile, è gestita da Fattoria Novelli, che alleva in proprio pulcini e galline nutrendoli esclusivamente di soia, mais ed erba medica, senza utilizzo di grassi animali, OGM e coloranti.


Un altro aspetto che mi preme sottolineare è come l'allevamento avvenga nel pieno rispetto dell'ambiente, in ottemperanza ai criteri della Iso 14001.


Ad esempio, è dal 1983 che Ovito realizza i contenitori delle uova con materiale riciclato e nuovamente riciclabile e ultimamente ha introdotto i contenitori in PLA, un derivato dell'amido di mais biodegradabile al 100%.


 


In base alle vostre preferenze, Ovito vi dà la possibilità di scegliere tra uova provenienti da allevamenti biologici, all'aperto e a terra.



Infine, vi invito ad iscrivervi alla community di Ovito, dove gli appassionati di cucina troveranno spazi dedicati a ricette, consigli e trucchi per l'utilizzo delle uova in cucina. 



Uova



Ingredienti per la lemon curd:

 




  • 4 limoni biologici


  • 4 uova


  • 125 gr di zucchero


  • 60 gr di burro


  • 350 ml di panna acida o yoghurt


  • 4 cucchiaini rasi di farina



Ingredienti per il crumble:




  • 100 gr di farina


  • 90 gr di burro


  • 60 gr di zucchero



Procedimento:



In un pentolino sbattete leggermente le uova, aggiungete il burro e lo zucchero. Grattugiate la scorza dei limoni (la ricetta originale prevedeva di grattugiarne solo due, ma, non so voi, io ho sempre difficoltà a prelevare tutta la scorza di un limone, quindi ho usato il poco che riuscivo a grattugiare di tutti e quattro) e spremeteli. Aggiungete succo e scorza nel padellino e cuocete a fuoco bassissimo finché non si addensa.



Qualcuno mi obietterà che le creme vanno cotte a bagnomaria, affinché non impazziscano, ma la mia si è stracciata ugualmente malgrado il bagnomaria, quindi la prossima volta mi risparmierò questo passaggio.



In ogni caso, tanto, dovete frullare la crema con la panna acida (o yoghurt) e la farina, quindi anche se l'uovo si fosse raggrumato non importa, il frullatore a immersione provvederà a restituire al composto una texture setosa.



Distribuite la crema nelle cocottes individuali (io ne ho riempite 10, ma erano molto piccole) e fatela raffreddare.



Preparate il crumble, lavorando rapidamente nel mixer gli ingredienti, fino ad ottenere delle briciole, con cui cospargerete la superficie della crema.



Infornate a 180° per circa 35 minuti.



Ricetta tratta (più o meno) da "Crumbles" di Camille Le Foll, ed Bibliotheca Culinaria




 



Crumble alla Lemon Curd



ovito

ovitoclub



Articolo sponsorizzato

7 mag 2010

Torta Assoluta alle Violette

Torta Assoluta alle Violette

Per dare degna conclusione alla serata romantica organizzata per i Foster, ho scelto un dessert che stravolge completamente tutte le direttive di leggerezza e freschezza finora seguite, per scivolare, invece, nel languore di una crostata ricca e decadente, che avvolge uno strato croccante di fondente e una crema voluttuosa di panna e cioccolato in un guscio friabile e burroso di sablée al cacao. E per finire, una pioggia di violette candite, simbolo della carnalità.

Qualche anno fa questo abbinamento veniva proposto in un olio da massaggio, chissà se esiste ancora?

Una torta che, forse, nasce con intenti consolatori, magari per lenire cuori infranti da delusioni amorose, ma che per me rappresenta, invece, la quintessenza della sensualità (c'è anche da dire che se fossi single non mi sognerei mai di mangiare tutta questa cioccolata): niente di meglio, quindi, secondo me, per concludere un pasto, che speriamo riporti l'armonia coniugale in casa Foster.

Se poi siete curiosi di conoscere la vera storia di questa coppia, al di là di come mi è piaciuto immaginarla, vi ricordo che da oggi il film è in programmazione nelle sale cinematografiche.

Per una creazione così colpevolmente struggente non potevo che rifarmi (con qualche licenza) a questo libro, di fronte al quale non smetto mai di sognare.

Torta Assoluta alle Violette

Ingredienti x la sablée:
  • 125 gr di farina
  • 50 gr di zucchero
  • 100 gr di burro
  • 2 cucchiaini di cacao in polvere
  • 1 tuorlo
  • 1 pizzico di sale
Ingredienti per il primo strato di ciopertura:
  • 75 gr di cioccolato fondente
Ingredienti per la crema:
  • 150 gr di cioccolato
  • 100 ml di panna
  • 20 gr di burro
  • 1 tuorlo
Procedimento:

Lavorate tutti gli ingredienti nel robot, fino ad ottenere delle briciole, quindi, a mano, finite di impastare formando una palla e riponete il composto in frigo per almeno due ore.
Quindi stendetelo in una piccola teglia da crostata a cerchio apribile ben unta, poggiatevi sopra un foglio di carta forno, riempite la cavità con dei legumi secchi (o con gli appositi pesetti per la cottura in bianco, se li avete - io no) e cuocete a 180° per circa 15 minuti. Fate raffreddare completamente.
Fondete i 75 gr di cioccolato del primo strato di farcia e spennellatelo sulla base della crostata cotta. Fate solidificare.
Scaldate la panna portandola quasi a bollore, aggiungete i 150 gr di cioccolato rimanenti e fatelo sciogliere. Aggiungete quindi il burro e il tuorlo, mescolando bene per non far cuocere quest'ultimo. Appena il composto si sarà intiepidito versatelo anche questo nell'incavo della crostata e riponetelo in frigo
Terminate cospargendo la superficie della torta con delle violette candite.
Se la mia proposta vi è piaciuta, vi ricordo che potete votarla sulla relativa pagina di FB, seguendo queste istruzioni:

Dovete:

1) Essere iscritti a FB
2) cercare la pagina di Notte folle a Manhattan (che è questa http://www.facebook.com/pages/Notte-folle-a-Manhattan/319795153160)
3) In alto vicino al nome della pagina bisogna cliccare su mi piace altrimenti non si può né commentare né cliccare su Mi piace dei vari post
4) Cercare il post con la ricetta e o commentare (bastano anche una parola o una faccina) o cliccare su Mi piace
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5 mag 2010

Fusilli con Pomodorini Confits e Feta (e qualche comunicazione)

Fusilli con Pomodorini Confits e Feta


Prima di tutto, un po' di sana pubblicità:
Per chi avesse apprezzato la mia ricetta di secondo piatto per l'iniziativa legata al lancio del film

"Notte Folle a Manhattan"

sappiate che, attualmente, potete votarla sulla relativa pagina di FB, seguendo queste istruzioni:

Dovete:

1) Essere iscritti a FB
2) cercare la pagina di Notte folle a Manhattan (che è questa http://www.facebook.com/pages/Notte-folle-a-Manhattan/319795153160)
3) In alto vicino al nome della pagina bisogna cliccare su mi piace altrimenti non si può né commentare né cliccare su Mi piace dei vari post
4) Cercare il post con la ricetta e o commentare (bastano anche una parola o una faccina) o cliccare su Mi piace
5) Ogni commento vale un punto ogni Mi piace 0,5

Intanto, vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno votata la scorsa settimana, permettendomi di raggiungere il terzo posto: non essendo iscritta a FB e non potendo contare su nutrite schiere di "amici" virtuali, lo considero un grande traguardo, dovuto solo all'apprezzamento sincero e obiettivo nei confronti della ricetta.

Grazie davvero

Come Valeria di Alphabet City ci ha comunicato ieri, intanto la posta del gioco si è alzata e Elle Cucina on Line pubblicherà le ricette vincitrici.


Allora, mi date una mano? ;-)



Magari a voi non sembrerà niente di che, ma io a questa ricetta sono molto affezionata: l'ho preparato un paio di sabati fa, in una giornata di sole in cui mi sentivo di ottimo umore. Avevamo passato una bellissima mattinata nel Chianti a vedere case in vendita che non possiamo permetterci (temo di far parte di un categoria di perditempo che gli agenti immobiliari odiano), nel pomeriggio ci si prospettava una passeggiata nei campi del Monferrato pratese, a raccogliere erbette, e la sera una cena in uno dei ristoranti che preferiamo, per festeggiare il compleanno di Topy79.
Avevo quindi deciso di spezzare la giornata con un piacevole intermezzo culinario che mi sembrava si addicesse perfettamente all'atmosfera quasi estiva che si respirava: il pensiero è subito corso a certi ciliegini che avevo candito la sera prima, con olio evo, miele e timo, alle piantine di menta e basilico lussureggianti dopo l'opportuno rinvaso e a un vassoietto di feta che mi chiamava dal frigo. E a come combinare il tutto per creare un primo piatto che, lo so già, diventerà un pezzo forte di questa estate.
Non avevo mai preparato prima i pomodorini confits, perché l'idea di accendere il forno per un'ora e mezza semplicemente per cuocere dei pomodori mi sembrava un po' peregrina. Distrattamente, non avevo mai considerato la possibilità di infornarli insieme ad altre preparazioni, così da ottimizzare l'impiego di energia elettrica, né quella di farli cuocere per un tempo inferiore e poi lasciarli dentro il forno spento per diverse ore, due metodi che ho combinato con successo in questa occasione. Ma soprattutto non avevo immaginato che fossero così buoni e che ne valesse la pena.

Ingredienti x i pomodori confits:
  • 300 gr di pomodorini ciliegia
  • 1 cucchiaino di miele fluido
  • 1 manciata di timo
  • olio evo
  • sale
Procedimento:
Disponete i pomodorini in una pirofila, lasciando il gambo attaccato ad alcuni (serve a renderli più profumati), irrorateli di un giro d'olio, agigungete il miele, il timo, il sale e mescolate.
Infornate a 180° per almeno 1/2 ora, poi spegnete il forno e lasciateceli il più possibile (io li ho dimenticati lì tutta la notte e al mattino erano meravigliosi).

L'ispirazione, lo dico con grande fierezza, perché si tratta di una delle blogger che preferisco e che ammiro di più, per i cui (purtroppo non frequenti) aggiornamenti mi ritrovo spesso a fremere d'impazienza, l'ho rielaborata da qui.


Ingredienti per la pasta:
  • 200 gr di fusilli o altra pasta corta
  • 100 gr di feta
  • menta
  • basilico
  • origano

Procedimento:

Spezzettate la feta e mescolatela con i pomodorini confit, il loro liquido di cottura e le erbe. Condite la pasta con questo preparato. La cosa migliore è cuocere i pomodori in una pirofila molto alta, in cui aggiungere, poi, tutti gli altri ingredienti, la pasta e mescolare agevolmente.

Noi l'abbiamo mangiata tiepida, ma anche fredda credo sia ottima.


Altre idee per impiegare i pomodorini confits:

  • Sulla base della pizza, cotta in bianco, e poi guarnita con pomodorini e burrata o stracciatella
  • In insalata, con farro o orzo integrali e ricotta salata
  • Su crostoni di pane alle olive con mozzarella di bufala
  • Frullati e allungati con uno schizzo di vodka e succo di limone, per un aperitivo